Il private banking come catalizzatore di un risparmio consapevole

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Mettere a confronto, a livello globale, le caratteristiche dei diversi target di clientela, i differenti modelli di servizio con annesse nuove tecnologie e le gamme d’offerta del private banking, nonché rispondere all’aspirazione del settore di guardare oltre i confini nazionali per proseguire il proprio percorso di sviluppo e di maturazione come catalizzatore di un risparmio consapevole e dinamico. È stato questo il tema chiave del XIII Forum del Private Banking, appuntamento annuale dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), punto di riferimento del settore a livello nazionale.

Ad aprire le danze è stato Fabio Innocenzi, presidente di AIPB, che ha commentato come l’industria italiana del private banking abbia raggiunto un buon grado di maturità dimostrato da una crescita e da un’elevata penetrazione del servizio tra le famiglie italiane pù abbienti, contribuendo in modo significativo alla generazione di ricavi ricorrenti con basso assorbimento di capitale. “Il settore gestisce oggi quasi 800 miliardi di euro. Ha raggiunto quindi un peso rilevante e di qualità nell’ambito della più generale industria del risparmio. Inoltre, attraverso un servizio di consulenza evoluta, riesce a contemplare l’esigenza di offrire rendimenti soddisfacenti alla propria clientela, con quella di promuovere un investimento sempre più dinamico a sostegno dello sviluppo economico del Paese”, afferma Innocenzi.

Il private banking, nel suo complesso, gestisce un quarto della ricchezza italiana, dove non si limita solamente alla gestione finanziaria, ma col passare del tempo l’industria sta acquisendo anche forme di wealth advisory: il settore gestisce circa 250 miliardi di euro (un terzo delle masse totali) appartenente alla classe imprenditoriale italiana; in questo senso Innocenzi evidenzia il doppio ruolo dell’industria su questi patrimoni, ovvero quello di preservare e accrescere la ricchezza familiare e accompagnare l’imprenditore nelle diverse scelte di continuità e discontinuità dell’attività aziendale.

“Per poter attivare il circolo virtuoso tra risparmio delle famiglie private italiane e finanziamento della piccola media impresa, e quindi favorire lo sviluppo dell’economia italiana, riteniamo necessario l’allargamento della gamma di strumenti a disposizione. A questo fine si stanno fortemente impegnando il legislatore e il regolatore assieme a Borsa italiana, agli asset manager e ad Assogestioni. Su questo fronte AIPB si rende disponibile ad aprire un tavolo con produttori ed emittenti con l’obiettivo di favorire una migliore conoscenza della clientela private perché possano essere sviluppati prodotti, strumenti e soluzioni in grado di soddisfare le esigenze di investimento di questo target di clientela”, afferma il presidente.

Tra questi strumenti e soluzioni vi è anche lo sviluppo di un servizio di consulenza evoluta, un modello nel quale l’interlocutore sia provvisto delle necessarie conoscenze finanziarie che gli consentano di apprezzare il valore aggiunto del servizio offerto. Iniziative quindi di educazione finanziaria rivolte a nuclei familiari e imprenditori, tema oggetto della round table cui vi hanno preso parte Magda Bianco, capo del Servizio Tutela dei clienti e antiriciclaggio Banca d’Italia, Carmine Di Noia, commissario Consob e Innocenzo Cipolletta, presidente Assonime.

Oltre a tematiche educational, gli esperti hanno quindi avuto modo di trattare diversi temi, dalla diversificazione degli investimenti finanziari alla consulenza finanziaria e patrimoniale. Magda Bianco sottolinea come la ricchezza finanziaria in Italia misura molte più attività diversificate e rischiose rispetto al passato, ma comunque in misura inferiore a quelle degli altri Paesi. A livello internazionale infatti, il Belpaese risulta tuttora indietro in termini di conoscenze economico-finanziarie, dove solo il 37% degli italiani sà cosa effettivamente sia la diversificazione. Per Bianco risultano quindi fondamentali dei programmi di educazione finanziaria per le famiglie, al fine di inculcare una certa consapevolezza e senso di responsabilità alle nuove generazioni, che rappresentano gli investitori del futuro, il tutto attraverso strumenti trasversali adatti, con iniziative mirate e di qualità.

Secondo Di Noia, dal quadro medio, seppur in netto miglioramento, emerge in molti casi grande irrazionalità, dove in generale vi è poca cultura finanziaria. Per il commissario Consob, bisogna far capire consapevolmente che la diversificazione è importantissima, e che l’appetito per il rendimento non è un qualcosa esente da rischi. “Maggiore è la domanda di performance, maggiore dev’essere la consapevolezza di eventuali perdite”, afferma Di Noia, che aggiunge: “la trasparenza è fondamentale, ma non bisogna eccedere in questa. L’eccesso di informazione non è probabilmente lo strumento migliore per fare una scelta di investimento. Bisogna offrire informazioni più snelle, corrette e giuste, anche nel dialogo, che è la soluzione migliore”.

Infine Cipolletta spiega come l’educazione finanziaria sia effettivamente importante, ma conta anche la modalità di gestione della ricchezza. “Nella gestione d’impresa delle PMI, in Italia, l’imprenditore crede di farlo solo attraverso le proprie intuizioni, ma c’è bisogno di una procedura di consulenza come supporto. Uno dei grandi problemi è quindi il controllo dell’impresa da parte dell’imprenditore, soprattutto nelle realtà non quotate. Bisogna aiutare le imprese a crescere. Se queste crescono, anche gli imprenditori si renderanno conto che hanno bisogno di un’organizzazione procedurale, di soci, ecc. Oggi ci sono diverse forme innovative che sono in grado di aiutare, come i mini bond, una proxy di capitale di rischio, il private equity, altra forma che permette alle aziende di fare dei passi importanti nel loro processo di crescita. Un ulteriore tema, è quello della semplificazione del sistema borsistico, viste le difficoltà che hanno diverse aziende nel quotarsi”, conclude il presidente Assonime.