Marconi: (CheBanca!): “Vogliamo entrare nell’olimpo delle migliori reti italiane di consulenza”

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Duccio Marconi

A poco più di due anni dalla nascita, la rete di consulenza finanziaria di CheBanca! può vantare 70 uffici dedicati. Ad oggi la rete gestisce 3,8 miliardi di masse ed è costituita da più di 365 consulenti finanziari dedicati. “Il nostro obiettivo è di arrivare a 100 punti vendita entro la prossima chiusura d’esercizio, prevista per il 30 giugno 2020.

Nella prima fase di crescita ci siamo sviluppati a macchia di leopardo con l’obiettivo di diventare sempre più capillari. Ora stiamo quindi rafforzando la nostra presenza su alcune regioni come Emilia Romagna, Liguria, Sardegna, Abruzzo e parte del Triveneto”, spiega Duccio Marconi, direttore centrale Consulenti Finanziari CheBanca!. “Nel nostro business plan ci siamo prefissati di triplicare le masse attuali nei prossimi tre anni. Vogliamo entrare nell’olimpo delle migliori reti italiane di consulenza e, se ci sarà occasione, la Banca valuterà anche opportunità di acquisizioni di reti già esistenti”.

Un’offerta completa

Fin da subito CheBanca! ha puntato  sulla gamma prodotti e sulla qualità del servizio offerto. I consulenti finanziari di CheBanca! hanno a disposizione per la propria clientela più di A10.000 OICR di oltre 50 case di gestione, acquistabili attraverso la piattaforma di AllFunds Bank in open architecture, sempre sotto la sapiente guida nell’attività di advisory di Mediobanca SGR. “Ci sono poi i servizi di gestione patrimoniale di Amundi SGR a cui i aggiungeranno anche quelli di Mediobanca SGR a partire da novembre”, spiega il manager. Per quanto riguarda invece l’offerta previdenziale, CheBanca! ha sottoscritto accordi con Anima SGR e Amundi SGR, mentre per la parte assicurazione vita, il cliente può accedere ai prodotti di Eurovita, Aviva e Cnp Partner.

“Anche sul fronte assicurativo, continuiamo nell’attività di scouting al fine di individuare i migliori prodotti di copertura disponibili per il completamento della nostra offerta”, spiega. “Infine stiamo lavorando sulle sinergie all’interno del gruppo sul fronte dei prodotti alternativi, in particolare valorizzando l’expertise di Cairn Capital”. La società ha recentemente lanciato un fondo UCITS multi-asset che investe nel solo mercato del credito senza esposizione sulla curva dei tassi d’interesse e al  cambio valutario. “Sono prodotti che per i clienti più evoluti permettono una diversificazione di portafoglio, ma che comunque devono essere spiegati molto bene”, conclude Marconi. 

Organizzazione della rete

Ci sono tre tipologie di consulenti: in crescita, senior e private. Per ciascuna professionalità sono stati sviluppati programmi formativi dedicati. “La nostra idea è di formare i nostri consulenti sia sul lato tecnico, quindi sui prodotti di consulenza, sia sulle soft skills, a supporto dell’attività relazionale”, spiega. “Uno dei progetti su cui ci impegneremo di più quest’anno è lo sviluppo della divisione Private della rete consulenti CheBanca!, che prevede un modello di servizio dedicato per i consulenti con oltre 40 milioni di euro in gestione”. 

Rendicontazione finanziaria

L’environment finanziario è molto cambiato negli ultimi anni. Stanno progressivamente scomparendo i prodotti obbligazionari con rendimento sicuro ricorrente. Il passaggio quindi a prodotti più costosi con delega di gestione è stato naturale. “La rete Consulenti CheBanca! è nata MIFID compliant: offriamo da sempre una consulenza di portafoglio e non di prodotto; siamo una delle poche reti di consulenti a operare in open architecture e anche per le gestioni patrimoniali  e le polizze assicurative abbiamo adottato una struttura realmente win-win, ossia con costi congrui che non appesantiscano troppo i prodotti a discapito delle prospettive di rendimento per il cliente, come spesso accade nel mercato.

Nell’attuale contesto è fondamentale far comprendere ai clienti il reale valore dei prodotti: dietro costi più elevati si cela generalmente una maggiore complessità. Una guerra di prezzo tra operatori del settore non può che essere controproducente per l’intero sistema poiché nel lungo periodo si rifletterebbe sulla qualità media dell’offerta”, conclude Duccio Marconi.