La valutazione dei costi dei prodotti per i fund selector

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Giorgio Fata

L’introduzione della MiFID II ha focalizzato una maggiore attenzione verso il tema dei costi e della trasparenza, da sempre argomento molto delicato per l’industria dell’asset management. Dunque abbiamo chiesto a tre fund selector italiani se durante il processo di selezione fondi si prendono effettivamente in considerazione i costi dei prodotti, prima di inserirli all’interno dei loro portafogli.

David Karni, responsabile portafogli d’investimento di BCC Risparmio&Previdenza, spiega che “il tema dei costi rientra inevitabilmente nell’analisi quantitativa, dato che le performance analizzate sono nette. Bisogna poi però fare delle valutazioni più specifiche a seconda delle tipologie di servizi. Nel caso di fondi di fondi, si utilizzano le classi istituzionali, quindi i costi più o meno si equivalgono e sono minori. La differenza si nota invece per alcuni hedge fund più costosi, in tal caso occorre capire se effettivamente li valgono; entra in gioco un’analisi qualitativa più accurata. Nei servizi retail invece il costo è più alto e non può essere trascurato, viene analizzato da un motore quantitativo, per mettere la rete in condizione di giustificare certi costi”.

Per Fabio Catalano, responsabile delle gestioni patrimoniali di AcomeA SGR, commenta che “le analisi quantitative vengono realizzate sui NAV dei fondi di classe istituzionale, rendendo meno significativo il costo (di norma allineato su questa tipologia di classe di investimento) ma dando maggiore valore alla consistenza, alla capacità di creare rendimenti relativi positivi rispetto agli altri gestori e alla capacità di contenere le perdite nelle fasi di correzione. Una maggiore attenzione all’analisi dei costi per le strategie obbligazionarie non direzionali e ai costi non espliciti (per es: per i comparti a cambio coperto)".

D’altro lato, Carlo Mogni, senior fund manager di Investitori SGR, sostiene che “i costi sono una componente attiva del processo di selezione, sia indirettamente, perché tutti gli indicatori di performance e di rischio sono incorporati al netto dei costi, sia direttamente, perché il TER dell’OICR compare esplicitamente tra i parametri utilizzati per le analisi quantitative con l’obiettivo di favorire, a parità di altre caratteristiche, i fondi meno costosi”.