Le opportunità dei private asset secondo Schroders

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Gli investitori sono sempre più interessati ai private asset per la ricerca di fonti di rendimento alternative. Ma cosa sono? Perché investire in questa asset class? Lo ha spiegato Charles Hopkinson-Woolley, head of Alternative Products di Schroders, durante l’evento 'Schroders verso nuovi territori d’investimento, tra innovazione e competenze strategiche'.

Hopkinson-Woolley spiega che “i private asset investiti in fondi gestiti si suddividono fondamentalmente in private equity con un totale di AuM pari a 3,3 trilioni di dollari a giugno 2017, private debt con 0,7 trilioni, real estate con 2,5 trilioni, infrastrutture con 0,4 trilioni e risorse naturali con 0,2 trilioni. Si tratta di classi di attivo complesse, infatti spesso accedervi risulta essere molto complicato e più oneroso. Dato l’orizzonte temporale di lungo periodo i principali investitori in private equity sono i fondi pensione, istituzioni del settore privato e compagnie assicurative. Tra gli investitori, in media, sono i family office a dedicare un’allocazione maggiore a questa asset class, perché sono spesso prefessionisti in cerca di ritorni alternativi per i loro clienti”.

“Sono quattro le motivazioni che spingono gli investitori verso i private asset: la ricerca di nuove fonti di rendimento, beneficiando di un premio di illiquidità che caratterizza questi prodotti. Inoltre, essi desiderano migliorare la diversificazione del portafoglio in un contesto di mercato in cui le asset class sono troppo correlate tra loro. Vogliono poi ridurre la volatilità degli investimenti, e questo è possibile grazie ad un orizzonte di lungo termine che permette loro di non essere condizionati ad eventi di mercato. Infine, permettono di accedere ad opportunità di nicchia, cioè tramite i private asset si riesce a trarre vantaggi dalla crescita di aziende, che nel settore pubblico difficilmente si riuscirrebbero a cogliere (per esempio il caso di alcune aziende tecnologiche)”, aggiunge l’esperto.

Come in tutti i prodotti innovativi, ci sono ancora delle importanti sfide da affrontare. “Solitamente i private asset sono contratti con un orizzonte temporale di lungo termine, diviene importante per l’investitore capire l'asset ed essere disposto a vincolare il suo capitale per un certo periodo lungo. Spesso risultano essere classi di attivo meno trasparenti, con una fiscalità complessa e con commissioni più elevate, dato il livello di specializzazione richiesto ai team di gestione. Il tema della governance è fondamentale e spesso viene inserito all’interno del processo di investimento. Inoltre, occorre essere rigorosi nella scelta dei deal, che siano corretti e che presentino il profilo di rischio-rendimento desiderato”, conclude.

Il 2017 è stato un anno record per i private asset, tuttavia, si stima una tendenza in declino dei rendimenti del private equity, a maggior ragione in questo caso sarà necessario selezionare con attenzione i propri investimenti. Schroders crede molto nelle potenzialità di questa tipologia di asset class, tanto che l’impegno assunto proviene direttamente dal board e si pone l’obiettivo di aiutare il cliente ad accedere al meglio ai private asset.