Avventurosi, amanti delle sfide, dell'adrenalina o della quiete di un sentiero inesplorato. ecco tutte le passioni a due ruote dei manager.
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Chi l'ha detto che il mondo della gestione del risparmio assorbe troppo? Tra i professionisti dell'asset management non manca il tempo per coltivare le passioni come, ad esempio, quella per le due ruote. C'è chi appena può sostituisce a giacca e cravatta casco e guanti da corsa. Avventurosi, amanti delle sfide e dell'adrenalina o alla ricerca della quiete di un sentiero inesplorato, ecco chi non riesce a far a meno di salire in sella. Che sia di una moto da cross o di una montaine bike poco importa.
Vlasta Gregis,
Director financial intermediaries, Capital Group
Tutto è iniziato dalla compagnia di amici che mi sono trovata a frequentare. Nel 2007 decisi di prendere la patente per la moto, ero senza dubbio la più scarsa della classe. Il giorno dell’esame penso mi abbiano fatto passare perché gli facevo pena, facendo il famoso “otto” per sostenere la prova pratica della patente A sembrava stessi compiendo un'impresa mai tentata prima in tutto l’universo. Tuttavia non ho mollato e ho iniziato ad usare la mia prima moto, una piccola naked, tutti i giorni per venire in ufficio. Un anno dopo parto per il mio primo viaggio in Africa con la mia prima moto da enduro. Tre anni dopo concludo il mio primo rally internazionale, il Tuareg Rally in Marocco. Da allora di moto ne ho avute parecchie nel nel mio garage. Non sono una talebana di una marca o di uno stile, insieme alla supersportiva ho anche una moto da viaggio e perfino una moto da enduro specialistica. Ma amo la natura e i posti poco affollati quindi le tracce in montagna, le pietraie e gli sterrati in genere sono i percorsi che preferisco. Posso fare il giro con la tenda sulla moto e fermarmi a caso in un posto che mi piace, così come posso fare un giro di enduro serio con gli amici, passando due ore su una mulattiera impossibile.
Simone Calamai,
Amministratore delegato, Fundstore.it
Su due ruote dall’età di 14 anni ancora non sono sceso. Ho guidato un po’ tutto ma con una predilezione particolare per il tiro del bicilindrico, non importa se italiano, americano, austriaco o tedesco. Preferisco di gran lunga l’asfalto rispetto alla sabbia o alle mulattiere ma non disdegno qualche escursione fuori dalle strade trafficate. Credo che in moto, più che in ogni altra situazione, non c’è solitudine anche se si è da soli. Per questo, non mi piacciono le carovane: bagaglio leggero e si viaggia al massimo in coppia o in compagnia di pochi fidatissimi amici a due ruote. Basta soltanto che ci sia un buon asfalto e qualche bella curva, magari tra le montagne di Italia, Austria e Svizzera…
Riccardo Lamanna,
Country Head Italia, State Street Global Services
Il primo approccio con la bicicletta - inizialmente una mountain bike per poi passare alla bici da corsa - è stato circa quattordici anni fa su consiglio di un caro amico e per incipienti problemi fisici che mi hanno costretto a chiudere con sport più traumatici. È stata una piacevole sorpresa. Apprezzo particolarmente tre aspetti di questo sport: prima di tutto il silenzio e la natura, merci rare per chi vive in città. Nulla come la pace di una pedalata è in grado di stimolare riflessioni e bilanci. Poi il gruppo: questo sport consente anche di affrontare lunghe pedalate non agonistiche in compagnia di amici o altri sportivi con cui ci si può confrontare su tanti temi. Tra l’altro, il ciclismo annovera molti appassionati nel mondo finanziario; forse per la sua semplicità e per la facilità di darsi appuntamento e partire. Infine l’aspetto tecnico: nel tempo mi sono appassionato anche agli aspetti più tecnici della bicicletta e mi piace prendermi cura personalmente della pulizia e della manutenzione, cosa che richiede talvolta una certa destrezza.
Durante l’anno, esco in bicicletta nel weekend e in totale percorro circa 7.000 chilometri. Di solito in zona Ovest di Milano, Naviglio Grande o in provincia di Como. Il mio giro preferito però è il Giogo di Toirano: con partenza e ritorno da Finale Ligure. Dopo un tratto veloce sull’Aurelia, si sale verso il Giogo per arrivare dopo un lungo falsopiano immerso nel verde a Calizzano. Si prosegue risalendo al Colle del Melogno e poi giù in picchiata verso Borgio Verezzi. Una spettacolare discesa di 15 chilometri, durante la quale si ha sempre il mare di fronte. Si chiude a Finale dopo 75km e 1500m di dislivello positivo. L’unico neo di questo sport completo, popolare ma affascinante? Forse il tempo che sottraggo alla vita familiare.
Marco Binda,
Portofolio manager, Advam Parnters SGR
La tranquillità di una gita fuoriporta, l’avventura di un viaggio in un paese lontano, il divertimento di un’uscita in compagnia. Dici moto, ma parli di tanti modi diversi di viverla. Io ho scelto la componente forse più adrenalinica e per me la moto è soprattutto velocità, ricerca del limite, competizione. C’è un solo posto dove poter far questo in sicurezza, ed è la pista. Ho iniziato girando durante le prove libere, per poi cimentarmi in qualche gara amatoriale. È uno sport impegnativo sotto molti aspetti, che ti mette alla prova dal punto di vista fisico e mentale, ma che regala anche emozioni uniche e grandi soddisfazioni. Provare per credere.