Marco nascimbene e carlo de vanna

È uno dei fondi più longevi. Una storia lunga circa 25 anni, che investe sull’azionario italiano. D’altronde i sottoscrittori possono contare su uno dei migliori team in quanto a esperienza e risultati ottenuti. Da gennaio 2013 il Fondersel P.M.I. è guidato da Marco Nascimbene e Carlo De Vanna. 

L’acronimo P.M.I. sta adesso per “Portafoglio Mercato Italia”, e il nuovo indice di riferimento  (50% FTSE Mib + 50% FTSE Italia MidCap) caratterizza questo comparto per il suo sovrappeso strutturale sulle società a bassa capitalizzazione. 

Nascimbene ha circa vent’anni di esperienza in questo mercato e può vantare un track record di successo. De Vanna è invece in Ersel dal 2007 e durante il suo mandato come responsabile di Fondersel Italia ha battuto benchmark e media di categoria. Quando selezionano una società, i  due manager cercano di creare una posizione di forza. Sono certi dell’esistenza di opportunità di fronte a processi di ristrutturazione di una data società, che implica, ad esempio, un cambiamento nel management e nuove decisioni strategiche non ancora riflesse nella valutazione. 

Monitoraggio costante

Si capisce quindi perché le società vengano monitorate fin dall’inizio: “ci permette di capire se il cambiamento dirigenziale e le nuove decisioni vanno nella giusta direzione”, dice Nascimbene. 

Per investire è importante avere uno stretto rapporto con le imprese,   soprattutto con quelle più piccole, che spesso non sono coperte dalla maggior parte degli analisti. E per raggiungerle tutte, si affidano anche al sostegno di broker locali e analisti di settore. Un rapporto che poi va mantenuto costante, nel momento stesso in cui i gestori optano per investirci, per individuare problemi che possono verificarsi, cosa che permette di tagliare le posizioni, se ritenuto necessario. 

“Parte della nostra strategia sta nel cercare di anticipare il mercato,   leggendo tra le righe quale direzione potrebbe prendere. Identificare le storie prima degli altri porta certamente dei vantaggi “, dice De Vanna. 

Il portafoglio

Il portafoglio del Fondersel P.M.I. è composto da circa 90 titoli, classificati in due gruppi: i titoli di grandi società e le azioni di piccole e medie imprese. Una differenza incarnata nell’indice di Borsa italiana, formato per l’85% da grandi compagnie con forte esposizione al mercato interno, e da un 15% di mid e small caps, che funzionano come le multinazionali. “Sono loro il nostro obiettivo”, dicono i due gestori, “perché ci permettono di raggiungere una vera esposizione globale attraverso società quotate in Italia. 

Anche se nel medio e lungo termine le small e mid caps offrono rendimenti più elevati rispetto alle grandi società,  c’è da dire che sono anche le più volatili” ricordano da Ersel. Quindi, per aumentare o diminuire il rischio di portafoglio i due esperti adottano una posizione più o meno ciclica. Cioè aumentano o riducono il peso delle piccole e media capitalizzazioni rispetto al suo benchmark 50/50. Il peso massimo per ogni blocco è del 75-80% del portafoglio. L’importanza di una capitalizzazione più moderata poi porta i gestori a prestare attenzione al rischio di liquidità: un aumentato di direzionalità comporta un aumento del numero di titoli in portafoglio, con un turnover spesso elevato, soprattutto nei momenti di maggiore volatilità. 

La politica di gestione del rischio è completata poi da un limite definito di fluttuazione di tracking error rivisto settimanale. Il livello di gestione attiva è dunque relativamente contenuto e sono frequenti gli aggiustamenti, come dimostra appunto l’elevato turnover.

Pur tenendo conto dell’ambiente macro, l’approccio del fondo è bottom-up, dove l’allocation è il risultato della selezione dei titoli. “Nell’ultimo decennio il principale driver di performance veniva dall’asset allocation. Questo è cambiato negli ultimi anni, e grazie a uno stock picking siamo in grado di ridurre o aumentare la volatilità”, osservano Nascimbene e De Vanna. Nella gestione tattica possono usare anche derivati. 

Questo processo poggia in sostanza sull’esperienza dei gestori e sull’ampia conoscenza dell’universo investibile. In passato l’esecuzione è stata eccellente. Il fondo ha sovraperformato su base corretta per il rischio la propria media di categoria e il precedente benchmark FTSE Italia Mid Cap, e con l’attuale configurazione continua a generare ottimi risultati.