La tecnologia a supporto delle scelte di investimento

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Giorgio Fata

Se da un lato la tecnologia, soprattutto con i robo-advisor, è vista come un nemico da gestori e SGR tradizionali, dall’altro rimane un importante supporto alle scelte di investimento e alle attività di tradingFunds People ha organizzato una tavola rotonda sulla gestione operativa del front office al fine di comprendere i benefici che possono derivare dall’automatizzazione dei processi.

Nell’ambito del suo Osservatorio sul mercato dell’asset managementSimCorp rileva la tecnologia come una costante all’interno del ciclo degli investimenti. “Per ottemperare alle nuove regole dei regulator nazionali ed internazionali, sempre più importanti sono l’analisi dei dati e la gestione della reportistica. L’utilizzo di database comuni da parte degli asset manager permette una migliore aggregazione dei dati. La tecnologia viene usata anche come volano per l’abbassamento dei costi perché viene vista ormai come un investimento mirato alla crescita del business”, spiega Carmelo Lauro sales manager di SimCorp.

Francesco Betti, responsabile Operations di Anima SGR, ha commentato che “il processo di investimento può essere schematizzato in tre fasi: una fase di analisi dei dati e dei mercati (durante la quale il gestore forma le proprie aspettative e definisce le idee di investimento), una fase di implementazione delle idee di investimento nei portafogli e una fase finale di accesso ai mercati. Nella prima fase la tecnologia aiuta nel mettere a disposizione le informazioni, nel trattarle e analizzarle. Nella seconda fase, già sufficientemente automatizzata, l’essere umano detta le regole di allocazione che poi la tecnologia traduce all’interno dei singoli portafogli (nel rispetto dei limiti e dei profili di rischio). Infine, durante l’execution, la tecnologia permette una connessione veloce e sicura con il mercato. È questa la fase tecnica e operativa da cui prendono d’altronde forma tutti i sistemi di front end. Lungo la catena di queste tre fasi esistono ancora spazi di miglioramento, soprattutto nell’ambito dell’integrazione tra i diversi applicativi di analisi dei fattori di mercato, di risk e order management”.

Anche per Maurizio Sansone, responsabile Fondi e Titoli di BCC Risparmio&Previdenza, i margini di miglioramento, soprattutto nelle prime due fasi del processo, sono consistenti. “Le scelte di investimento vengono supportate da un insieme di analisi e modelli. La parte dell’implementazione si poggia poi su tools di allocazione sui singoli titoli, in un mix di approccio quantitativo e qualitativo, ma è nella parte dell’execution che vediamo un maggiore livello di automatizzazione. Su questo possiamo dirci già a regime”.

Secondo Michelangelo Gigante, responsabile Trading Desk di Eurizon Capital SGR, “MiFID ha segnato un importante cambiamento nell’industria del risparmio gestito e, tra le altre cose, ha determinato un aumento della disponibilità di dati relativi ai mercati e al numero di trade per ogni asset class, creando una fonte informativa preziosa. Di conseguenza, sono aumentati anche i sistemi di elaborazione dei dati, con una soglia di ingresso molto più bassa che in passato in quanto alcuni di questi sistemi sono oggi gratuiti, rendendo quindi il costo dell’analisi più accessibile a qualsiasi player. La presenza di più operatori crea degli aggiustamenti di mercato più frequenti ed immediati e migliora l’efficienza dei mercati. Anche i nuovi obblighi di reportistica hanno incentivato lo sviluppo di sistemi di TCA (analisi dei costi), rendendoli disponibili ad una fetta sempre maggiore di attori. Siamo di fronte ad un vero e proprio trend che riguarda la nascita di molteplici sistemi; il problema è che spesso dialogano con difficoltà tra di loro”.