La riscossa dei fondi obbligazionari

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Andrés Nieto Porras, creative commons, fickr

Fondi obbligazionari alla riscossa. Dopo l’inversione di rotta registrata già a marzo – quando dopo nove mesi di deflussi quasi ininterrotti, segnavano un +11,62 miliardi di euro, contribuendo al risultato complessivo dei comparti a lungo termine, che era stato pari a 13,11 miliardi di sottoscrizioni nette – anche ad aprile, secondo l’ultimo Morningstar Asset Flow Report, in Europa i fondi a reddito fisso registrano una raccolta netta quasi doppia: 20,2 miliardi di euro. Merito soprattutto dei fondi high yield in dollari che hanno ricevuto il più alto numero di sottoscrizioni (+ 3,82 miliardi). Il restringimento degli spread dei corporate bond rispetto ai titoli considerati privi di rischio, che ha interessato soprattutto le compagnie energetiche, ha contribuito a un ritorno di fiamma per questa asset class, fortemente penalizzata nel 2015.

“I flussi netti nei fondi obbligazionari ad aprile, insieme a quelli registrati a marzo hanno messo fine a un trend di riscatti, lungo un anno, per questa asset class, ha detto Matias Möttölä, senior manager research analyst di Morningstar. "Ma, se a marzo gli investitori si sono focalizzati sui fondi che avrebbero beneficiato in modo diretto del piano di stimolo della Banca Centrale europea, ad aprile hanno mostrato un interesse più ampio alla categoria del reddito fisso, favorendo i fondi con un più alto fattore di rischio, come per esempio quelli che investono principalmente in high yield e nei mercati emergenti”.

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Il cambio di tendenza avveniva dunque già a marzo dopo che la BCE aveva annunciato l’intenzione di voler comprare corporate bond non finanziari per stimolare l’economia, nell’ambito del più ampio programma di acquisto di titoli governativi, asset-backed securities e covered bond. Una mossa che ha restituito fiducia agli investitori che, frattanto, complice la volatilità delle Borse, hanno messo un freno ai comparti azionari: da gennaio, si stimano deflussi per 28,7 miliardi di euro, di cui 6,4 ad aprile. I riscatti hanno colpito soprattutto i prodotti specializzati in Paesi sviluppati, in particolare il Giappone (-3,6 miliardi di euro), seguito dall’Europa.

Controcorrente sono andati solo i fondi azionari sui mercati emergenti che hanno registrato sottoscrizioni nette pari a 1,6 miliardi di euro. Continuano ad attrarre capitali, seppur rallentando la corsa del 2015 e dei primi mesi del 2016, gli alternativi e i bilanciati. Nel complesso, i flussi netti dei comparti a lungo termine ad aprile sono stati di 21,2 miliardi, cui si aggiungono i 18,31 miliardi dei monetari.

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Tra le dieci più grandi case di gestione per patrimonio gestito, BlackRock, Deutsche AM, JPMorgan, Fidelity, Schroders e Invesco hanno subito riscatti netti da inizio anno, dopo un brillante 2015, anche se non ci sono state vendite massicce per nessuno di loro. Fanno peggio Standard Life, Franklin Templeton e M&G.

Ottimi risultati invece per UBS - premiato soprattutto grazie al recente lancio del fondo high yield MM Access II High Yield di UBS Third Party Management Company – ma anche per Nordea ed Aviva, che occupano i primi posti della classifica per SGR che raccologono di più. Tra le italiane, nella lista delle top ten brillano UBI ed Eurizon Capital.

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