Oltre vent'anni di cambiamenti nel risparmio gestito, visti da Calamai (Fundstore)

Simone Calamai
Foto ceduta (Fundstore)

Non solo supermercato di fondi. Nei più di vent’anni di attività, come ricorda l’amministratore delegato Simone Calamai, Fundstore ha visto cambiare l’industria del risparmio gestito. E negli ultimi tempi si è arricchito di nuovi servizi e funzionalità: di recente, ad esempio, è stata lanciata la sezione Gestioni Patrimoniali, grazie alla quale gli utenti che desiderano affidarsi a una controparte affidabile ed esperta potranno sottoscrivere un servizio di gestione patrimoniale in fondi multibrand. “Non abbiamo mai creduto particolarmente (e oggi ancor meno) al cosiddetto roboadvisor. È uno strumento importante solo e quando serve ad un consulente fisico, il sistema automatizzato di selezione rischia di essere pericoloso e difficile da gestire”, dice Calamai. L’idea, quindi, è quella di mettere a disposizione della clientela cinque portafogli, selezionati dall’advisory desk di Banca Ifigest.

L’anno della consulenza

Ad oggi il portale offre un'ampia scelta online di fondi comuni e Sicav ed è l’unico che consente al cliente di operare direttamente attraverso il proprio conto corrente in totale autonomia. Il portale si rivolge sia agli investitori individuali residenti in Italia sia ai soggetti che, alla luce della normativa MiFiD, sono autorizzati a svolgere l’attività di consulenza finanziaria Con Banca Ifigest nel ruolo di collocatore autorizzato, Fundstore ha un catalogo di oltre 7.000 fondi di più di 170 società di gestione. “Il cliente può anche ‘perdersi’ o non trovare il prodotto più appropriato, tra i tanti. In questo modo cerchiamo di offrire dei modelli documentati, declinati per asset class e profili di rischio. Uno strumento di consulenza gratuito, intuitivo e ben strutturato, che fornisce agli utenti un importante aiuto nelle scelte di investimento”. Il cliente può procedere all’investimento in maniera rapida e semplice in soli tre click: scegliere il portafoglio, selezionare l’importo e confermare l’ordine. “La consulenza sarà il tema del 2022, cercheremo di implementarla e aggiungere nuovi portafogli modello da proporre ai risparmiatori”, spiega Calamai.

Vent’anni di cambiamenti

Al di là delle novità, l’iniziativa pioniera di quel settore (che si sarebbe poi definito fintech) è precursore del primo grande mutamento: l’avvento tecnologico. “Quando abbiamo lanciato Fundstore, nel settembre 2000, era un’idea di frontiera. Abbiamo speso dieci anni per ritagliarci uno spazio nel mondo del gestito e oggi i nostri AuM superano il miliardo di euro. Tutto si è invertito. La tecnologia ha preso il sopravvento rispetto ai canali tradizionali”, afferma l’AD. Ma non si tratta solo di innovazione e digitalizzazione. Il mondo del gestito è cambiato in relazione allo scenario economico mondiale. “Al netto degli ultimi eventi, la globalizzazione ha portato un gigantesco cambio di paradigma. Anche l’atteggiamento del risparmiatore non è più quello di vent’anni fa. Non esiste più un free risk. I fondi che investono sull’azionario sono diventati mainstream rispetto ai tradizionali prodotti obbligazionari. Non c’è più la vecchia distinzione tra asset class o aree geografiche: oggi si guarda allo stile di gestione, alla capacità da parte di una casa o di un gruppo di fondi di comprendere davvero le dinamiche dei mercati”.

Chi compra...

Ciò che non è cambiata, invece, è la famiglia italiana. “Da sempre cerca una maniera efficiente di poter investire i propri risparmi. Lo scenario è mutato ma il cliente medio resta sempre lo stesso”, dice Calamai. Parliamo di clienti residenti nel centro-Nord, soprattutto in Lombardia, con un’età media di 56 anni, maschi, in possesso di un buon titolo di studi e un lavoro indipendente. “Se c’è una cosa che abbiamo notato da qualche anno a questa parte è una sorta di ‘semi passaggio generazionale’. I figli aiutano i genitori a gestire il denaro di famiglia, scegliendo anche con una maggiore indipendenza”.

Fonte: Fundstore.

...cosa compra

Al momento, tra i fondi più venduti in Fundstore, ci sono i prodotti flessibili, total return. Ma anche strategie dove il gestore ha un mandato molto ampio per potersi muovere, tra asset, valute e aree. Negli ultimi due anni poi, i fondi azionari tematici hanno avuto una forte spinta soprattutto sul tema della tecnologia e dell’innovazione. Le materie prime l’hanno fatta da padrone. Pochi movimenti, invece, sui fondi alternativi tout court, c’è un po’ di cautela. E sui PIR? “Praticamente nessun movimento”, dice Calamai. Stesso comportamento anche per la parte ESG e sostenibile. “C’è una grande attenzione da parte dell’industria ma noi registriamo solo un timido interesse, cominciato in tempi recenti. Si tratta di prodotti che si vendono ma non si comprano”. Tutti solo fondi e Sicav, ma nessun ETF. “Non escludiamo di creare una sorta di portafoglio di ETF o gestione patrimoniale da offrire alla clientela, ma nemmeno l’idea di una futura piattaforma dedicata ai passivi”, conclude l'AD.

Fonte: Fundstore.