Luca Caramaschi: La forza italo-francese del wealth management

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Banca Leonardo parla francese da poco più di un mese. Dopo l’annuncio nel novembre 2017, lo scorso maggio l’acquisizione da parte di Indosuez Wealth Management è stata finalmente completata. La società del gruppo Crédit Agricole, specializzata nel wealth management globale, ha rilevato una quota di maggioranza della banca italiana fondata 18 anni fa e guidata dal 2006 da Gerardo Bragiotti (ex Mediobanca ed ex Lazard) specializzata nella gestione dei grandi patrimoni in Italia e in Svizzera, facendo un grande salto in termini dimensionali, portando il patrimonio gestito a circa 7 miliardi complessivi. 

Sarà per questo che il neo amministratore delegato e direttore generale Luca Caramaschi parla di un 2018 piuttosto impegnativo. “L’operazione consente a Indosuez di rafforzare la propria piattaforma di wealth management in Italia, che rappresenta già il secondo mercato domestico per il gruppo Crédit Agricole, con l’aggiunta di un business dotato di professionisti di grande esperienza, un marchio forte e riconoscibile e una dimensione significativa”, dice il manager. D’altronde con l’acquisizione “Banca Leonardo potrà fare leva su un gruppo che vanta una tradizione di 140 anni e che offre un servizio altamente qualificato e personalizzato sia a famiglie sia a imprenditori”. 

Con l’integrazione, l’idea di fondo è quella di offrire servizi a valore aggiunto a tutti i clienti HNWI, nuovi ed esistenti. “Banca Leonardo vanta un’esperienza su prodotti e servizi che integrano la capacità di Indosuez WM di fornire soluzioni di gestione del patrimonio per famiglie e imprenditori. Allo stesso modo, Indosuez permetterà ai clienti di Banca Leonardo di beneficiare del proprio network internazionale di lunga tradizione”, aggiunge Caramaschi. 

Due linee di offerta di fondi

Al momento la base clienti della banca è costituita prevalentemente da un target di clientela con un portafoglio compreso tra 1 e 10 milioni di euro, i cui asset sono concentrati soprattutto nel risparmio gestito (55%), in particolare nelle gestioni di portafoglio (39%). Una clientela che potrà beneficiare di un’offerta completa al pari di quella dei principali operatori del settore, tra cui l’accesso a competenze nel private equity, corporate finance, real estate, cambi e prodotti strutturati, anche grazie ad una struttura con sei uffici e 230 collaboratori. 

“Il principio di trasparenza è alla base dei nostri servizi e, relativamente all’attività di investimento in fondi, abbiamo sviluppato la nostra offerta di fondi comuni d’investimento su due direttrici: quello della selezione di fondi esterni nell’ambito di un modello ad architettura aperta (300 fondi d’investimento per un totale di 50 case di gestione) e quello dello sviluppo di una gamma interna di fondi che investono nelle principali asset class” spiega il neo amministratore delegato. 

Che poi sull’enorme trasformazione del settore aggiunge: “Per garantirci il successo in futuro, abbiamo affrontato in anticipo molte questioni, come quelle relative al posizionamento strategico, rafforzamento dell’offerta commerciale, continuo aggiornamento degli aspetti di compliance e riposizionamento geografico”.