Gli esperti obbligazionari di Lazard Fund Managers illustrano le strategie di investimento più interessanti, in un contesto segnato da incertezze e potenziali aumenti di volatilità nei bond.
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Le obbligazioni high income e il loro potenziale nell’attuale contesto di mercato al centro di un recente evento per gli investitori organizzato a Milano dal team di Lazard Fund Managers Italia. Presenti all’appuntamento gli specialisti obbligazionari di Lazard Frères Gestion e Lazard Asset Management basati a Parigi, Francoforte e New York che hanno analizzato le attuali complessità del panorama macro e identificato le strategie a reddito fisso più adatte a navigarlo.
Eléonore Bunel, Head of Fixed Income di Lazard Frères Gestion si è soffermata sullo scenario incerto in seguito all’elezione di Trump negli Stati Uniti e sulle sfide dell’Europa in un momento in cui due Paesi chiave come la Germania e la Francia sono in difficoltà. “In questa fase di incertezza ci aspettiamo un aumento della volatilità delle obbligazioni”, avverte Bunel. “Le politiche di Trump potrebbero avere dei risvolti inflazionistici e mettere sotto pressione la Fed nell’allentamento dei tassi, con un ripezzamento degli asset americani. Ciononostante la nostra view sui treasuries è neutrale”, spiega. Intanto, l’Europa fatica a tenere il passo degli Stati Uniti per la crisi dell’industria tedesca e le incertezze politiche in Francia. In questo contesto di crescita in rallentamento, Bunel si attende che la Banca centrale europea continui nell’allentamento dei tassi. Tuttavia, secondo l’esperta i bond europei rimangono interessanti: “Siamo costruttivi sull’obbligazionario dell’Eurozona. In particolare i recenti movimenti del Bund forniscono un buon punto di ingresso per il titolo tedesco”. Interesse anche per i bond dell’Europa periferica: “Siamo positivi sul Btp,che rimane attraente”. Mentre in Francia, per l’instabilità di governo e le criticità sulla sostenibilità del debito pubblico, l’esperta attende volatilità sugli Oat. Nel radar del gestore vi è anche il credito europeo, “che nella prospettiva di tassi in discesa resta interessante”, dice Bunel. “Infine, ci interessano anche gli Inflation-linked bond, come protezione dal rischio di upside dell’inflazione”.
Euro HY
L’Head of Corporate High Yield Alexia Latorre, che gestisce la strategia con Rating FundsPeople 2024 Lazard Euro Corp High Yield, si è soffermata sul credito europeo che per la casa di gestione risulta interessante in particolare nel segmento High Yield, in virtù dei buoni fondamentali nonostante gli spread attualmente ristretti. “Gli spread sono al di sotto delle medie storiche, tuttavia i fondamentali delle aziende sono positivi. Malgrado le difficoltà dell’Europa, siamo ancora in un ambiente di crescita, e l’inflazione appare sotto controllo. Inoltre, il picco dei default è stato raggiunto a gennaio 2024. A fine settembre il tasso di default era al 3,6% e nei prossimi mesi è previsto in discesa”, dice Latorre che afferma: “Non dobbiamo guardare l’asset class attraverso la lente degli spread, ma attraverso quella dei rendimenti offerti. Questi rimangono interessanti, al di sopra del 6 per cento. Inoltre per i bassi livelli di default, vi è un record di flussi verso l’asset class, sostenuto anche da un mercato dinamico delle nuove emissioni”, analizza l’esperta.
Nordic High Yield
Michael Weidner, Managing Director, Global Fixed Income Portfolio Manager e Analyst, ha preso in esame le opportunità nella nicchia del credito corporate ad alto rendimento dei Paesi nordici. “Questo mercato offre un premio di rendimento strutturale superiore all’8 per cento. Si tratta di un segmento in cui sono presenti molte small cap, e richiede uno sforzo supplementare di analisi delle aziende da parte dei gestori”, spiega Weidner. Secondo l’esperto, gli spread mediamente più alti nei Paesi nordici non significano necessariamente un rischio di credito più elevato. “Gli spread sono più elevati a causa delle inefficienze di questa nicchia di mercato, in cui gli emittenti sono meno noti e le dimensioni delle emissioni generalmente inferiori. Ma nel complesso è un mercato poco volatile, dove i default sono inferiori alle medie globali e le aziende dimostrano una solida gestione del debito”, dice il gestore.
Financial subordinated debt
François Lavier, Head of Subordinated Financial Debt, ha analizzato le opportunità nel debito subordinato europeo, un’asset class in cui la casa di gestione è presente con due strategie con Rating FundsPeople 2024: Lazard Credit Fi SRI e Lazard Capital Fi SRI. La questione chiave in questa fase di mercato è se le banche soffriranno per l’allentamento dei tassi della BCE. Secondo Lavier, la discesa dei tassi avrà un impatto inferiore a quanto si possa pensare sui margini delle banche. Motivo per cui “l’alpha rimane il principale driver di performance del comparto”, dice. “La profittabilità del settore bancario è cresciuta significativamente nell’ultimo decennio; in seguito ai rialzi dei tassi, nel 2023 i ricavi e gli utili delle banche hanno raggiunto un ‘plateau’ elevato che dovrebbe rimanere tale nel 2024 e 2025. La salute del settore è anche testimoniata dal numero degli upgrade degli emittenti, che da inizio anno è in crescita rispetto a un tasso di downgrade in diminuzione. Infine, per le banche il calo degli introiti dai tassi nel 2024 e 2025 sarà una frazione rispetto all’aumento che hanno sperimentato nel 2023”, spiega l’esperto.
Debito emergente
Infine, spazio al debito dei mercati emergenti. L’asset class secondo la casa di gestione resta interessante nonostante i timori per il ritorno di Trump e le promesse di nuovi dazi. Il punto da cui partire per rintracciare le migliori opportunità secondo Adam Borneleit, Director, EM Debt Portfolio Manager e Analyst di Lazard AM, è la selettività, data l’ampiezza dell’asset class. “Dalle politiche protezionistiche di Trump i Paesi maggiormente colpiti dovrebbero essere la Cina e il Messico, ma sono soltanto due dei molteplici Paesi che compongono l’universo di investimento dei bond emergenti”, prosegue. Inoltre, i fondamentali di queste economie sono relativamente buoni: “I livelli di debito e deficit sono in media inferiori a quelli di Stati Uniti e Eurozona. E anche i livelli di leva finanziaria nei bilanci delle aziende sono più bassi di quelli americani. “Bisogna essere selettivi e cauti in un universo così vasto, ma vediamo del valore nel debito corporate emergente, in particolare nel segmento ‘BB’”, conclude l’esperto.