La scorsa settimana il Dow Jones ha raggiunto per la prima volta nella sua storia quota 40 mila punti. E anche l’S&P 500 e il Nasdaq hanno toccato livelli record. E secondo i gestori lo scenario macroeconomico resta favorevole per la propensione al rischio.
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Ottimismo in crescita e listini a livelli record. Nonostante il rallentamento della crescita negli Stati Uniti nel primo trimestre e un’inflazione non ancora sotto controllo, in vista dell’allentamento sui tassi della Fed l’appetito per il rischio degli investitori è in costante aumento. E questa situazione di risk on spinge al rialzo i mercati Usa, e anche quelli europei. La scorsa settimana il Dow Jones, il più noto indice azionario di Wall Street, ha raggiunto per la prima volta nella sua storia quota 40 mila punti. E anche l’S&P 500 e il Nasdaq hanno toccato nuovi record. Mentre nel Vecchio continente, il Dax tedesco resta a ridosso dei massimi, dopo aver registrato il picco storico sopra 18.907 giovedì scorso.
L’attesa dei tagli dei tassi
Filippo Garbarino, gestore del fondo Lemanik Global Equity Opportunities, prevede ancora almeno 6-12 mesi di ‘bull market’. “L’S&P 500 quota a un multiplo di 20x gli utili 2024 e l’S&P 500 Equalweight è leggermente più economico, approssimativamente a 17x. Tali livelli di valutazione non sono economici. Tuttavia, riteniamo che utili societari in crescita e graduale progresso sul fronte inflazionario porteranno a un rialzo moderato delle azioni durante i prossimi 6-12 mesi”, afferma il gestore. “Continuiamo a ritenere che lo scenario macroeconomico per i mercati azionari sia relativamente favorevole”, dice. “L’inflazione ha notevolmente rallentato (da un massimo del 9.1% al 3.5% negli Usa). Attualmente si stima che i tassi di interesse siano sufficientemente restrittivi da assicurare una graduale convergenza dell’inflazione verso il target del 2%. Pertanto, è estremamente probabile che sia la Fed che la Bce inizino a tagliare i tassi durante l’anno in corso, con la Bce a muoversi per prima. L’economia Usa rimane in buona salute, come evidenziato dai recenti dati economici. Inoltre, le società Usa hanno riportato utili in forte crescita nel primo trimestre del 2024”, dichiara il gestore di Lemanik.
Crescita Usa resiliente
Anche per Alessandro Tentori, Chief Investment Officer Europe di AXA IM le aspettative sull’economia statunitense sono bullish. “Dopo la sorpresa negativa sulla crescita nel primo trimestre (+1,6%, meno delle attese, rispetto al +3,4% del quarto trimestre 2023), gli indicatori ‘real time’ usati dalla Federal Reserve (i ‘Nowcast’) attualmente stimano una crescita del PIL americano tra il 2,5% e il 4% nel secondo trimestre”, dice Tentori che precisa inoltre che la frenata dei primi tre mesi non ha riguardato i consumi. “Al contrario, le famiglie americane hanno mostrato resilienza”, dice. Tentori mette in luce che il mercato azionario è corso ben oltre le aspettative. “Basandoci sui sondaggi presunti anticipatori del ciclo economico, per esempio, nemmeno un indicatore autorevole come l’ISM (l’indice manifatturiero) aveva previsto la corsa dell’S&P500 negli ultimi 18 mesi”, osserva.

E anche l’Europa dopo un periodo di difficoltà sembra essersi ripresa e secondo Tentori potrebbe fare meglio delle attese. Infatti, l’indice ZEW sul sentiment economico in Germania mostra che l’economia potrebbe accelerare ancora più velocemente. “Se i dati continueranno ad andare in questa direzione, potremmo avere anche un netto miglioramento e una revisione delle stime”, evidenzia Tentori.
Consumi Usa: il caso Wallmart
Ma ci sono anche delle incertezze sui consumi negli Usa. Per tastare il polso sullo stato alle famiglie americane, Enguerrand Artaz, fund manager di La Financière de l’Echiquier, si sofferma sui dati trimestrali pubblicati la scorsa settimana da Walmart, gigante statunitense della grande distribuzione e uno dei pesi massimi di Wall Street. “La crescita solida dei ricavi del gruppo potrebbe far pensare che i consumi stiano andando alla grande. La realtà, invece, è più sottile”, dice Artaz. “David Rainey, il direttore finanziario di Walmart, ha infatti lasciato intendere che la spesa è aumentata per i beni di prima necessità, cibo e prodotti per la cura della persona soprattutto, a scapito di quella per i beni discrezionali, come gli elettrodomestici e l'elettronica”, dice. “Dichiarazioni, queste, che fanno eco a pubblicazioni macroeconomiche recenti da cui emergono la debolezza delle vendite al dettaglio, la scarsa crescita dei redditi reali e una concentrazione dell'inflazione su categorie di spesa limitate - assicurazione auto, spese finanziarie, servizi medici - riducendo meccanicamente la capacità di consumo discrezionale delle famiglie”, sottolinea.
Ma secondo alcuni esperti, le stime per la crescita negli Usa sembrano eccessivamente ottimistiche, perché si basano sull’aspettativa che le aziende siano in grado di espandere i margini di profitto mentre i ricavi sono assunti stabilmente in crescita.“Se l’inflazione dovesse riservare sorprese a rialzo unitamente a un mercato del lavoro in flessione, si potrebbe materializzare lo scenario in cui la Fed si trovi nell’impossibilità di agire ricalcando appunto lo scenario stagflazione”, dice Livio Spadaro, portfolio manager di Frame Asset Management.
Impatti sul portafoglio
In previsione di mercati ‘toro’, per Tentori è preferibile avere un profilo di rischio più alto rispetto al 2023. “Sarebbe opportuno avere in portafoglio rischio equity o rischio High Yield. Senza tuttavia dimenticare la diversificazione regionale: non solo equity USA, ma anche Europa e Cina. Sembra infatti che ci possa essere meno valore sull’equity statunitense rispetto ad altre regioni, date le valutazioni”, dice l’esperto.
Garbarino illustrando il posizionamento del fondo Lemanik Global Equity Opportunities dice: “A livello settoriale il portafoglio non ha banche e petroliferi, settori considerati troppo rischiosi. Il portafoglio è sovrappeso sul settore Diversified financials (per esempio, Visa, Mastercard, Moodys, S&P Global, MSCI), industriale e chimico. I settori sanità e beni di consumo sono leggermente sovrappesati mentre i tecnologici sono sottopesati”, spiega.
Nonostante preveda maggiore incertezza e sullo sfondo il pericolo ancora attivo di stagflazione negli Usa, per Spadaro per il momento la tendenza dei risk-asset dovrebbe comunque mantenersi. Ma con una distinzione. “Gli investitori iniziano a scremare le società su cui puntare. Il value offre migliori opportunità del growth anche per via delle valutazioni arrivate ad un punto storicamente depresso”, dice.