La scorsa settimana Richard H. Thaler ha vinto il premio Nobel 2017 per l’Economia. La società di gestione ha messo in campo le sue ricerche per lanciare il primo fondo comportamentale.
La scorsa settimana, Richard H. Thaler, uno dei fondatori dell’economia e della finanza comportamentale, ha vinto il premio Nobel 2017 per l’Economia per il suo illuminante contributo sull’impatto dei processi decisionali irrazionali sull’economia e i mercati finanziari. Le sue ricerche hanno dimostrato come le decisioni non sempre fanno fede a criteri razionali. Spesso entrano in gioco variabili psicologiche che sviano da un comportamento economico razionale. Il tema è ricorrente anche e soprattutto tra gli investitori, le persone tengono a prendere delle scorciatoie mentali quando sono a confronto con la complessità, scorciatorie che spesso si rivelano incorrette o incomplete. Sulla base di questo approccio si è in seguito sviluppato il ramo di ricerca che ha portato al riconoscimento attribuito al professore Thaler.
Tra le società di gestione che hanno cominciato a capitalizzare le ricerche del premio Nobel c’è Degroof Petercam AM, che nel 2002 ha lanciato il primo fondo comportamentale. L’approccio comportantele della società infatti è a grandi linee baato proprio su un paper del Journal of Finance, Does the Stock Market Overreact? di Werner F. M. De Bondt e Richard Thaler (1985). Secondo osservazioni empiriche, i mercati tendono ad esagerare le buone e le cattive notizie, elemento che conduce ad una sopravvalutazione dei titoli considerati più appetibili e una svalutazione di quelli non più sotto i riflettori. All’inizio del 2000, Jan Longeval (co-CEO della divisione di asset management) e Philippe Denef (CIO quantitative equity) hanno convenuto che far leva su queste teorie avrebbe potuto condurre alla definizione di strategie di investimento innovative e sovraperformanti. La sfida è stata quella di convertire le intuizioni comportamentali accademiche in un chiaro processo di investimento.
“La finanza comportamentale dimostra che molti attori di mercato tendono a commettere errori sistemici”, spiega Jan Longeval. “Il nostro obiettivo è sfruttare questi errori a nostro vantaggio attraverso un processo di investimento coerente, rimasto praticamente stabile negli ultimi 15 anni, capace di creare un significativo valore aggiunto per i nostri investitori”.
“Fin dal lancio del primo fondo sul valore comportamentale, l’EMU Behavioral Value, seguito dal lancio di un fondo europeo e USA, i nostri asset gestiti dedicati a questo approccio hanno raggiunto i 2,5 miliardi si euro”, afferma Philippe Denef. “I risultati conseguiti ci restituiscono una performance cumulativa del +65% rispetto all’indice MSCI (al netto delle commissioni fino a settembre 2017) e del +80% rispetto all’indice MSCI EMU Value. Questo dimostra che una ricerca accademica può creare valore se incorporata in una strategia di investimento vincente, a patto di applicare un processo di investimento consistente e rigoroso”.