NN IP: cresce l'interesse per i green bond ma diffidare delle 'imitazioni'

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Bram Bos, lead portfolio manager Green Bonds, NN IP

Aumenta l’interesse per i green bond. Nonostante la crisi del COVID-19, il numero di emissioni verdi è rimasto stabile rispetto allo scorso anno e si prevede una forte crescita nei prossimi anni. È quanto evidenziato da uno studio di NN Investment Partners (NN IP) che prevede un incremento del mercato globale dall'attuale livello di 662/672 miliardi di Euro a 1 trilione di Euro entro la fine del 2021 e a 2 trilioni entro la fine del 2023. “Ci aspettiamo che il momentum continui, con un aumento delle emissioni sia lato governativo che corporate”, sostiene Bram Bos, co-lead portfolio manager Green Bonds della casa di gestione olandese.

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Tra i principali motori di questa crescita vi sono la forte domanda da parte degli investitori che desiderano ‘rendere più sostenibili’ i loro portafogli e la rapida crescita della popolarità dei green bond tra gli emittenti europei che sarà ulteriormente incrementata il prossimo anno con l'implementazione dello Standard Green Bond dell'Unione Europea, legato al progetto della Tassonomia UE degli investimenti sostenibili. “Questo diventerà probabilmente lo standard globale per i green bond e migliorerà ulteriormente la trasparenza e la rendicontazione nel mercato del reddito fisso sostenibile”, insiste Bos. Un altro catalizzatore di questo sviluppo è il piano di ripresa Recovery Fund dell’UE che prevede di destinare oltre il 30% del suo pacchetto di salvataggio economico per la pandemia di COVID-19 da 750 miliardi di Euro per progetti che saranno finanziati dal debito verde. “L'Unione si è posta l’obiettivo di diventare climaticamente neutrale entro il 2050 con delle azioni che riguarderanno diversi settori economici: energia, edilizia, industria e mobilità”, segnala Jovita Razauskaite, portfolio manager Green Bonds.

Un interesse in crescita anche a livello mondiale: “Negli Stati Uniti l'emissione è guidata da grandi società che cercano di dimostrare di adottare politiche più responsabili e sostenibili, un atteggiamento che è stato accentuato dal COVID-19, mentre l'ambizione dichiarata della Cina di raggiungere la neutralità di carbonio entro il 2060 sta dando impulso all'emissione di green bond in Asia”, segnalano da NN IP.

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Diffidare delle 'imitazioni'

Tuttavia il pericolo di pratiche di greenwashing e dell’utilizzo improprio dell’etichetta green è dietro l’angolo: NN IP avverte che circa il 15% delle obbligazioni verdi sono emesse da società coinvolte in pratiche controverse. “Solo circa l'85% dei green bond meritano l'etichetta. Il resto è emesso da aziende che possono utilizzare i proventi per progetti sostenibili, ma che sono coinvolte in attività che hanno impatti negativi altrove. Per esempio, una compagnia ferroviaria potrebbe finanziare il trasporto a basse emissioni di carbonio attraverso obbligazioni verdi, pur essendo ancora fortemente coinvolta nel trasporto di combustibili fossili”, mettono in evidenza dall’entità.

“È sempre più evidente che i green bond offrono agli investitori opportunità per sostenere l'ambiente e garantire rendimenti più elevati. Tuttavia gli investitori non devono fidarsi ciecamente dell’etichetta green”, continua l’esperto. “I progetti finanziati con le obbligazioni verdi dovrebbero fornire chiari benefici ambientali che possono essere valutati e quantificati laddove possibile. Noi di NN IP cerchiamo una maggiore trasparenza attraverso l’engagement, in modo da poterci assicurare di non investire in obbligazioni o aziende che non sono così green nella realtà come potrebbero sembrare”, ha concluso Bos.  

In quest’ottica NN IP ha reso disponibile una guida sui green bond, che fornisce una panoramica di ciò che costituisce un'obbligazione verde e di come si è sviluppato il mercato, disponibile qui.