“L'asset class obbligazionaria finalmente offre una redditività maggiore rispetto agli ultimi anni, quando veniva utilizzata soprattutto per mitigare il rischio”, ricorda poi Michele Morra, portfolio manager Moneyfarm. “Vanta una volatilità più bassa e correlazioni inferiori, quasi negative, con l'azionario, e permette di diversificare. Vediamo però dei rischi di breve termine a causa della divergenza sostanziale tra le aspettative delle banche centrali e il tasso prezzato dai mercati, ancora spaventati dalla crisi bancaria”. Secondo il portfolio manager, sempre nel breve termine, gli standard del credito rimangono molto stringenti, a causa della crisi bancaria ma anche per i rialzi dei tassi e del quantitative tightening: “Questo potrebbe sfavorire le obbligazioni più rischiose. Nonostante la volatilità dei prossimi mesi, con una visione di lungo termine, tale asset class potrebbe offrire un rapporto rischio rendimento molto più importante che nel recente passato”.
Conclude, prendendo nuovamente la parola, Luca Pagni di BNP Paribas AM: “Ci aspettavamo che la riduzione del quantitative easing, che sicuramente non è ancora significativa, potesse avere un impatto più negativo sul mondo del credito. Così non è stato ed è molto importante da sottolineare, perché vediamo che il mercato del credito ha la forza di andare avanti senza il supporto delle banche centrali. Questo dovrebbe tranquillizzare gli investitori, almeno sul mercato del credito europeo”.
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