Minibond, cresce l'interesse sul credito alternativo

mao_lini
foto: autor mao_lini, Flickr, creative commons

Cresce il mercato dei minibond: se i primi sei mesi del 2015 sono stati un banco di prova per il nuovo strumento finanziario complementare e alternativo al credito bancario e il risultato, ad oggi, non può che dirsi positivo. A dirlo il report trimestrale redatto da MinibondItaly.it ed Epic SIM, che offre un quadro completo dell'evoluzione del mercato dei minibond in Italia, monitorando trend e cambiamenti nel breve e nel lungo periodo. Da inizio anno il numero di aziende che ha scelto di affidarsi ai mini bond è cresciuto mese dopo mese. Sull’intero mercato ExtraMOT Pro è stata raggiunta quota 114 emissioni e superata la soglia di 5 miliardi di euro di controvalore. 

Tutte le dodici emissioni del secondo trimestre appartengono alla fascia inferiore a 50 milioni di euro, quella dei veri minibond, che rappresentano ora il 19% del mercato ExtraMOT. È proprio su questo segmento che il report si concentra ed evidenzia come sia in leggero aumento nell'ultimo trimestre il taglio medio (che resta comunque nella media complessiva inferiore a 10 milioni di euro), mentre sono in lieve riduzione maturity (in media 5,6 anni) e tasso di interesse (in media 5,81% annuo), in linea con il primo trimestre del 2015. 

Per quanto riguarda invece la concentrazione geografica delle emissioni le regioni del Nord Italia detengono il primato, con il 75% della concentrazione del mercato. Nello specifico il Veneto è la regione più attiva sul mercato dei minibond con emissioni pari a 246 milioni di euro. A seguire Lombardia, con 212 milioni, Emilia Romagna con 173 milioni e Piemonte con 67 milioni.

Il report registra poi un forte incremento del settore Food&Beverage, grazie alle emissioni Ferrarini e Terre Cortesi Moncaro. Ma a guidare la classifica sono le imprese del settore energetico, industriale e di servizi finanziari.