MiFID II, i motori sono caldi

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Manca ancora un anno per l’entrata in vigore di MiFID II ma i motori sono caldi per adattare i sistemi finanziari agli standard della direttiva. Il segno distintivo che contraddistingue la consulenza finanziaria indipendente è la remunerazione in via esclusiva a parcella (fee only), priva di qualsiasi conflitto d’interesse e senza i costi occulti che caratterizzano invece il sistema bancario e assicurativo. Ma andiamo con ordine. Si distinguono tre forme di remunerazione: commission only, il consulente/venditore riceve una provvigione dalla banca o rete distributiva (rebates/retrocessioni); fee and commission, il consulente/venditore riceve sia una provvigione dalla banca o rete distributiva (rebates/retrocessioni) sia un onorario professionale da parte del cliente; fee only, il consulente esclusivamente un onorario professionale da parte del cliente. Solo con questa modalità di pagamento si può parlare di vera indipendenza.

In UK gli effetti della normativa RDR si sono da subito riflessi sulla tipologia di entrate delle società che svolgono attività di consulenza. Queste applicano il sistema fee and commission, sono in prevalenza di grandi dimensioni: poche case d’investimento con molti advisor per la maggior parte ex commission only. E in Italia? Fideuram, per esempio, eroga il servizio di consulenza finanziaria a tutti i suoi clienti, 600mila circa, per tutti i prodotti e su tutti i canali. “Il nostro servizio di consulenza è modulare: si articola in un livello base, già molto sofisticato rispetto alla media di mercato, che non prevede costi aggiuntivi rispetto ai costi gestionali dei prodotti sottoscritti dalla clientela, ed un livello evoluto, chiamato 'Sei', con un approccio differenziato per aree di bisogno, una reportistica dedicata ed una serie di servizi aggiuntivi, come ad esempio la consulenza immobiliare o successoria. La remunerazione di 'Sei' avviene tramite un’aliquota dedicata che ammonta, in media, allo 0,40% degli assets investiti”, spiega Antonello Piancastelli, condirettore generale Fideuram e responsabile area coordinamento affari Fideuram.

E aggiunge: “al di là del dato numerico, in generale ritengo valido il principio in base al quale chi fa consulenza in modo serio e qualificato debba poter evidenziare come il costo sostenuto dal cliente sia congruo rispetto al suo profilo complessivo ed al valore - non solo economico - del servizio offerto. Il principio sempre valido è che al cliente deve sempre essere data, sia ex ante che ex post, la massima trasparenza sui costi applicati, tanto sui servizi consulenziali, quanto sui prodotti; non dimentichiamo infatti che ci sono costi reali legati alle fabbriche, che vanno in qualche modo riconosciuti”. E per rispondere a un paradigma completamente rivoluzionato, dove non esistono più le certezze di ieri (tasso fisso, immobili, flussi reddituali costanti) e rispondere a mercati sempre più complessi “la nostra consulenza sta diventando patrimoniale: ampliata a tutte le componenti del patrimonio non soltanto finanziario, all’intero nucleo famigliare e in ottica transgenerazionale”, precisa. E conclude: “la nuova normativa ribadisce alcuni principi in cui ci riconosciamo, come il valore dell’assistenza continuativa nel tempo (ben diversa dalla pratica di movimentare il portafoglio del cliente per generare commissioni), o la condanna di forme di pricing opache. Per questo motivo riteniamo che il nostro modello sia già oggi in linea con lo spirito della nuova normativa”.

Anche Banca Euromobiliare si è distinta da subito per i servizi di consulenza evoluta con Advisory Suite che offre strumenti di reportistica all’avanguardia per il monitoraggio degli asset. “In 40 anni di attività nel private banking, abbiamo sviluppato una profonda esperienza nei servizi di investimento e un’elevata specializzazione nella consulenza finanziaria evoluta per la tutela e la valorizzazione nel tempo del patrimonio dei nostri clienti. Per questo motivo continuiamo a investire per dotarci di modelli e di strumenti sempre più innovativi per la gestione del rischio e per il controllo della volatilità”, spiega Giuseppe Rovani, direttore generale di Banca Euromobiliare. E precisa: “lo facciamo attraverso i servizi di advisory, i nostri relationship manager, le nostre filiali e centri finanziari dedicati al private banking e, grazie ai servizi di corporate & finance advisory e una stretta sinergia con le competenze specialistiche offerte da gruppo Credem, siamo in grado di affiancare manager e imprenditori nello sviluppo e nella continuità delle attività imprenditoriali. A oggi sono 16.400 i clienti che hanno scelto di ricevere analisi e raccomandazioni personalizzate attraverso un contratto di consulenza a pagamento e con il supporto professionale del gestore della relazione. Ogni trimestre è previsto un rendiconto riepilogativo degli asset in consulenza e della composizione del portafoglio con il calcolo e addebito delle commissioni previste dal servizio”.

Conclude: “il modello di pricing del servizio di consulenza personalizzata prevede una commissione percentuale per profilo calcolata sul patrimonio del cliente. Le fee di consulenza si basano su un’aliquota definita in base ai profili di rischio e sulla masse pesate in misura differente in funzione della tipologia di asset e nel rispetto di un minimo contrattuale. Le commissioni sono calcolate sul saldo della posizione ottenuto pesando in modo differenziale le diverse componenti del portafoglio: i titoli azionari, titoli obbligazionari, ETF, per le quote di fondi comuni di investimento e le azioni di Sicav relativamente alle quali la banca ha stipulato accordi di collocamento con l’emittente/offerente e prodotti assicurativi”.