Le prossime mosse della BCE, le riforme e la forza del dollaro saranno i temi chiave del primo semestre del 2015

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foto: autor mao_lini, Flickr, creative commons

Per i gestori e gli strategist italiani, i temi che terranno banco durante il primo semestre del 2015 saranno le prossime mosse della BCE, le riforme in alcuni paesi emergenti e la forza del bigletto verde. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio mensile condotto da Morningstar tra le principali case di investimento che operano in Italia. Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (MIISI), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa) su un orizzonte di sei mesi, indica uno scenario più positivo per i mercati azionari sviluppati rispetto agli emergenti.  Infatti gli investitori non si fanno spaventare dalla volatilità dei mercati e si dicono più ottimisti sulle Borse europee nei primi sei mesi del 2015. 

A dicembre, l’indice di sentiment sulle Borse europee sale a 63,92 punti dai 58,3 di novembre (dove 100 rappresenta la massima certezza di rialzo e 0 di ribasso). I gestori guardano oltre la volatilità generata dalla crisi politica greca e dalla situazione in Russia e ragionano sulle prossime mosse della Banca centrale europea. Nell’ultima riunione, l’istituto guidato da Mario Draghi ha disatteso le aspettative ottimistiche del mercato con il mancato annuncio di misure di allentamento monetario. Tuttavia, ha dichiarato che farà una nuova valutazione all’inizio del 2015 sui risultati degli stimoli, l’espansione dello stato patrimoniale e le prospettive inflazionistiche, impegnandosi ad adottare nuovi strumenti per far ripartire l’economia. Di conseguenza, provvedimenti non convenzionali potrebbero già essere presi nel primo trimestre, anche in considerazione della revisione al ribasso delle prospettive di crescita.

Aumenta a dicembre anche la fiducia su Piazza Affari, passando da 57 a 60,69 punti. La Borsa di Milano tende ad amplificare l’andamento di quelle dell’area euro per la forte concentrazione sui titoli finanziari. Inoltre, i gestori seguono con attenzione l’evoluzione delle riforme del mercato del lavoro, della giustizia e della costituzione. A dicembre rimane sostanzialmente stabile intorno ai 60 punti l’indice MIISI su Wall Street. E’ possibile che nel breve periodo, la Borsa americana attraversi una fase di consolidamento dei guadagni realizzati nei mesi scorsi, ma nel medio le prospettive rimangono favorevoli. La Borsa giapponese è quella che raccoglie più consensi a dicembre, anche se l’indice di sentiment cala leggermente rispetto a novembre, passando da 66,8 punti a 65,36. Come in Europa, l’attenzione è rivolta alle prossime decisioni della Banca centrale per stimolare l’economia. I gestori sono anche convinti che il deprezzamento dello yen contro le principali divise continuerà a favorire le esportazioni e di conseguenza i titoli delle aziende che operano a livello internazionale.
 
E’ in lieve aumento a dicembre l’indice MIISI sui mercati emergenti, che si attesta a quota 58,64 punti dai 57,67 di novembre. Come si legge in una nota di East Capital, “diversi mercati-chiave in Asia (ad esempio la Cina, l’India e l’Indonesia) stanno attuando importanti riforme”. Inoltre, i mercati emergenti presentano valutazioni relativamente interessanti rispetto a quelli sviluppati e al di sotto dei massimi storici. Infine, le aziende delle aree in via di sviluppo presentano interessanti rendimenti da dividendi. 

Gli indici MIISI sul mercato obbligazionario si confermano moderatamente negativi. Il basso tasso di inflazione, in particolare nell’area euro, aumenta la diffidenza degli investitori verso la capacità delle banche centrali di fare fronte al problema. Per questa ragione, i gestori sono convinti che la BCE manterrà i tassi ai minimi ancora per lungo tempo, così come la Bank of Japan, mentre negli Stati Uniti, la FED potrebbe alzarli intorno a metà 2015 ed è attesa una stretta anche in Inghilterra. Nel nuovo anno, dunque, si assisterà a una divergenza delle politiche monetarie, che riflette la diversa fase del ciclo economico nelle varie parti del mondo. L’indice MIISI sul rapporto di cambio tra euro e dollaro risale da 32 punti a 35,48, ma rimane in territorio ribassista. La forza del biglietto verde è considerata dai gestori un tema-chiave nel 2015. Le pressioni al rialzo sono numerose, tra cui l’allentamento monetario in Giappone e quello atteso in Eurolandia, oltre al ribasso del prezzo del petrolio.
 
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’1 e il 9 dicembre, 28 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società: Aletti Gestielle Sgr, BNP Paribas IP, BNY Mellon IM, CFO Sim, East Captial, Ersel AM, Exane Derivatives, FIA AM, Financière de l’Echiquier, FXCM, Invest Banca, Investec AM, Investitori Sgr, La Française, Lemanik AM, M&G Investments, MoneyFarm Sim, Petercam IAM, Pioneer Investments, Sella Gestioni, Syz AM, Threadneedle Investments, Union Bancaire Privée, VG AM.