Pubblicata la 3^ edizione del Barometro ESG. Il data provider londinese individua anche una “relazione inversa” tra la crescita di fondi articolo 8 e la parallela contrazione di fondi articolo 6.
Al crescere del numero di fondi articolo 8 SFDR si riscontra una parallela contrazione (di pari valore) dei fondi ex. art. 6. Non solo: l’aumento dei prodotti articolo 8 comporta una crescita di quanti potrebbero incorrere in greenwashing. Emergono nuove evidenze dall’edizione 2024 del Barometro ESG di MainStreet Partners giunto alla sua terza edizione. “Il 2023 è stato un anno sfidante per gli asset manager su molti fronti, non ultimo quello di dover tenere il passo con il contesto normativo in continua evoluzione che ruota attorno agli investimenti sostenibili”, commenta Neill Blanks, managing director di MainStreet Partners. Il Barometro, specificano dalla società, è il risultato dell’analisi, su base annua, condotta dal team di ricerca di Mainstreet Partners che attinge a un database ESG proprietario composto da oltre 7.700 tra fondi ed ETF, più di 83 mila ISIN per oltre 350 società di gestione e un patrimonio totale di 10 mila miliardi di euro.
L’edizione 2024 del Barometro ESG del data provider londinese specializzato in ESG e dati di impatto attribuisce le performance di sostenibilità dei fondi sulla base della metodologia olistica proprietaria, basata su tre pilastri in cui identifica: le tendenze europee del mercato dei fondi, l’analisi EET (European ESG Template, il metodo standardizzato per lo scambio di dati ESG) e la Regolamentazione. A questo si aggiunge un’analisi dei private asset.
Il mercato dei fondi
Ebbene sul primo fronte, come anticipato, in merito alla relazione inversa tra fondi classificati in base ai diversi articoli della Sustainable Finance Diclosure Regulation Mainstreet sottolinea come all’interno del database si sia registrato un aumento del 20% su base annua del numero di fondi ex articolo 8, a fronte di un calo del 24% su base annua del numero di fondi ex articolo 6. A questo si aggiunge, sottolinea la società, che nel 2022 “il 21% di tutti i fondi ex articolo 8 (in base ai dati in possesso di Mainstreet, ndr.) non soddisfaceva i criteri minimi di MainStreet Partners; un valore che è aumentato fino a raggiungere il 24% alla fine del 2023”.
Analisi dati EET e normativa
Dall’analisi dei dati EET, che identifica le tendenze di sostenibilità all’interno del settore di appartenenza, le relazioni tra i fattori ESG, oltre a leader e ritardatari in termini di disclosure, Mainstreet rileva come l'adozione dello “Scope 3” all'interno dei processi di investimento resti limitata, con solo due aree che considerano esplicitamente le catene di approvvigionamento delle imprese, denominate Articolo 8 European Bond e Small and Mid-Cap European Equity.
In merito agli sviluppi normativi, l’analisi si sofferma sull’introduzione di nuovi indicatori come i PAI (Principle Adverse Impact) soprattutto in casi specifici come produttori di tabacco, salari e tassazione e l'aggiornamento dei modelli SFDR con un nuovo template e nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni.
Infine sul fronte dei private asset, la società richiama la difficoltà di analizzare questa asset class in quanto, la minore rendicontazione delle società crea problemi in termini di engagement e stewardship. E nonostante l'integrazione ESG si configuri come “naturale per settori come le infrastrutture e l'immobiliare, grazie al riconoscimento dell'impatto ambientale e sociale globale dei settori stessi”, non esiste, a oggi, “una soluzione unica per valutare correttamente i private asset, tenendo conto delle differenze tra i vari settori e quindi è necessaria un'ampia competenza nell'esecuzione della valutazione per identificare i rischi in materia di sostenibilità”.