Il 28° Rapporto annuale di ACRI indica erogazioni in aumento del 5,3 per cento. Prosegue il processo di dismissioni dalle partecipazioni bancarie: a dicembre 2022 inferiore al 5% per l’82,6% delle entità.
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Restano “inalterate” le erogazioni delle fondazioni bancarie sui territori nel 2022. Anzi, crescono. E questo, sottolinea il presidente di ACRI, Francesco Profumo, “a fronte di un andamento decisamente negativo dei mercati finanziari, determinato da uno scenario di policrisi, caratterizzato da pandemia, guerra, crisi energetica e inflazione”. Secondo i dati diffusi dall’associazione nel “28° Rapporto annuale Fondazioni sui dati aggregati dai bilanci 2022”, il patrimonio contabile complessivo delle 86 Fondazioni di origine bancaria italiane si attesta a 40,6 miliardi di euro (+0,8%), e mentre calano proventi finanziari (pari a 424,9 milioni, -37,8%) e redditività lorda del patrimonio (del 3,5% nel 2022 era il 5,7% nel 2021), per contro si assiste a un aumento dell’attività erogativa del 5,3% (962 milioni), con le erogazioni destinate al welfare che rappresentano il 34% (332,3 milioni)
Un approccio “anticiclico”
A sostenere l’azione degli enti la modalità operativa ormai diffusa “di prevedere la dimensione dell’attività istituzionale dell’anno sulla base dei rendimenti dei dodici mesi precedenti”, afferma ancora Profumo che indica come questo approccio ‘anticiclico’, “coniugato con i cospicui fondi di stabilizzazione e con l’accantonamento derivato dalla riduzione dell’imponibile sui dividendi, permette di garantire un supporto finanziario costante alle tante progettualità socio-culturali attive sui territori”. Il presidente indica, a questo proposito come la strategia delle Fondazioni si basi “su un costante dialogo con i territori, al quale fa seguito l’individuazione delle misure più efficaci per accompagnare Istituzioni e Terzo settore nell’elaborare e implementare risposte tempestive e strategie di lungo periodo per rispondere ai bisogni delle comunità”. Obiettivo: promuovere "un progressivo empowerment dei territori, alimentato con una variegata fornitura di risorse economiche e competenze progettuali”.
Le dismissioni delle partecipazioni nelle banche conferitarie
Prosegue intanto il processo di dismissioni delle partecipazioni nelle banche conferitarie avviato nei primi anni ‘90, quando le Fondazioni detenevano la totalità del pacchetto azionario delle banche partecipate: a dicembre 2022, emerge come l’82,6% delle Fondazioni abbia una partecipazione inferiore al 5% (38 non detengono più alcuna partecipazione, 33 hanno una partecipazione inferiore al 5%). Solo nove Fondazioni hanno una partecipazione tra il 5 e il 50%, sei hanno una partecipazione superiore al 50% (nel rispetto della normativa, che prevede una deroga in tema di controllo a favore delle Fondazioni di piccola dimensione e di quelle con sede nelle regioni a statuto speciale).
Patrimonio
Nel dettaglio dei numeri, come detto, al 31 dicembre 2022, le Fondazioni di origine bancaria detengono un patrimonio contabile di 40,6 miliardi, pari all’85% del passivo di bilancio, in aumento di circa 319 milioni di euro (+0,8%) rispetto al 2021. Cresce anche l’attivo (+0,5%) che si attesta a poco più di 47,6 miliardi. Anche il totale delle attività finanziarie cresce per circa un miliardo, ammontando, fra immobilizzate e non immobilizzate, a 43,7 miliardi di euro (erano 42,6 miliardi nel 2021).
Gli investimenti correlati alla missione (MRI), sulla base della rilevazione sui bilanci del 2021, si attestano complessivamente a 4,6 miliardi (il 10% del totale attivo e il 12% del patrimonio). “Lo Sviluppo locale resta il settore in cui le Fondazioni canalizzano la maggior parte delle risorse, incidendo per l’84% sul totale degli investimenti”, si legge nel report.
Gestione economica, in calo i dividendi
I proventi calano del 37,8% rispetto al 2021 (a quota 1,4 miliardi) e, dall’esame delle tipologie di ricavo, si rileva che, nel 2022, i dividendi sono pari a 1,24 miliardi (-20,3% rispetto al 2021), di cui 640,8 milioni da partecipazioni bancarie (45% sul totale dei proventi) e 602,2 milioni da partecipazioni non bancarie (42,3% sul totale dei proventi).
I risultati delle gestioni patrimoniali passano da 78,5 milioni del 2021 a -36,4 milioni. La gestione degli strumenti finanziari, che include l’utile netto da negoziazione titoli, per effetto delle valutazioni e dei flussi di interessi, diminuisce il suo contributo al totale dei proventi in modo sensibile, passando da 308,3 milioni del 2021 a 71,2 milioni nel 2022. Segnano una variazione negativa anche gli altri proventi ordinari di natura non finanziaria e straordinari, che passano da 270,7 del 2021 a 147,2 milioni di euro del 2022 (-45,6%).