Nella fund selection ci sono poche donne

Donne
Rodion Kutsaiev (Unsplash)

Il settore della fund selection in Italia, a oggi, vede una forte (fortissima) presenza maschile. È quando emerge da un’analisi di FundsPeople, che ha interrogato le società di gestione operanti in Italia per capire quali sono i numeri delle donne nel mondo della fund selection e per definire, su queste grandezze, anche quante si trovano in posizioni di responsabilità. Emerge un panorama in cui la presenza femminile è scarsa, e quella delle donne a capo di team di selezionatori di fondi, data la base di partenza, è ridotta all’osso.

I numeri

Soltanto 16 società sulle 31 analizzate, ossia il 52% (si è concentrata l’attenzione sui dati presenti nel database FundsPeople e sulle richieste effettuate esplicitamente ad alcune società), vantano una presenza femminile all’interno dei team di fund selection. Tuttavia ci sono casi in cui le donne nel team si equiparano numericamente agli uomini (ad esempio in Eurizon Capital SGR), in due casi sono in numero addirittura superiore (come in Banca Patrimoni Sella & C. e in Hedge Invest) e non mancano percentuali superiori al 30% in società come Amundi SGR, Banca Aletti, Euclidea SIM, Mediobanca SGR, Mediolanum Gestione Fondi, Sella SGR e Zurich. Qui però finiscono le note positive.

Presenza femminile nei team di Fund Selection

Societàn. teamn. donneresponsabili%
Alicanto Capital10,00%
Amundi SGR62133,33%
Anima SGR61116,67%
Anthilia20,00%
Banca Aletti11436,36%
Banca Consulia30,00%
Banca Patrimoni Sella & C.11763,64%
Banor SIM4250,00%
BCC R&P8112,50%
CFO SIM30,00%
Consultinvest20,00%
Ersel SPA5120,00%
Ersel AM40,00%
Eurizon12650,00%
Euclidea SIM3133,33%
EASIM5120,00%
Fideuram 92122,22%
Frame AM30,00%
Gamma Capital10,00%
Generali A&WM4125,00%
Hedge Invest32166,67%
Investitori SGR20,00%
Kairos30,00%
Mediobanca SGR3133,33%
Mediolanum Gestione Fondi176135,29%
Pharus20,00%
Quaestio30,00%
Sella SGR5240,00%
Soprarno SGR20,00%
UniCredit51120,00%
Zurich3133,33%
Fonte: Elaborazione FundsPeople su dati propri.
Percentuale donne responsabili sul totale delle Fund Selector14%
Percentuale responsabili donne sul totale dei Fund Selector (donne e uomini)4%
Percentuale femminile sul totale dei Fund Selector (donne e uomini)28%
Fonte: Elaborazione FundsPeople su dati propri.

Sul totale dei 151 fund selector censiti in questo approfondimento poco più di un quarto sono donne: il 28 per cento. Dati che si restringono ulteriormente quando si va a indicare quante sono le responsabili dei team di fund selection sul totale della presenza femminile, ossia sei su 42: il 14 per cento. E il cerchio si restringe ulteriormente se si verifica l’incidenza percentuale delle professioniste a capo di un team sul totale dell’universo censito: il 4 per cento. In totale i team guidati da donne sono sei su 31: il 19 per cento.

“Margini di miglioramento”

Volendo commentare i dati con una nota di ottimismo, insomma, si potrebbe scrivere che sussistono “ampi margini di miglioramento”. Non che manchino, come detto, le eccezioni positive, ma in un mondo del lavoro in cui il tasso di occupazione femminile si attesta ancora su percentuali modeste del 51,3% (Fonte Istat al 31 dicembre 2022) il fatto che posizioni così specialistiche continuino a confermarsi a forte impronta maschile è, di per sé, un fenomeno che merita attenzione. Quindi le eccezioni continuano a mostrarsi per quello che sono: eccezioni, appunto. Inoltre il numero resta basso anche tra le nuove leve, il che fa pensare che si tratti di un ritardo non tanto legato a una frattura generazionale, quanto a motivazioni più profonde.

Le motivazioni

Se si allarga lo sguardo a questi “anni ‘20” e al trauma collettivo che ha investito non soltanto le vite personali di ciascuno, ma anche il mondo del lavoro, la pandemia ha tracciato una linea netta tra un prima e un dopo. E questo, nonostante la capacità di “metabolizzazione” che hanno gli esseri umani (per quanto vicino, il ricordo dei mesi passati in quarantena è stato quasi fagocitato dalla quotidianità e da altre urgenze collettive, dal conflitto all’inflazione). E appunto questa linea di demarcazione storica rientra nella riflessione di Roberta Rudelli head of fund selection di Unicredit che sottolinea come nel mondo pre pandemico “il ruolo richiedeva di viaggiare molto per incontrare i gestori nelle loro sedi e questo poteva essere un limite per le donne con figli, soprattutto nei contesti in cui il sistema di welfare è ancora molto dipendente dall’aiuto dei nonni”. L’esperienza maturata nei mesi di lockdown, tuttavia, ha modificato il mondo del lavoro. “Oggi molti processi di valutazione vengono svolti da remoto – precisa l’esperta –, attraverso video call con sistemi che consentono anche la condivisione di documenti e questo potrebbe aiutare ad aumentare la presenza femminile grazie alla maggiore flessibilità”. Un altro aspetto da considerare, poi, è la “specificità di questa attività: una sorta di ufficio studi di poche persone a supporto dei diversi segmenti di business che rimane sempre un po’ ‘dietro le quinte’ perché estremamente tecnico e non sempre coinvolto direttamente nella gestione di portafoglio. La poca visibilità e la difficoltà di raggiungere un ruolo manageriale, oltre a sistemi di incentivazione meno interessanti rispetto ad altre attività, hanno contribuito alla decisione di alcune donne che in passato sono state fund selector a scegliere percorsi di carriera diversi, più legati alle attività commerciali”.

Un altro punto di vista interessante è quello offerto da Chiara Mauri, head of fund research & alternative investments in Fideuram Asset Management SGR che individua l’esiguo numero di donne nel settore come una conseguenza della “generalizzata modesta presenza di donne in finanza, ambito spesso considerato ancora oggi appannaggio maschile”. Per molte donne, secondo la responsabile, la sfida principale è “la mancanza di accesso a studi propedeutici alla comprensione delle informazioni finanziarie che ha impedito loro di approcciarsi al settore. Oggi lo scenario in cui le donne vivono e operano è cambiato radicalmente in meglio, influenzando le loro scelte scolastico-professionali e aumentando la loro consapevolezza e partecipazione alla finanza”.

Certo, Mauri ha ben presente il divario che separa ancora uomini e donne dalla piena parità, e richiama a questo proposito il Global Gender Gap Report 2022 che indica “come necessari altri 132 anni per colmare il divario di genere globale”, tuttavia indica che “la finanza inizia a essere un settore non più esclusivamente maschile. I numeri sono ancora modesti, ma sono convinta che le porte della finanza oggi siano aperte a tutti coloro che mostrano passione e determinazione, a prescindere dal genere. Le donne hanno oggi una grande sensibilità finanziaria, solidi studi alle spalle, capacità di analisi e di ascolto e un maggiore controllo del rischio... caratteristiche perfette per una brava fund selector!”.

In ogni caso, nel mondo finanziario, oggi, resta una importante componente maschile, “e il fatto che le donne riescano a raggiungere posizioni apicali in tale contesto è un fattore rilevante”, afferma Catia Lippolis, senior advisory consultant di Ersel che sottolinea il qui e ora: “nel momento in cui si lavora in un ambiente maschile è importante non essere trattate come ‘quote rosa’. L’inclusione è fondamentale”, sottolinea la professionista che indica la necessità di “fare squadra” non soltanto tra donne ma anche con gli uomini, creando valore aggiunto e portando una prospettiva diversa. Un atteggiamento importante per una crescita anche numerica della presenza femminile in ruoli così specialistici.

Articolo ripreso dal mensile FundsPeople di marzo n. 71, per consultare l’articolo completo vai a questo link.