Le strategie preferite dagli investitori che puntano sui fondi alternativi

matite
Rilind Hoxha, Flickr, Creative Commons

È ormai evidente che i fondi alternativi stanno catturando l’attenzione degli investitori. Il complicato scenario del mercato attuale e la necessità di cercare strategie che apportino decorrelazione ai portafogli hanno portato a un aumento esponenziale dell’interesse verso questi prodotti. Alla fine di giugno, il volume di asset investiti in queste strategie superava i 100 miliardi di euro secondo i dati dell’ultimo rapporto di Broadridge relativo al primo semestre dell’anno, documento che rivela come durante questo periodo i fondi alternativi abbiano registrato una raccolta netta pari a 33,5 miliardi. Il merito è stato di strategie concrete adottate dalle società della top 10 e che hanno suscitato l’interesse degli investitori. È il caso di Old Mutual Global Investors, l’entità che ha registrato più entrate nette in Europa nei suoi fondi alternativi durante il primo semestre dell’anno. Il 90% dei 2,123 miliardi incassati dai suoi prodotti alternativi sono confluiti nell’Old Mutual Global Equity Absolute Return.

Si tratta di un prodotto absolute return cogestito da Ian Heslop, Mike Servent e Amadeo Alentorn, che vanta il Marchio Preferiti dagli analisti Funds People. Il portafoglio è costruito sulla base di cinque fattori di selezione: valutazione, crescita sostenuta, sentiment degli analisti, team di gestione e tendenze di mercato. Attraverso un’analisi bottom-up, il modello permette loro di studiare in modo sistematico 3.500 compagnie di tutto il mondo, le più grandi in termini di capitalizzazione di mercato, sulle quali costruiscono le loro posizioni lunghe e corte, a seconda di quali siano le previsioni sul valore che hanno selezionato.

Un altra delle entità le cui vendite si sono concentrate in un solo prodotto è stata Henderson, la seconda con maggiori entrate nette registrate in questo tipo di prodotto (2,4 miliardi). Ci è riuscita grazie al suo fondo absolute return azionario britannico. La versione britannica, l’Henderson Gartmore SICAV United Kingdom Absolute Return, ha raccolto nel primo semestre 1,35 miliardi di euro, mentre quella lussemburghese quasi 750 milioni nello stesso periodo. La gestione di entrambe è la stessa. Si tratta di una strategia di mercato britannica long/short concepita per produrre rendimenti positivi in qualsiasi scenario economico, con una correlazione con le oscillazioni di mercato ridotta. Il prodotto è gestito da Luke Newman e Ben Wallace, che basano il loro processo su una selezione di titoli attiva, supportata da un analisi bottom-up nella quale danno priorità ai titoli di grande e media capitalizzazione al momento di costruire un portafoglio composto da posizioni lunghe e corte che si dividono in due componenti: le core (lungo termine) e le tattiche (a breve termine).

La terza società con più entrate nette registrate nel primo semestre nella categoria in questione è Amundi, con 1,726 miliardi di euro. Una cifra raggiunta in buona parte grazie agli 1,33 miliardi confluiti nell’Amundi Funds Absolute Volatility Euro Equities, prodotto con Marchio Blockbuster Funds People. Gestito da Gilbert Keskin, la strategia ha due motori di volatilità: quella direzionale (quando diventa più cara o più economica) e la volatilità della volatilità (vol of vol). Sostanzialmente, quello che fa il gestore è comprare volatilità a buon mercato, venderla quando è cara e rimanere corti se è eccessivamente cara. Investe principalmente attraverso opzioni listate, soprattutto sull’EuroStoxx 50. Il fondo può anche investire in futures, ETN o ETF, per esempio sul VIX. La sua è una gestione flessibile, dal momento che non ha l’obbligo di essere investito permanentemente al 100% in opzioni; a seconda dello scenario di mercato, può ricorrere anche a strumenti di mercato monetario, repo o liquidità, anche se l’uso di quest’ultimo è molto residuale.

Un’altra società che ha visto concentrare le sue entrate in una sola strategia è Natixis Global AM. L’entità ha ottenuto nel primo semestre dell’anno una raccolta netta di 1,386 miliardi nei suoi fondi alternativi, dei quali 1,272 miliardi sono confluiti nel DNCA Invest Miuri. In questo caso si tratta di un prodotto con Marchio Preferiti dagli analisti e Blockbuster Funds People. La strategia è cogestita da Cyril Freu, che è anche Deputy CIO di DNCA, boutique acquisita da Natixis Global AM nell’estate del 2015. Ha un approccio di ritorno assoluto e un obiettivo interno di rendimento tra il 4% e il 5% al di sopra dell’asset privo di rischi. Per generare rendimenti in modo regolare, nel team selezionano aziende con un potenziale superiore a quello del mercato o al loro settore. La gestione patrimoniale è di tipo difensivo e il suo obiettivo è mantenere una volatilità moderata e inferiore a quella dei mercati, che sia praticamente al di sotto del 5%. L’esposizione netta può oscillare tra il -30% e il 30%. In media, questa è stata del 15% dal lancio del prodotto nel 2011.

Oltre alle quattro SGR menzionate sopra, nella top 10 appaiono anche BNP Paribas IP (grazie al THEAM Quant - Equity Europe Income Defensive), Nordea (che ha registrato entrate importanti nel Nordea 1 - Stable Equity Long/Short), Deutsche AM e Schroders (Schroder ISF European Alpha Absolute Return).

Le SGR che hanno registrato le raccolte nette più elevate nei loro fondi alternativi nel primo semestre in Europa

alternativi1

I fondi alternativi con le raccolte nette più elevate nella prima metà dell’anno in Europa

alternativi2

Fonte: Broadridge