Bérénice Arbona, head of Infrastructure Debt, presenta le expertise della casa di gestione francese nei private asset e nel debito infrastrutturale europeo, segmento in cui è attiva con una strategia a impatto sulla decarbonizzazione.
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Tra le capacità distintive con cui LBP AM punta a rafforzare la propria presenza in Europa e nel mercato italiano, spicca quella nel debito infrastrutturale. In quest’ambito la casa di gestione francese si pone l’obiettivo di finanziare l'economia reale adottando un approccio di investimento socialmente responsabile, con un impegno a lungo termine verso lo sviluppo sostenibile. La società beneficia del forte interesse degli investitori istituzionali per i mercati non quotati. Parallelamente, mira a cavalcare il trend della democratizzazione dei private market: il quadro normativo Eltif 2.0 e le nuove esigenze di diversificazione dei portafogli spingono sempre più investitori retail verso le opportunità dei mercati illiquidi. Dei 72 miliardi di masse gestiste (sia sul segmento quotato, sia non quotato) di LBP AM, che lo scorso anno ha potenziato la sua offerta tramite l’acquisizione di La Financière de l’Echiquier (LFDE), quasi 10 miliardi appartengono ai mercati privati, con un track record nel comparto di 12 anni.
Un attore di rilievo dell’infra debt europeo
Le expertise della piattaforma sui private asset includono l’area capital solutions, che offre soluzioni su misura per rispondere a specifiche esigenze di investimento, mentre le competenze nel mid-market europeo si focalizzano sul corporate debt, il real estate debt e, appunto, il debito infrastrutturale. Questa area è guidata da Bérénice Arbona, Head of Infrastructure Debt - Real and Private Assets di LBP AM, che FundsPeople ha avuto l’opportunità di intervistare durante l’ultimo evento per la stampa internazionale organizzato da LFDE e LBP AM nella sede principale di Parigi. “LBP AM è un attore riconosciuto nel mercato europeo del debito infrastrutturale, con una solida esperienza dal 2013”. A maggio scorso, le masse gestite nell’asset class ammontavano a 2,1 miliardi di euro, con otto fondi in gestione, di cui quattro in fase di investimento. Gli investimenti complessivi destinati a oltre 65 progetti a basse emissioni di carbonio in Europa raggiungono i 3,1 miliardi di euro. L'elemento caratterizzante dell’approccio di LBP AM al debito infrastrutturale è il solido commitment ESG, perfettamente in linea con il DNA sostenibile della società di gestione. “Uno dei punti di forza della nostra piattaforma è il team di esperti con una comprovata esperienza, capace di operare su tutta la gamma del debito infrastrutturale con agilità e un forte impegno verso l’investimento responsabile,” afferma Arbona.
Il ruolo chiave delle infrastrutture
Secondo l'esperta, le infrastrutture sono asset essenziali per le comunità. Ma il loro ruolo evolve con le sfide del tempo. “Il concetto di infrastruttura è in constante evoluzione. Ciò che era considerato essenziale 10-15 anni fa potrebbe non esserlo più oggi”, spiega Arbona. “Ad esempio, durante i lockdown per il Covid, avere una connessione internet è diventato indispensabile per lavorare da casa, cosa che prima non era mai stata così importante. Quel periodo ha dimostrato quanto le infrastrutture digitali siano diventate fondamentali. In passato, non avevano lo stesso peso. Ma con lo sviluppo di tecnologie come l'intelligenza artificiale (IA), il 5G e il cloud, insieme alla crescita esponenziale dei dati, la domanda di connettività e nuove infrastrutture è in costante aumento. Questo ha ampliato il concetto di infrastrutture essenziali, includendo nuovi asset come le torri di telecomunicazione, le reti di fibra ottica e i data center”, dice Arbona. “Seguendo questa logica, ci si può domandare se infrastrutture tradizionali come aeroporti e autostrade rimarranno essenziali in futuro, o se l’idea di mobilità dovrà essere rivisitata alla luce della necessità di ridurre le emissioni di carbonio”, afferma. “Inoltre, la centralità delle infrastrutture nel contesto attuale emerge anche dal report Draghi, che sottolinea come l'Unione Europea per rimanere competitiva a livello globale debba investire in infrastrutture digitali avanzate e nella mobilità sostenibile”, afferma Arbona.
Oltre al digitale, l’altro grande trend che sta rimodellando il settore delle infrastrutture è la necessità di azzerare le emissioni di C02. “Circa l’80% della nostra pipeline è legata alla transizione energetica e alle infrastrutture digitali, e la maggior parte degli investimenti del nostro portafoglio interessano questi ambiti. Con l’intento di limitare le emissioni di C02, investiamo nelle energie rinnovabili. Ma per questo scopo sono essenziali anche progetti legati alla mobilità, ai trasporti clean o ancora progetti per efficientare il consumo energetico degli edifici. La transizione energetica, secondo il nostro punto di vista, è un concetto molto più ampio delle sole energie rinnovabili. Investiamo in diversi Paesi europei, dando luogo a un portafoglio diversificato non soltanto dal punto di vista settoriale ma anche geografico”, spiega.
Infrastructure Debt Climate Impact
Nell’ambito della decarbonizzazione, LBP AM è attiva con la strategia l’Infrastructure Debt Climate Impact Fund. Si tratta di un fondo articolo 9 secondo il regolamento SFDR che investe in infrastrutture pure player della riduzione delle emissioni di carbonio a livello europeo, impiegando come criterio di ammissibilità degli asset l'allineamento alla Tassonomia europea. “Questa strategia investe in debito senior secured e riunisce tutte le competenze ESG e di impact investing di LBP AM. Permette di finanziarie progetti di transizione energetica con un elevato livello di granularità. Abbiamo identificato tre pilastri complementari: il primo è decarbonizzare il mix energetico tramite investimenti nelle energie rinnovabili. Il secondo è l’elettrificazione dei trasporti, attraverso progetti nel campo della mobilità sostenibile. Il terzo è la riduzione del consumo energetico e l'efficienza energetica. "Misuriamo l’impatto del portafoglio grazie a KPI specifici per calcolare l'impronta di carbonio, l'allineamento agli obiettivi di temperatura e la percentuale di allineamento di ciascun asset alla Tassonomia europea”, spiega Arbona.
"Il debito infrastrutturale sta suscitando un crescente interesse tra gli investitori, grazie alla sua capacità di offrire una buona prevedibilità sui flussi di cassa, per il fatto di operare in settori regolamentati con forti barriere d’ingresso. Inoltre, questa asset class fornisce accesso privilegiato all'economia reale e consente agli investitori di avere un impatto concreto sul cambiamento climatico”, conclude l’esperta.