Nella sfida del risparmio, gli italiani fanno i conti con l’incertezza sul futuro

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Nine Koepfer (Unsplash)

Crolla l’ottimismo e aumentano le preoccupazioni per il futuro. Un quadro a tinte fosche emerge dall’ultima rilevazione Acri-Ipsos sulla propensione al risparmio degli italiani. L’indagine presentata in previsione della 98^ giornata mondiale del risparmio, che si è tenuta il 31 ottobre, ha messo in luce le preoccupazioni degli italiani a fronte di un contesto in cui, alla pandemia, si è aggiunto il conflitto in Ucraina, con l’aumento del costo dell’energia e le conseguenti ricadute sui prezzi. Un dato su tutti: nel 2021, il 50% degli italiani era ottimista a fronte di un 26% di quest’anno. Unico faro nella tempesta il PNRR, vissuto, però, “più come una risposta emergenziale alle esigenze contingenti che come importante occasione di ripensare il sistema Paese e la sua capacità produttiva”.

I numeri

La ricerca dal titolo “Il valore del risparmio nell’era dell’incertezza” è stata occasione di discussione nel corso dell’evento organizzato da Acri, che ha visto interventi del presidente Francesco Profumo, di quello di ABI Antonio Patuelli, del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, e del nuovo ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Lo studio evidenzia in primis la crescente difficoltà economica delle famiglie italiane, accompagnata da una più marcata insoddisfazione: a fronte di un 6% che si dichiara molto soddisfatto per la situazione economica, il 17% ritiene di non esserlo affatto, dato in crescita del 6 per cento. Eppure, rivela la ricerca “le famiglie economicamente colpite dalla crisi non sono aumentate rispetto allo scorso anno, al contrario, si registra un progressivo e lento contenimento, anche se si osserva una crescita tra coloro che non vengono regolarmente retribuiti a fronte del lavoro svolto”. Di base, il peggioramento delle attese è legato da una parte all’inflazione, dall’altra alle preoccupazioni per il futuro. Infatti, le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono rimaste invariate e, al contempo, il tenore di vita è peggiorato per il 19% (contro un 10% del 2021), il 38% ha vissuto difficoltà, mentre coloro che hanno vissuto un miglioramento sono solo il 7%, circa la metà rispetto al 2021.

Lo spettro dell’inflazione

Senz’altro un tema di preoccupazione importante è legato all’inflazione. E lo certificano i dati. Si riducono, infatti, le famiglie in grado di far fronte con mezzi propri a situazioni di difficoltà (il 75% delle famiglie affronterebbe con serenità una spesa imprevista di mille euro, percentuale che scende al 39 nel caso di una spesa di 10 mila). La capacità di risparmio resta una priorità: più di un terzo (37%) non vive tranquillo se non mette da parte del denaro che, tuttavia, preferisce tenere liquido. Tutta questa situazione induce gli italiani a privilegiare gli investimenti con ricadute nell’immediato (44% vs 36% nel 2021) senza però trascurare il domani che, di fatto, continua a catalizzare le scelte di più della metà (51% vs 62% nel 2021).

La fiducia nell’UE

In questo scenario incerto, l’Unione Europea continua a essere vista con favore, si ha fiducia nelle azioni e nelle scelte che verranno prese (57% si fida vs 43% non si fida). Chi si fida dell’Unione sono i più giovani (18- 30 anni) e i più maturi (over 65), mentre i più critici appartengono alla fascia di età 45-64 anni. La prospettiva di uscire dall’UE è comunque considerata come un grave errore da più di due terzi degli italiani (il 69%). Il PNRR è un’occasione unica che il Paese deve riuscire a sfruttare, investendo in due settori considerati cruciali: il settore energetico e quello infrastrutturale. Gli italiani avvertono sempre più l’urgenza di agire: il 50% si aspetta interventi immediati nei prossimi 6-24 mesi.

Un richiamo al “ruolo del risparmio e dei suoi impieghi come motore di stabilità, sviluppo e strumento di coesione sociale” è arrivato in apertura di lavori dal telegramma indirizzato ai partecipanti dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella mentre il commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni sottolinea come i “fondi europei non basteranno da soli e sarà cruciale coinvolgere il risparmio privato”.

“L’illusione monetaria”

Nel suo intervento d’apertura, il presidente di Acri ricorda come il tema della ricerca di quest’anno (l’incertezza) sia legato alla necessità di “imparare a vivere in uno scenario di instabilità permanente”. La crisi, infatti, non è un evento eccezionale, ma si rivela come “una nuova normalità”. Non un cambiamento repentino ma che si è dispiegato nel corso degli ultimi 30 anni, a livello culturale, geopolitico e climatico. Il “nessuno si salva da solo” diventa così il motto della nuova Europa, la necessità che le istituzioni si incamminino in una strada comune, con un nuovo spirito costituente. Tuttavia, ricorda Profumo, il risparmio dei privati come risposta alle incertezze strutturali, è una “illusione monetaria” per due motivi: liquidità e inflazione. Quest’ultima si configura come una “patrimoniale iniqua” (come la definisce la CGIA di Mestre) poiché introduce un differenziale di classe in quanto la spesa per energia e alimenti è quella che già grava le famiglie più povere, mentre sulle più ricche grava di più la spesa nei servizi (i cui prezzi sono aumentati meno). Quindi l’inflazione di settembre dell’8,9% (escludendo dal computo le stime ben più alte su ottobre) si è tradotta in un aumento del 7,6% per i redditi più alti e dell’11,6 per quelli più bassi “ancora una volta a soffrire della crisi sono coloro che già vivono in situazioni di difficoltà”. Inoltre tenere il risparmio liquido è “un’occasione sprecata”: in Italia appena il 5% del risparmio delle famiglie è investito. E ci si interroga su come sbloccare il risparmio e indirizzarlo verso le imprese italiane.

L’importanza dell’industria del risparmio

A questo proposito, Patuelli nel suo intervento ricorda come non debbano essere confusi “i rendimenti degli investimenti del risparmio, che implicano anche rischi, con le rendite prive di rischi”. Di conseguenza il presidente di ABI chiede che “gli investimenti del risparmio a medio e lungo termine in Italia siano tassati meno delle operazioni speculative a breve o brevissimo termine. Finché nell’Unione Europea non vi sarà anche uniformità fiscale, l’Italia dovrà attrarre i risparmi nella competizione in atto fra gli Stati per attirare i capitali”. Il risparmio, d’altronde, “è indispensabile per la crescita inclusiva e sostenibile innanzitutto dal punto di vista ambientale e sociale”. E qui entra in gioco anche l’industria del risparmio gestito che, come sottolineato nel suo intervento da Ignazio Visco, “gode di una situazione complessivamente favorevole”. Nei primi sei mesi del 2022, infatti, “il calo delle quotazioni ha determinato una contrazione del patrimonio dei fondi di investimento, ma la raccolta netta è rimasta leggermente positiva”. Prosegue l’interesse per gli ESG e la raccolta potrà beneficiare anche degli investimenti in nuove tecnologie. Tuttavia il governatore mette in guardia sui rischi legati alle cripro-attività, per cui “ulteriore chiarezza verrà fatta dalla definitiva approvazione del regolamento dell’Unione europea in materia di cripto-attività (Markets in Crypto-Assets Regulation, MiCAR)”. In conclusione Giorgetti, riporta come sia obiettivo del nuovo governo “proteggere le famiglie sul fronte bollette e carrello della spesa”. E sottolinea l’impegno al “rafforzamento di condivisione del rischio all’interno del mercato unico”. La crisi, conclude il ministro dell’Economia, “ci ha insegnato quanto sia necessario che gli stati facciano gioco di squadra, ponderando insieme presente e futuro”.