Sono i protagonisti indiscussi di dibattiti, studi e ricerche a campione. Eppure per i giovani l'industria del risparmio gestito non ha ancora pensato a nulla. O quasi.
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Hanno tra i 18 e i 35 anni. In gergo tecnico sono chiamati millennial, e su di loro finora, secondo le ultime ricerche sociologiche e demografiche, il risparmio gestito ci ha capito poco o nulla. Anzi, sembra che questo target di investitori abbia poco appeal per l’industria dell’asset management, probabilmente per via delle masse ridotte a disposizione.
Si sa, i millennial non hanno molti risparmi da parte, spesso non hanno un lavoro stabile e molti non sono ancora economicamente indipendenti. Oggi, del resto, il mondo è molto diverso rispetto a quello in cui ha vissuto chi li ha preceduti. L’instabilità è, poi, ancora più marcata in Italia: nel 2017, gli occupati tra i 25 e i 34 anni sono scesi dello 0,7%, e del 2,1% quelli tra 35 e 49 anni. Dati alla mano, negli ultimi dieci anni la quota di sottoscrittori di fondi comuni d’investimento nella fascia d’età tra i 26 e i 35 anni si è dimezzata, passando dall’11,7 al 6,6%. Stessa sorte per quella tra 36 e 45 anni, in calo dal 20,1% al 13,3%.
Salvadanaio digitale
Saranno loro tuttavia i futuri investitori, i clienti del risparmio gestito del domani. Ma sembra che i gestori si curino ben poco di questa evidenza. Tant’è che al momento le case d’investimento che hanno messo su prodotti o strumenti per aiutare i giovani a risparmiare si contano sulle dita di una mano. In AcomeA SGR, per esempio, non sono offerti abiti (inteso come fondi o prodotti) cuciti su misura per i millennial, ma si è pensato all’app Gimme5, un salvadanaio digitale che permette di risparmiare e investire in fondi comuni di AcomeA a partire da 5 euro, senza vincoli di durata o ricorrenza.
“Riteniamo che la strada migliore per far avvicinare i giovani al mondo dei risparmi sia quella dell’offerta di servizi semplici, accessibili ed efficaci che consentano di iniziare ad investire a partire da piccole somme”, dicono dalla SGR, mostrando i dati di un servizio che sembra molto apprezzato dai millennial: il 71% degli utenti Gimme5 ha un’età inferiore a 45 anni. Per fare un paragone, soltanto il 21% dei sottoscrittori di fondi comuni italiani ha un’età più bassa di 45 anni, secondo i dati di Assogestioni. Inoltre la classe d’età con il maggior numero di utenti su Gimme5 è quella compresa tra 25 e 35 anni (33%).
Un fondo smart
Chi invece ha creato un vero e proprio fondo comune d’investimento che si sottoscrive solo online in modo facile ed intuitivo è stata Zenit SGR, che ha lanciato Pensaci Oggi all’inizio del 2017. Il fondo, un bilanciato flessibile, in realtà esisteva già ma la società ha pensato di creare una classe ad hoc per i millennial. “È economico perché non ha alcuna spesa di sottoscrizione né di uscita e ha costi di gestione estremamente bassi, tra i più competitivi sul mercato”, spiega Francesca Cerminara, responsabile bond e value della SGR. “Inoltre è un prodotto senza vincoli: nessun obbligo a versamenti periodici o a somme di denaro prestabilite. Bastano 100 euro per iniziare e, dal secondo versamento in poi, è possibile investire i propri risparmi quando si vuole e quanto si può, tenendo presente che la soglia minima è pari a 10 euro”.
Dopo tre anni, poi, Zenit premia la fedeltà dei propri investitori restituendo il 30% delle commissioni sotto forma di quote del fondo, incrementando così il patrimonio dell’investitore. “Chiariamolo: è un prodotto che non ci dà ritorni economici, ma lo riteniamo importante perché crediamo che nel tempo anche i giovani cominceranno a risparmiare veramente e potrebbero diventare perciò dei clienti fidelizzati”.
PAC e PIR per tutti
Per il resto le case di gestione puntano sui Piani di accumulo o Piani individuali di risparmio. Nel primo caso c’è chi, come Eurizon Capital SGR, ha realizzato un servizio dedicato ai giovani che si chiama Eurizon Meta Superflash. Il servizio si rivolge ai minori di 35 anni ma può essere sottoscritto anche da persone sopra i 35 anni purché per un beneficiario sotto la stessa soglia di età. Il PAC investe in cinque fondi flessibili, con orizzonte temporale e livello di rischio decrescente, con l'obiettivo di ottimizzare la partecipazione ai mercati finanziari in funzione di un certo budget di rischio.
Anche Anima SGR, tramite il gioco Giornale&Caffè, propone un investimento “a piccoli passi” attraverso un PAC, una soluzione flessibile che permette di investire in un fondo somme piccole (spesso il versamento minimo è pari a 50 euro). “In particolare, il classico PAC prevede l’investimento di una somma fissa ogni mese (o trimestre o semestre) per un periodo di tempo prefissato”, spiegano dalla società di gestione. “Stando al nostro simulatore, un PAC sul fondo Anima Visconteo di 100 euro al mese avviato nel 1994 avrebbe dato origine a un piccolo capitale di 48.838 euro*. Un vantaggio non indifferente, considerando che in generale investire somme inferiori a mille euro direttamente in titoli risulta impossibile o assai costoso per l’incidenza delle spese fisse”.
Ad ogni modo, sul mercato italiano pare ci sia ben poco, se non pochissimo, nonostante i millennial siano diventati un trend per dibattiti, studi e ricerche. Ai giovani, al momento, non resta perciò che accontentarsi.