Tutto quello che bisogna sapere sulla vittoria di Bolsonaro

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Jair Bolsonaro sarà il presidente del Brasile per i prossimi quattro anni. I mercati globali restano nervosi, ma gli investitori sono fiduciosi e pensano che Bolsonaro promuoverà le riforme di welfare e piani di privatizzazione attesi. Ma quale sarà la linea politica del presidente neoeletto? Analizziamola nel dettaglio: 

  • Politiche sociali: La sua vittoria, con il 55% dei voti, apre la strada alla prima amministrazione di estrema destra dalla fine della dittatura militare trent'anni fa. Come il presidente Trump e il presidente Duterte (presidente della Repubblica delle Filippine), Bolsonaro è noto per le osservazioni offensive sulle donne, i neri e le minoranze sessuali in contrasto con la tradizionale correttezza politica solitamente associata ai leader politici. Stéphane Monier, chief investment officer di Banque Lombard Odier & Cie, sostiene che la priorità del Paese sono le riforme strutturali e sociali, a cominciare dal complesso sistema pensionistico in perdita che sta inghiottendo un terzo della spesa pubblica”.
  • Politica estera: Come il presidente Trump, Bolsonaro vuole ripensare le alleanze strategiche del Paese, in particolare il suo attaccamento ai blocchi dei Paesi in via di sviluppo come il Mercosur. Come il presidente Duterte, Bolsonaro vuole mettere l'esercito in strada per combattere il crimine, promette di dare tutti i mezzi alle autorità per sparare ai criminali e sostiene la necessità di regole più morbide per la detenzione delle armi. 
  • Politiche economiche: “Il disavanzo di bilancio del Paese è pari al 7,3% del PIL, mentre il rapporto debito pubblico/PIL è già intorno all'85%”, spiega Monier. Bolsonaro è a favore della libertà economica e, con l’aiuto di Paulo Guedes, economista di fama, ha intenzione di promuovere la privatizzazione delle imprese statali.

Stabilità del governo

In Brasile, inizia una nuova fase: l’ottimismo derivante dalla vittoria di un candidato anti sistema e dalle sue promesse pro-mercato dovrà trovare conferme circa alcuni aspetti che rappresentano ancora delle grandi incognite. “Innanzitutto, rimarrà il tema della governabilità: il partito del presidente neoeletto rappresenta una porzione marginale del congresso, di conseguenza, occorrerà valutare la capacità di Bolsonaro di formare nuove alleanze e riuscire a costruire un consenso sufficientemente ampio per far passare importanti riforme di cui alcune di natura costituzionale”, spiega Emanuele Del Monte, senior portfolio manager del team Developed & Emerging Government Bond & FX di Eurizon Capital.

“In secondo luogo, il programma presentato in campagna elettorale così vasto e variegato non sembra contenere dettagli circa le priorità di implementazione; occorre dunque monitorare se gli aspetti economici saranno affrontati con la dovuta urgenza o invece verranno privilegiate altre aree d'intervento come, ad esempio, quella della sicurezza. Inoltre, nonostante le prime indicazioni facciano propendere per una compagine governativa formata da personalità di elevato spessore professionale, soprattutto per quanto riguarda il team economico, sarà importante vedere il peso reale che tali tecnici avranno nel processo decisionale del nuovo presidente”.

La situazione economica attuale del Brasile

“Bisogna ricordare che la vittoria di Bolsonaro avviene in un contesto economico e sociale molto difficile per il Paese: l’elevato deficit fiscale, i bassi tassi di crescita potenziale e le dinamiche del debito al limite della sostenibilità rappresentano delle sfide molto difficili che potranno essere superate solo attraverso delle politiche coraggiose”, fa notare Del Monte. “Dato quindi il difficile contesto economico e le incognite descritte, riteniamo che il neoeletto presidente Bolsonaro, sebbene possa rappresentare un’opportunità di cambiamento, dovrà misurarsi con le difficolta della realtà prima che i mercati si possano convincere che il Brasile abbia finalmente intrapreso un percorso di sviluppo economico sostenibile”. 

L’economia in generale, però, non è in una situazione del tutto negativa: l'inflazione sta crescendo ma rimane a livelli storicamente bassi, e il Brasile non è in prima linea nella guerra commerciale USA-Cina. “Anzi, gli agricoltori brasiliani già beneficiano dei dazi statunitensi, perché Pechino, come ritorsione, sta modificando le sue fonti di approvvigionamento di prodotti agricoli”, spiega Kim Catechis, head of Global Emerging Markets di Martin Currie (Legg Mason). “Inoltre, il Brasile è un beneficiario netto dell'aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime, e il settore corporate è in gran parte under-leveraged”.

Opportunità di trading

I nuovi passi del Brasile verso le riforme sono già stati interamente prezzati? “Non ancora”, risponde Delphine Arrighi, gestore del fondo Merian Emerging Market Debt di Merian Global Investors. Sebbene vi sia stato un rally di quasi 200 punti base sui tassi locali a partire dalla metà di settembre, “riteniamo che ci sia ancora valore nella curva dei rendimenti, data la mancanza di pressioni inflazionistiche e le potenziali riforme fiscali significative. Le voci secondo cui lo stimato governatore della Banca centrale Ilan Goldfajn potrebbe non rinnovare il proprio mandato l’anno prossimo sono state ben digerite dal mercato. I nomi circolati per il suo possibile successore, come l’ex governatore della Banca centrale del Brasile, Arminio Fraga, garantirebbero comunque una continuità delle politiche. Anche se il contesto generale dovesse rimanere difficile per i mercati emergenti, nel complesso, il Brasile potrebbe continuare a distinguersi data l’attuale mancanza di altri casi di miglioramento a livello macro. Tuttavia, condizione necessaria è che il nuovo governo riesca ad ottenere abbastanza risultati da proseguire la propria luna di miele con i mercati”.