A colloquio con le depositarie: l’investimento in private asset

Private Asset
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Negli ultimi anni l’industria del risparmio gestito ha acceso un faro sulle asset class alternative. Si assiste a un interesse maggiore verso l’economia reale, da parte sia dell’investitore retail sia dell’istituzionale, tendenza che si conferma nel tempo anche in linea con l'introduzione sul mercato di nuovi prodotti (dai FIA ai PIR alternativi). Quali gli strumenti messi in campo dalle banche depositarie per far fronte alle nuove richieste del settore? Un’analisi dei prodotti e degli attori in campo, nel colloquio con Denis Dollaku, Country Head, State Street International Bank GmbH – Succursale ItaliaGiorgio Solcia Direttore Generale e Responsabile dell’attività di Depositario di CACEIS Bank, Italy Branch  e Maurizio Tacchella, Direttore, Banca Depositaria, BFF Bank.

STATE STREET: GLI OPERATORI TRADIZIONALI GUARDANO ALLE ASSET CLASS ALTERNATIVE

Denis Dollaku

Secondo Denis Dollaku, Country Head, State Street International Bank – GmbH, succursale Italia, l’interesse del mercato verso i private asset è forte “si parla di investimenti nell’economia reale”, e cita anche il tema dell’impact investing, “ossia investimenti in aziende, organizzazioni, fondi che hanno l’obiettivo di generare un impatto sociale o ambientale misurabile e benefico insieme a un ritorno finanziario”. Tuttavia esistono dei limiti allo sviluppo di queste asset class, determinati da una serie di elementi “come l’investimento minimo necessario o il periodo di lock-in, specialmente in momenti di crisi”, tutti fattori che contribuiscono a “restringere” la base di investitori interessati. Ciò che si nota con più frequenza negli ultimi tempi secondo Dollaku, è l'espandersi degli operatori tradizionali in asset class alternative. “Si tratta di un tema importante all’attenzione del depositario, che vive di riflesso le scelte di SGR e collocatori. Abbiamo notato una tendenza di mercato che punta alla ricerca del prodotto di nicchia, un prodotto particolare che abbia appeal per la diversificazione del portafoglio di un segmento di clienti private, oltre che istituzionali, e nel contempo garantisca un rendimento più elevato rispetto alle asset class tradizionali”. Si ripropone, in questo contesto, il tema della generazione di alfa. “Determinati rendimenti sono riscontrabili, in genere, solo su operazioni in asset class diverse da quelle tradizionali: immobiliare o logistica, settori in cui gli affitti generano un costante flusso di cassa, magari abbinato anche a periodiche plusvalenze su negoziazioni, investimenti nel capitale di piccole o piccolissime aziende, finanziamenti alle aziende sotto forma di crediti direttamente concessi o acquistati successivamente”. Dal punto di vista dei prodotti, Dollaku segnala un aumento dei fondi Eltif e dei fondi master feeder. “I fondi di credito puro, ossia quelli che investono sul mercato secondario in crediti prevalentemente UTP e NPL, ci paiono invece rimasti nell’orbita degli investitori istituzionali”. State Street conferma la sua convinzione che il segmento di private asset sia fondamentale per la crescita futura. “Per questo motivo abbiamo annunciato l’acquisizione della piattaforma Mercatus, una soluzione di front e di middle office specializzata anche nell’analisi dati per i private market”. Collegata a questa acquisizione, la società ha lanciato anche State Street AlphaSM per i mercati privati “che consentirà agli investitori istituzionali di gestire completamente l'intero ciclo di vita delle proprie infrastrutture private equity, immobiliari, fondi di fondi, attraverso un’unica piattaforma digitale front to back completamente integrata – conclude Dollaku –. Ciò include la capacità di fornire l'esposizione dell'intero portafoglio ai gestori che investono nel settore pubblico e nei mercati privati”.

CACEIS: NEGLI ASSET ALTERNATIVI LA RICERCA DI PERFORMANCE DI LUNGO PERIODO

Giorgio Solcia

Alla luce di un mercato fixed income “poco attrattivo”, necessariamente gli investitori, in particolare istituzionali, sono alla ricerca di performance di lungo periodo. È l’opinione di Giorgio Solcia, Direttore Generale e Responsabile dell’attività di Depositario di CACEIS Bank, Italy Branch. “È un fenomeno che abbiamo riscontrato in periodi di grande volatilità, come è avvenuto con la crisi pandemica: trovare un investimento come quello in private asset, a lungo termine e al riparo dalla volatilità dei mercati è fondamentale per chi ha una visione a lungo termine dei propri investimenti”. Secondo il DG, oltre agli investimenti in economia reale, in particolare immobiliare e logistica, negli ultimi mesi si è assistito anche a un incremento degli investimenti in private equity e venture capital, che ha determinato “un recupero del gap rispetto ad altri Paesi europei dove il venture capital è molto più presente. Non di meno l'investimento in crediti NPL, UTP o, ultimamente, anche quello in crediti commerciali”. Un altro prodotto su cui si concentra l’ottimismo di CACEIS è quello dei PIR alternativi: “In qualche modo mitigheranno il tema della forte presenza degli istituzionali sul mercato dei real asset, dal momento che possono essere distribuiti sul mercato retail, principalmente del private banking”. Come questo fenomeno influisce sull'attività delle società di gestione? “Oggi si parla di un mercato con più di mille fondi chiusi tra real estate e private equity, con più di 200 asset manager tra SGR, SICAF e, più di recente, SIS. Un mercato variegato per tipologia di attori e più ampio rispetto al mercato classico dei fondi UCITS, che è dominato dai settori bancari e dai grossi asset manager globali”. A questi attori si associa la componente di investimento estera, i cosiddetti GEFIA armonizzati che hanno lanciato fondi di diritto italiano. “Un numero elevato di strutture, spesso non molto organizzate a livello locale, o comunque player locali senza grandi risorse di back office, che necessariamente si sono organizzati con un outsourcing completo”.  Qui entra in gioco il ruolo dei depositari, ed è su questa necessità che ha posto le basi anche il servizio offerto da CACEIS. “A livello globale abbiamo creato la divisione PERES (Private Equity and Real Estate Solutions) sganciata, da un punto di vista operativo, rispetto ai tradizionali volumi industriali che gestiamo per fondi UCITS o liquid asset in custodia, specializzando il modello di controlli e il modello di outsourcing sulle necessità di fondi che investono in real asset”. Con questo modello, afferma Solcia, “possiamo offrire ai nostri clienti soluzioni integrate modulabili persino personalizzate su alcune asset class particolari, come i crediti commerciali, o che utilizzano piattaforme di fintech per investire in asset non custodibili. Lasciando poi al cliente – conclude – la possibilità di dedicarsi esclusivamente alla raccolta di fondi e alla gestione vera e propria”.

BFF: DAI PRIVATE ASSET UNA NUOVA “DINAMICA” DEI MERCATI

Maurizio Tacchella

Maurizio Tacchella, Direttore, Banca Depositaria, BFF Bank indica come la crescita dei private asset abbia influito parallelamente sulla crescita complessiva delle attività della banca depositaria. “Si tratta di un settore molto dinamico”, sostiene il direttore, “sia per l’istituzione di nuovi fondi da parte di SGR già presenti sul mercato, sia perché si assiste alla nascita di nuove realtà”. La banca depositaria accoglie questa evoluzione con ottimismo, indicando come la pandemia abbia determinato una certa “staticità” per alcuni segmenti, come quello dei fondi pensione. I private asset hanno quindi “impresso una nuova dinamicità al mercato” che, oltre a investimenti in immobiliare e private equity, presenta prodotti come PIR alternativi e, più di recente, le SIS. “È chiaro – afferma Tacchella – che anche l'industria dei depositari sia alla ricerca di nuove forme di fondi FIA, di nuove sfide e nuovi investimenti”. BFF ha sviluppato un forte interesse negli ultimi tempi nell'ambito dei FIA di crediti, tuttavia, “abbiamo assistito a uno ‘scarto’ tra le nostre aspettative e il numero di operazioni andate a buon fine”. Un altro prodotto su cui Tacchella concentra l’attenzione è quello dei PIR alternativi: “Stiamo investendo molto su questa tipologia di fondi, perché ci permette di diversificare la gamma dei prodotti presenti nell'ambito FIA attraverso fondi che coinvolgono anche la clientela retail. Si tratta di un approccio che, in qualche modo, è più legato alle dinamiche dei fondi comuni piuttosto che dei fondi FIA classici”. A fronte di un mercato che vede, in ambito FIA, pochi operatori di grandi dimensioni e un numero (crescente) di molti operatori medio piccoli, “BFF ha completato la filiera dei servizi in outsourcing da offrire all'asset manager, precisamente il calcolo del NAV, il transfer agent, e le segnalazioni di vigilanza. L’obiettivo, al momento, è fornire servizi a valore aggiunto anche agli operatori del settore dei private asset, in modo da agevolare lo scambio informativo della documentazione che è rilevante soprattutto in questo ambito”. In particolare, Tacchella insiste su un punto: il fattore umano. “Abbiamo investito in risorse con professionalità specifiche, poiché nel momento in cui dobbiamo fare dei controlli che riguardano l'ambito immobiliare o quello del credito, è chiaro che questi controlli possono essere esaustivi, completi e mitigati dal punto di vista dei rischi, soltanto se vi è un’effettiva conoscenza e un'effettiva professionalità in tali ambiti”. L’obiettivo finale sono le società di gestione medio-piccole “che hanno necessità di delegare il più possibile le attività. Il nostro compito è individuare dei servizi al fine di agevolare la gestione, in linea con la dinamica dei controlli che il depositario è obbligato a fare".