La stagione degli utili aziendali: l'area Euro torna a crescere

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La velocità del rialzo dei tassi d'interesse, l'affaire Grecia e le ultime elezioni in Inghilterra. Per i gestori di Aletti Gestielle SGR Fabrizio Gastaldi - comparto flessibili total return mercati sviluppati - e Luigi Binda - comparto obbligazionario - l'up & down del mercato nei prossimi mesi sarà determinato da questi tre fattori. Lo scenario finanziario è ancora aperto, ma le stime di crescita con segno più sono già un dato di fatto. Basta dare un'occhiata ai primi dati della Reporting season, ancora in fase di analisi, che traccia un quadro positivo della stagione degli utili aziendali, soprattutto in tre aree geografiche: Europa, America e Giappone. "In Europa le stime degli utili trimestrali del primo quarto dell'anno toccano il 12%, una crescita che si fonda su tre pilastri: l'euro debole, il costo dell'energia in calo e i tassi bassi", spiega Fabrizio Gastaldi, che non solo afferma che la stagione degli utili procede bene, ma annuncia pure i settori migliori: "l'energetico in primis, ma anche il settore finanziario. Al contrario un settore che ha fatto peggio è quello degli industriali, penalizato dal rallentamento della Cina da una parte dal calo della domanda d'investimento in America".

Ma qual è l'impatto della domanda interna sugli utili aziendali? "È la prima volta negli ultimi trimestri che la domanda dell'area Euro sta cominciando a crescere di nuovo", continua il portfolio manager di Aletti Gestielle. "Una crescita che non riguarda solo un settore ma è trasversale: dal settore auto (con stime di crescita del 7%) al lusso, dagli elettrodomestici al settore dei media, che torna a crescere in raccolta pubblicitaria. Dopo 200 settimane le revisioni degli utili in Europa sono di nuovo positive". Sul fronte creditizio "le società hanno approfittato dei tassi d'interesse bassi per effettuare una gestione più attiva dei loro debito", afferma Luigi Binda, esperto nel comparto obbligazionario, "trasformando prestiti bancari in obbligazioni, con nuovi emittenti o aumentando emissioni, slegandosi dalle banche che così hanno un po' ridotto il loro portafoglio di prestiti". L'investimento sull'obbligazionario continua comunque a vivere una fase di prudenza, con livelli contenuti, ma "guardiamo con molta attenzione questa serie di nuove emissioni: i nuovi titoli industriali o retail offrono un certo premio per invogliare l'investitore, un extra di rendimento rispetto al mercato che ci permette di generare un po' più di ritorni", spiega Luigi Binda.

Se l'Europa fa bene, il trimestre degli utili americani segna un più 6%, con l'energia e la finanza sempre in primo piano. Negativo invece, rispetto alle stime, il settore automobilistico. Il Giappone invece si ferma al 3%, a conferma che anche in questo caso il Paese nipponico segna una buona stagione trimestrale degli utili. È per questo che Fabrizio Gastaldi punta sul Giappone e sull'Europa, piuttosto che sull'America. "I settori poi sono ciclici: beni discrezionali, lusso, auto e media. Ma il finanziario resta il primo in classifica", aggiunge il portfolio manager.