Le elezioni non spaventano i mercati

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Jubilo Haku, Flickr, Creative Commons

Il tema politico è stato sicuramente uno dei fil rouge che ci hanno accompagnato per gran parte del 2016 e continueranno a farlo anche quest’anno. Dopo il sospiro di sollievo tirato con la vittoria del liberale Mark Rutte in Olanda, sarà la Francia il prossimo Paese ad essere chiamato alle urne (il 23 aprile e il 7 maggio). Il principale rischio è sicuramente costituito da un’ascesa del Front National guidato da Marine Le Pen, il cui programma aggressivo (che prevede tra le altre cose un referendum sulla Frexit) influirebbe negativamente sui mercati. Tuttavia, il sistema elettorale francese (maggioritario a doppio turno) porterebbe, in caso di mancata maggioranza assoluta, a un ballottaggio tra i due candidati più votati alla prima tornata.

Lo scenario più plausibile ad oggi sembra essere quello di uno scontro finale tra Marine Le Pen e il candidato social-liberale Emmanuel Macron, verso cui potrebbero confluire i consensi dei moderati, determinandone la vittoria. Se da un lato è vero che abbiamo imparato a non fidarci dei sondaggi e che l’esito degli scrutini ci ha lasciato più volte senza parole, lo scenario base sembra escludere la vittoria della leader nazionalista e il rischio politico che ha penalizzato le azioni europee rispetto al resto del mondo negli ultimi anni potrebbe rientrare. Un secondo appuntamento elettorale importante riguarderà la Germania, chiamata al voto il 24 settembre. L’unica novità in questo senso è rappresentata dall’ascesa del candidato dei socialdemocratici, Martin Schulz, a discapito di Angela Merkel. A tranquillizzare i mercati, in ogni caso, è la preferenza che raccolgono i partiti più moderati.

Secondo Anima SGR, la crescita globale continua a mostrare un buon livello di sincronizzazione e rassicurano i dati sul mercato del lavoro, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti e i dati di disoccupazione e di produzione industriale sull’area euro. Altro fattore di interesse è la reflazione. Le dinamiche inflazionistiche sono infatti positive e non sorprende il percorso di normalizzazione delle politiche monetarie che molte Banche centrali stanno seguendo. In questo contesto, per gli esperti della società di gestione gli asset rischiosi sono da preferire moderatamente (in particolare le azioni rispetto ai bond), prestando grande attenzione alla diversificazione globale mentre emerge più cautela sui titoli di Stato dei Paesi sviluppati, considerati i tassi in aumento e la reflazione che non favoriscono l’asset class.  

Mercati obbligazionari e valute

La posizione di Anima SGR nei confronti del mercato obbligazionario resta cauta. Il mercato delle obbligazioni governative globali, in particolare dei titoli di Stato tedeschi, è debole. Dopo le perdite della seconda metà del 2016, per il Bund è iniziata una fase di consolidamento che gli esperti credono possa proseguire. Tra i rischi principali individuano le prossime mosse dell’amministrazione Trump (specialmente riguardo alla rivisitazione dei trattati internazionali e all’introduzione di nuovi dazi doganali) e le trattative di ‘divorzio’ dall’UE avviate dal governo britannico con l’attivazione dell’articolo 50. Gli esperti, poi, sottolineano la sostanziale tenuta delle obbligazioni a spread, ossia corporate ed emergenti. “Da questo punto di vista, prediligiamo le scadenze più brevi e, quindi, una duration molto bassa”, dicono. Sul fronte delle valute in rapporto con l’euro, passa a negativa la view sul dollaro mentre resta neutrale quella su yen e sterlina.

Mercati azionari

Il trend positivo registrato dal mercato azionario europeo nelle ultime settimane, il buon momento macroeconomico dell’area e i solidi utili societari riportati dalle aziende giustificano la visione positiva di Anima SGR sull’Europa e gli esperti prevedono che i settori ciclici (in particolare quelli finanziari e quelli composti da aziende esportatrici) continueranno ad avere performance migliori rispetto a quelli difensivi.

In Italia, il buon successo dell’operazione di ricapitalizzazione di Unicredit ha contribuito a migliorare la percezione di stabilità del sistema finanziario nel suo complesso ma preoccupano la disponibilità governativa a garantire la continuità nei casi di maggiore criticità e l’incertezza sul fronte politico. Grazie all’introduzione dei PIR, la grande novità di quest’anno, il segmento small/mid ha decisamente sovraperformato quello delle large cap, rendendo la view della società sull’azionario italiano moderatamente positiva.

Anima SGR conferma il suo giudizio costruttivo sull’azionario americano, esprimendo preferenza per il settore energetico, dei materiali di base, tecnologico e finanziario per i quali prevede un’accelerazione degli utili nel corso dell’anno. Anche se in molti hanno parlato di fine dell’ ‘effetto Trump’, gli USA si trovano in un ciclo avanzato (vivono il loro ottavo anno di crescita) e il tasso reale previsto per il 2017 è vicino al 2,2%.

Anche sulle Borse asiatiche la view rimane positiva. La stabilizzazione dello yen e il dissiparsi delle paure riguardo alle revisioni degli utili dovrebbero aiutare il mercato giapponese. L’area, ricordano gli esperti di Anima SGR, non perde il suo fascino per due principali ragioni: un mercato azionario particolarmente esposto a un processo di reflazione e crescita globale e una politica monetaria particolarmente espansiva, così come quella fiscale.