SdR22, Michielssens: (Candriam): "L'healthcare continua a offrire opportunità interessanti"

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Servaas Michielssens. Foto concessa (Candriam)

Il settore sanitario continua a offre opportunità interessanti dopo l'onda lunga della pandemia globale. "Storicamente, gli utili di queste aziende sono molto meno volatili rispetto a quelle di altri settori e non sono ancorati all’andamento dell'economia, ai tassi di interesse o all'inflazione. Questo dovrebbe predisporre il settore a una relativa sovraperformance. Tutto ciò è ancora più vero nel segmento dell’oncologia, da cui ci si aspetta la maggiore resilienza" Servaas Michielssens, Fund manager and Senior Biotechnology analyst, Candriam.

Secondo il gestore intervistato da FundsPeople in occasione della tre giorni del Salone del Risparmio 2022 a Milano, se si prendono in considerazioni i prezzi delle azioni "abbiamo visto che nel pharma tipicamente c’è un livello minimo sulle valutazioni delle aziende innovatrici. Poiché queste aziende hanno bilanci molto sani e molte devono affrontare i patent cliff, ci aspettiamo che l'M&A aumenti notevolmente se le condizioni di mercato restano difficili. Tuttavia, come sempre, è necessaria una certa disciplina per selezionare le aziende con prodotti che alla fine faranno la differenza. Le tendenze a lungo termine rimangono comunque chiare".

Alcuni dati aiutano a circoscrivere il fenomeno e la sua portata. L'esperto di Candriam spiega che: "Dei 51 nuovi farmaci ("nuove entità molecolari") approvati negli Stati Uniti dall'FDA nel 2021, un terzo erano farmaci antitumorali. La nostra strategia ha investito nella maggior parte delle aziende che hanno beneficiato di tali approvazioni. Grazie a una pletora di nuovi farmaci antitumorali in fase di sviluppo, restiamo fiduciosi sulla possibilità che si verificheranno ulteriori scoperte cliniche, a beneficio sia dei pazienti sia degli investitori. Tuttavia, l'innovazione, non è un processo lineare e i periodi di successo possono alternarsi a momenti meno produttivi".

Strategia a impatto positivo

"Creare un impatto positivo per i pazienti è al centro del nostro processo di investimento ed è anche la chiave per generare buoni rendimenti per i nostri investitori. La domanda critica che ci poniamo sempre quando investiamo in un'azienda è come i suoi prodotti facciano la differenza per i malati di cancro" spiega Michielssens. Insomma si tratta di un obiettivo apparentemente facile: fare bene facendo del bene. Non si tratta però soltanto di investimenti azionari, "sappiamo che maggiori scoperte sulla biologia del cancro saranno fondamentali per un miglioramento continuo delle condizioni per i pazienti e che la ricerca è spesso portata avanti nel mondo accademico. Per questo motivo doniamo parte delle commissioni di gestione della strategia a enti di beneficenza con una forte attenzione alla ricerca traslazionale".

La mission di questa strategia, gestita da un team di scienziati investitori o investitori scienziati, si indirizza dunque principalmente nella lotta al gravoso problema del cancro, seconda causa di morte in tutto il mondo. "Questo fa sì che la strategia sia diversificata su molti sottosettori dell’healthcare (strumenti di scienze della vita, diagnostica, medtech, pharma e biotech), ma il cancro è anche un problema globale che richiede soluzioni a livello globale. Per questo la strategia investe in tutto il mondo utilizzando un approccio barbell attentamente monitorato che è in fase iniziale sulle small cap ed è già consolidato sulle aziende a maggior capitalizzazione".

Focus sul settore dell'oncologia

Durante a pandemia se si guarda alle società focalizzate sul settore oncologico, queste hanno dimostrato molta resilienza. "Ciò è legato ancora una volta al fatto che le cure e gli sviluppi delle terapie non possono essere rinviati. Gli studi clinici non sono stati impattati molto, ma anche in questo ambito come altrove, si è verificato un passaggio alla digitalizzazione e a cure e follow-up al di fuori dall'ambiente ospedaliero" ci tiene a specificare il gestore.

Va anche sottolineato però che la pandemia, come tristemente noto, "ha portato a un periodo di minori diagnosi di cancro, questo più che mai evidenzia la necessità di nuovi test diagnostici. Un'area particolarmente promettente è quella delle cosiddette biopsie liquide, test basati sul sangue per diagnosticare il cancro (soprattutto in fase iniziale) e monitorarne la ricomparsa. È un'area dove vediamo un sacco di progressi, e dove speriamo di vedere la prima convalida di grandi studi clinici quest'anno" conclude Michielssens.