Le opportunità dei mercati emergenti durante il Covid-19

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Richard Carlyle, investment director, Capital Group

La crisi del Covid-19, con intere economie del mondo semi-paralizzate per le misure dei Governi a contenimento della pandemia, ha avuto forti ripercussioni sui mercati finanziari, con pesanti perdite nella prima parte dell’anno sulla maggior parte delle asset class. All’emergenza sanitaria in atto si sono aggiunti dei gravi shock del mercato petrolifero: lo scorso mese il prezzo della materia prima è caduto in picchiata dimezzandosi per il mancato accordo dell’Opec+. Questa settimana si è assistito ad un altro crollo senza precedenti, con i future sul WTI statunitense per il mese di maggio per la prima volta nella storia in territorio negativo.

La grande incertezza non risparmia i mercati emergenti, con forti pressioni non soltanto sul versante azionario, ma anche delle obbligazioni e le valute. Ma non tutti i Paesi sono stati colpiti in egual modo. La Cina, superata l’emergenza, sembra sul breve periodo una delle economie meglio attrezzate per il post-coronavirus. Ed anche a livello settoriale alcuni si sono dimostrati più resilienti di altri. Tra quelli che hanno meglio resistito la sanità e i consumi base: “Prima dell'attuale pandemia abbiamo già osservato un rapido aumento della domanda legata al settore sanitario negli emergenti, in particolare in Cina. Il Covid-19 fornirà probabilmente un’ulteriore spinta a questa crescita. Inoltre i principali produttori di prodotti di base hanno beneficiato degli eccezionali livelli di acquisto di cibo e di altri generi di prima necessità, con la popolazione che si adegua ai lock down imposti dai governi in risposta al virus”, afferma i Richard Carlyle, investment director di Capital Group e gestore del New World Fund, che nel 2020 ha ottenuto il rating ‘C’ consistente di FundsPeople.  

L’approccio all’azionario emergente

Il fondo adotta un approccio attivo e bottom-up, che punta a cogliere il potenziale di crescita delle economie in via di sviluppo. Investe in società con sede principalmente nei paesi in via di sviluppo, nonché in società multinazionali con legami significativi con i mercati emergenti. Questa caratteristica lo differenzia da altre soluzioni del comparto emergente che, spiega Carlyle, “possono perdere delle opportunità in quanto le società leader in una serie di settori in rapida crescita in questi paesi sono spesso domiciliate nei mercati sviluppati”. Il New World Fund sfrutta la metodologia di investimento denominata Capital System, che permette ai singoli gestori di portafoglio di investire con un approccio ad alta convinzione, limitando al contempo il rischio associato a processi decisionali isolato. Il fondo è suddiviso in quote, ciascuna gestita in modo indipendente da dei portfolio manager con background e approcci d'investimento diversi. “Un approccio attivo e bottom-up significa valutare attentamente molteplici aspetti del modo in cui le aziende stanno operando - tra cui i singoli business, il settore in senso lato, la regolamentazione o l'esposizione geografica del fatturato”, spiega Carlyle. Nell’attuale contesto di mercato, il New World Fund è sovrapesato nel settore della sanità che ha dimostrato una buona resilienza: “l'esposizione al settore sanitario è del 12,0% contro il 3,6% dell'indice MSCI EM. Ci concentriamo sulle società multinazionali che hanno una forte posizione di leadership nei mercati emergenti”, afferma l’investment director.

Orientamento al lungo termine e opportunità del Post Covid-19

L’orientamento di lungo termine è alla base dell’approccio agli investimenti della casa di gestione: “Capital Group è stata fondata nel 1931 durante la Grande Depressione, quindi la società ha una lunga storia di navigazione attraverso diversi cicli di mercato. Come dice il nostro vicepresidente Rob Lovelace, è come guardare attraverso una valle. Non sappiamo esattamente quanto sia profonda o larga quella valle, ma possiamo vedere l'altro lato della valle e sapere che il mondo non cambierà sostanzialmente dopo Covid-19” afferma Carlyle. Molti i dubbi tra gli investitori se dopo la pandemia la catena del commercio globale tornerà come prima: “Le aziende a sono costrette a concentrarsi su come strutturano le loro catene di fornitura e a un ritorno ad essere più orientate al mercato interno, più brevi e meno snelle rispetto al passato. È anche probabile che le aziende diano maggiore importanza alla resilienza e alla diversificazione delle catene di fornitura piuttosto che concentrarsi esclusivamente sui costi”, spiega Carlyle.  Quali dunque le potenziali opportunità sul comparto emergente? “Possiamo aspettarci che l’attenzione alla salute e la domanda di assicurazioni continuino a crescere. Inoltre, il virus accelererà tendenze come il passaggio dal denaro contante alle transazioni elettroniche e il passaggio alla vendita al dettaglio online. Allo stesso tempo, non ci aspettiamo che la recente interruzione dei viaggi abbia un impatto a lungo termine sulla crescente domanda di viaggi internazionali nei mercati emergenti”, conclude.