Il gestore delle strategie M&G Global e European Sustain Paris Aligned analizza il momento di incertezza per le politiche sul clima con il nuovo presidente USA, ma ribadisce l’importanza di investire sul lungo termine nelle aziende che riducono le emissioni di gas serra.
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In un contesto caratterizzato da grande incertezza sul futuro delle politiche per contrastare il cambiamento climatico dopo l'elezione di Trump, con delle potenziali ripercussioni negative per le aziende green derivanti dal fatto che il tycoon si è sempre schierato a favore delle fonti di energia tradizionali e i combustibili fossili, il messaggio di John William Olsen, gestore dei fondi M&G Global e European Sustain Paris Aligned, è chiaro: “L'elezione di Trump può influenzare le politiche statunitensi nei prossimi quattro anni, ma non ha alcun impatto sulla necessità per le aziende di decarbonizzare il proprio business nei prossimi decenni. La sua visione del clima non ha effetti diretti sulla performance dei fondi, poiché non sono delle soluzioni tematiche sul clima”, spiega il gestore intervistato da FundsPeople in concomitanza con il decimo anniversario delle due strategie. “La necessità di decarbonizzazione rimane un rischio significativo e crescente per le aziende”, ribadisce l’esperto di M&G Investments. “Le imprese che stanno agendo in questa direzione stanno mitigando questo rischio, trovandosi dalla parte giusta delle normative, con costi a lungo termine in calo”, ribadisce l’esperto.
La filosofia delle strategie Sustain Paris Aligned di M&G
La resilienza dei fondi gestiti da Olsen (il Global Sustain Paris Aligned ha ottenuto il rating FundsPeople 2024 per il buon rapporto rischio/rendimento) alle sfide macroeconomiche e geopolitiche che inquietano i mercati è frutto della rigorosa filosofia di investimento e dell’approccio orientato al lungo termine. “La base del nostro approccio è investire in aziende di qualità che possano crescere nel tempo, lungo un decennio. Ciò che ci dà fiducia nel fatto che queste aziende possano aumentare i loro ricavi e i loro ritorni sono alcune caratteristiche specifiche che possiedono. Queste includono una buona cultura aziendale, marchi potenti e di tradizione, brevetti globali, elevati costi di switching e forti effetti di network che permettono il potere di prezzo e l'espansione delle quote di mercato. Tali caratteristiche garantiscono che l'azienda possa essere resiliente, indipendentemente dal panorama economico e geopolitico”, dichiara il manager.
Lanciate nel luglio 2014 le due strategiepuntano a ridurre le emissioni di gas serra (GHG) e a cogliere le opportunità legate alla transizione verso un'economia a emissioni nette zero, investendo in numero ristretto di aziende di qualità supportate dal vantaggio di offrire prodotti e servizi che aiutano altre aziende a ridurre le loro emissioni. “Con un periodo di detenzione previsto di almeno un decennio e integrando i fattori ESG nel processo di investimento, queste strategie possono mitigare i rischi aziendali e di governance a lungo termine, garantendo agli investitori la possibilità di ottenere buoni rendimenti senza danneggiare il pianeta o la società nel suo complesso”, spiega Olsen. “Dopo un aumento delle emissioni di GHG, passate da 6 miliardi di tonnellate nel 1950 a oltre 35 miliardi di tonnellate nel 2016, l'Accordo di Parigi ha introdotto il consenso sovranazionale più vincolante per la riduzione di tali emissioni. Riconoscendo che il percorso verso le emissioni nette zero avrà un impatto sempre più crescente sulle aziende, il team nel 2021 ha deciso di allineare all’Accordo di Parigi le strategie e di rinominarle per riflettere questo cambiamento. Crediamo che la gamma di fondi Sustain Paris Aligned abbia consolidato M&G come vero pioniere nelle strategie di investimento attivamente allineate agli Accordi di Parigi”, dice il gestore.
Il vantaggio della gestione attiva
“Nell'analizzare le società, la chiave per noi è riconoscere dove si trovano i ‘pool di profitto’ all'interno dei settori e verificare se il potenziale di rendimento superiore sul capitale investito può essere sostenuto nel tempo. Cerchiamo inoltre di capire la capacità del management di un’azienda di allocare in modo efficiente il capitale e di generare un valore economico positivo. Un altro aspetto fondamentale è l’engagement con le aziende, che deve essere parte integrante di qualsiasi processo di investimento che voglia allinearsi all'Accordo di Parigi”, spiega il gestore.
“Riteniamo che gli investimenti passivi non siano il veicolo migliore per allinearsi all'Accordo di Parigi, poiché la natura algoritmica dei loro processi di investimento può creare un'eccessiva semplificazione e un approccio a breve termine, mentre si affronta la sfida a lungo termine del cambiamento climatico”, spiega l’esperto. “I veicoli passivi tendono a seguire un approccio a livello di portafoglio per allinearsi all'Accordo di Parigi, che in genere prevede una riduzione annuale predeterminata delle metriche delle emissioni di gas serra, come la riduzione del 7% richiesta dai benchmark dell'UE allineati a Parigi. Ciò si ottiene prendendo decisioni di allocazione del portafoglio in base all'intensità di carbonio delle società. Tuttavia, le riduzioni delle emissioni di gas serra potrebbero essere ottenute semplicemente tagliando le posizioni nelle società che producono le emissioni più elevate. Sebbene un approccio passivo di questo tipo raggiunga gli obiettivi di sostenibilità sulla carta, il suo contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra nel mondo reale potrebbe essere messo in discussione”, dice l’esperto. “Riteniamo che l'allineamento di un portafoglio all'Accordo di Parigi non possa essere misurato esclusivamente in base all'intensità di carbonio o ad altre metriche predeterminate”, prosegue. “Gli investitori devono considerare i loro contributi reali a livello aziendale per la riduzione assoluta delle emissioni di gas serra necessaria a limitare il cambiamento climatico. Questo è l'approccio che adottiamo nella gamma di fondi Sustain Paris Aligned di M&G”, analizza il gestore.
Non è tutto negativo con Trump
L'Accordo di Parigi è entrato in vigore nel 2016 e prevede emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050. “Sebbene le recenti elezioni statunitensi possano essere viste come un passo indietro per gli sforzi globali contro il cambiamento climatico, bisogna tenere presente che si tratta di un ciclo elettorale quadriennale e che il presidente eletto Trump sarà limitato a un solo mandato”, osserva il gestore. Inoltre, con l’insediamento imminente alla Casa Bianca, Trump sembra determinato a firmare l’uscita degli Usa dall’Accordo di Parigi. Ma Olsen relativizza la portata di tale rischio: “Se un candidato democratico dovesse vincere le elezioni presidenziali del 2028, probabilmente riporterebbe gli Stati Uniti nell'Accordo di Parigi”, dice. E ancora più importante, secondo l’esperto, il percorso delle aziende statunitensi per annunciare i loro obiettivi di riduzione delle emissioni di GHG è continuato con forza durante il primo mandato di Trump. “Ci aspettiamo che prosegua”, avverte.
Inoltre, l’esperto sottolinea che diverse iniziative di decarbonizzazione industriale hanno preso piede durante l'amministrazione Trump. “L'iniziativa Climate Action 100+, lanciata nel 2017, ha riunito gli investitori per coinvolgere i maggiori emettitori di GHG del mondo al fine di ridurre le emissioni e migliorare la governance sui rischi legati al cambiamento climatico. Allo stesso modo, l'iniziativa Science Based Targets (SBTi), lanciata nel 2015, ha guadagnato terreno incoraggiando le aziende a fissare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni basati sulla scienza, in linea con la scienza climatica, e a farli verificare esternamente. Inoltre, durante l'amministrazione Trump, è aumentata la domanda di investimenti sostenibili e a impatto, con gli asset di investimento sostenibile negli Stati Uniti che sono cresciuti da 8,7 trilioni di dollari nel 2016 a oltre 12 trilioni di dollari nel 2018, secondo la US SIF Foundation, riflettendo un significativo aumento dell'interesse degli investitori nonostante alcune posizioni dell'amministrazione”, conclude Olsen.