Mainstreet Partners, cosa cambierà con l’arrivo della tassonomia

Rodolfo Fracassi, Amministratore Delegato e Co-Fondatore, MainStreet Partners
Rodolfo Fracassi, Amministratore Delegato e Co-Fondatore, MainStreet Partners

Il biennio alle porte sarà fondamentale per l’implementazione dell’Action Plan dell’Unione Europea per la Finanza Sostenibile. La base di questo cammino è rappresentata dalla tassonomia, le cui basi sono già state poste e per cui il termine ultimo per la completa entrata in vigore è fissato per il 2022. Funds People ha incontrato Rodolfo Fracassi, amministratore delegato e co-fondatore di MainStreet Partners, società con sede a Londra ma con anima italiana specializzata nella sostenibilità applicata al mondo della finanza, per fare il punto sui passi avanti fatti nella definizione del quadro normativo europeo e per comprendere quali saranno le fondamentali azioni che dovranno mettere in campo attori dell’industria e investitori.

“Tutto è partito con l’Action Group in cui una serie di stakeholders hanno iniziato a sistematizzare l’esigenza di mettere ordine per arrivare ad una definizione di cosa sia green”, ricostruisce Fracassi sottolineando immediatamente come il concetto di sostenibilità su cui sono impegnate le istituzioni comunitarie è da intendersi ad oggi limitato al campo ambientale. “Ci troviamo ancora all’inizio del processo: sono stati individuati i pilastri che andranno a definire la tassonomia e due di questi sono già stati completati”, spiega. “A partire dalla definizione di cambiamento climatico e mitigazione del clima, questi i due concetti già circoscritti dagli organi preposti all’interno della Commissione Europea, si andranno a sviluppare alcune definizioni puntuali relative all’ambito finanziario”, prosegue Fracassi, “e cioè quelle di indice green, green bond e ecolabel”.

Timeline for Investors, MainStreet Partners

Finanza e oltre

“Dobbiamo considerare il carattere generale della tassonomia. Il fatto cioè che non riguarda esclusivamente il mondo della finanza ma tutti i settori produttivi. L’impianto normativo dovrà quindi essere integrato all’interno dei processi decisionali o quantomeno classificativi non solo per quanto concerne gli investimenti ma in ogni campo”. Difficoltà specifiche riguarderanno però gli strumenti finanziari poiché se “da una parte”, fa notare Fracassi, “è estremamente positivo il raggiungimento di un modo di lavorare condiviso, dall’altro rappresenta una sfida poiché ai criteri già in uso dovranno essere integrate le conclusioni raggiunte dalla tassonomia”. L’esempio dei Green Bond può spiegare il cambiamento che andrà ad affrontare l’industria. L’esistente standard costituito dai Green Bond Principles è, infatti, il risultato del lavoro svolto all’interno della International Capital Market Association in uso da oltre 5 anni. “Un impianto che sta funzionando bene ma molti dei principi stabiliti dovranno essere attuati per essere conformi a quanto emergerà dalla versione finale della tassonomia e un problema ulteriore è determinato dalla confrontabilità con gli altri mercati internazionali”, rileva l’amministratore delegato e co-fondatore di MainStreet Partners.

Il pericolo è che si arrivi, quindi, ad un annullamento degli standard esistenti, non normativi ma consolidati a livello di mercato. “Un possibile passo indietro”, secondo Fracassi che ritiene sia da preservare un lavoro fatto dal mercato che ha dimostrato la propria validità in un arco temporale sufficientemente ampio per testarne l’efficacia. Un ulteriore rischio è determinato dall’eccessiva concentrazione delle istituzioni europee su uno solo degli aspetti della sostenibilità. “In un mondo che si sta muovendo per mettere sullo stesso piano ambiente e persone, provando ad uscire da una mentalità vecchia che vede il rispetto di criteri ecologici come incompatibile con lo sviluppo economico, il fatto che l’agenda politica e regolamentare europea sia completamente incentrata solo sull’aspetto del cambiamento climatico è certamente un fattore di parzialità”, sostiene. Il faro dovrebbero essere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, rappresentazione della compenetrazione di temi ambientali, sociali e di governance. “Questa”, conclude Fracassi, “è la vera sfida del futuro”.