Gli indici MSCI USA e MSCI World ex-USA forniscono strumenti utili per gestire con precisione i portafogli. Attraverso questi strumenti gli investitori possono trarre vantaggio dai mercati globali con precisione e adattabilità. L'analisi di Vincent Denoiseux. Contenuto sponsorizzato da Amundi.
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CONTRIBUTO a cura di Vincent Denoiseux, head of ETF Investment Strategy, Amundi. Contenuto sponsorizzato da Amundi. Comunicazione di marketing per investitori professionali.
Nonostante i numerosi progressi nella costruzione dei portafogli, dagli investimenti settoriali e fattoriali agli approcci ESG e tematici, un elemento rimane costante: le tendenze macroeconomiche globali continuano a svolgere un ruolo dominante nell’influenzare la performance dei portafogli.
Sebbene nuove strategie e strumenti offrano maggiore precisione e flessibilità, non possono sfuggire all'influenza dei principali mercati che influenzano la crescita economica globale.
Per costruire un portafoglio resiliente e ben diversificato1 nel complesso panorama finanziario odierno, è essenziale una comprensione profonda di questi driver globali.
Spesso queste forze vengono colte al meglio attraverso un investimento nei mercati-chiave, come gli Stati Uniti e le altre principali economie. Indici come l’MSCI USA e l’MSCI World ex USA sono dei solidi capisaldi per una costruzione efficiente del portafoglio, riflettendo la performance di queste regioni economiche chiave.
Il ruolo fondamentale dell’MSCI USA nell’allocazione globale
Per capire i potenziali vantaggi di un investimento che abbina gli indici MSCI USA e MSCI World ex-USA è importante riconoscere il ruolo specifico dell’indice MSCI USA. È opportuno inoltre esaminare i fattori che determinano la performance dell’indice MSCI World.
L’indice MSCI World è fortemente dominato dagli Stati Uniti, che rappresentano oltre il 71% del suo peso, mentre il resto è distribuito tra altri mercati sviluppati come Giappone, Regno Unito, Francia e Canada3.
Ciò evidenzia in che misura la ripartizione geografica, in particolare tra gli Stati Uniti e resto del mondo (mercati sviluppati o emergenti), possa essere un motore essenziale del rendimento nei portafogli globali4.
L’indice MSCI World ex-USA, come indica il nome stesso, esclude gli Stati Uniti e presenta una distribuzione più equilibrata tra gli altri mercati sviluppati. É interessante notare che la quota dell’Europa nell’indice è del 51% circa. L’Europa è dunque rappresentata in misura rilevante nei mercati sviluppati al di là degli Stati Uniti5.
Grafico 1: MSCI World, MSCI World ex-USA, MSCI USA: allocazione per Paese
Peso totale per Paese (in %)
Il potere economico degli Stati Uniti si riflette chiaramente nella capitalizzazione di mercato del flottante, che rappresenta ben il 62% del totale globale6. È un dato che supera di gran lunga la percentuale del Pil globale del Paese, che è del 32%6.
Tale disparità sottolinea lo straordinario successo del mercato azionario statunitense, trainato in particolare dal settore tecnologico in forte crescita. Nel corso del tempo il Paese ha registrato una ripresa significativa, sostenuta da società innovative. La performance del mercato7 comparata all’evoluzione del Pil dimostra l’efficienza e il dinamismo dei mercati finanziari statunitensi.
Vale però la pena di notare che anche il resto del mondo, che rappresenta il 68% del Pil globale, ha un interessante potenziale di crescita6. Diversificare1 l’allocazione in tali mercati potrebbe consentire agli investitori di ottenere un'esposizione a nuove opportunità e di beneficiare della crescita futura in queste regioni, bilanciando potenzialmente i portafogli e attingendo alle nuove opportunità di crescita globale.
Grafico 2: Confronto tra USA e Resto del mondo: dal Pil alla capitalizzazione di mercato del flottante
Importanza relativa degli Stati Uniti rispetto al resto del mondo (in %)
Se confrontiamo la ripartizione settoriale degli indici MSCI USA, MSCI World ex USA e MSCI World notiamo evidenti differenze.
Nell’indice MSCI USA prevale il settore dell’information technology, mentre l’indice MSCI World ex USA offre una ripartizione settoriale più diversificata1 con una prevalenza di titoli finanziari, seguiti dagli industriali. L’information technology rappresenta solamente l’8,93% dell’indice, pertanto i titoli tecnologici hanno un peso assai inferiore nei mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti8.
L’indice MSCI World comprende sia titoli statunitensi che non, e riflette un mix di queste diverse ponderazioni. Il settore dell’information technology è prevalente ma la presenza dei titoli finanziari e industriali nei mercati non statunitensi consente un’esposizione più diversificata. Tale diversificazione1 settoriale sottolinea la natura complementare dei mercati statunitensi e non statunitensi nei portafogli globali. L'indice MSCI World ex-USA consente di valutare meglio i settori che sono sottorappresentati nel mercato statunitense.
Grafico 3: Pesi settoriali a confronto
Somma dei pesi in %
Combinare USA e World Ex-USA: degli strumenti strategici per gli investitori globali
Nel lungo periodo l’indice MSCI USA ha sovraperformato significativamente9 l’indice che esclude il mercato statunitense. Ciò riflette il predominio del mercato azionario americano che dipende, in particolare, dalla presenza delle società tecnologiche in forte crescita.
Tuttavia, l’indice MSCI World ex USA rimane interessante, con rendimenti storici elevati3, seppur inferiori a quelli dell’indice MSCI USA, in particolare grazie al contributo di settori quali i finanziari e sanitari, che contribuiscono alla diversificazione del portafoglio1.
Grafico 4: Rendimenti a lungo termine: ampia sovraperformance dell’indice MSCI USA
Valore dell’indice, base 100 a febbraio 2023 (Total Net Return Indices, in $)
L’indice MSCI World ex USA può quindi essere utilizzato a fini di diversificazione1: conferisce valore in un portafoglio globale grazie alla riduzione del peso delle azioni statunitensi e, nel contempo, offrendo accesso al rendimento potenziale di altre economie avanzate.
Oltre a una maggiore diversificazione1 l’indice MSCI World ex USA presenta valutazioni più contenute e rendimenti da dividendi più elevati rispetto all’indice MSCI USA. Questi fattori tendono a renderlo interessante per gli investitori che vogliono diversificare le proprie fonti di rendimento al di fuori dei mercati statunitensi1. In altre parole, gli investitori potrebbero beneficiare del potenziale di rivalutazione del capitale e di un reddito regolare.
Grafico 5: Valutazioni: L’indice MSCI World ex-USA è significativamente scontato
P/E a termine (12 mesi)
Grafico 6: Dividendi: il dividend yield dell’MSCI World ex-USA è del 2% più alto rispetto all’MSCI USA
Dividend Yield a termine (12 mesi)
Nel complesso, gli indici MSCI USA e MSCI World ex-USA forniscono agli investitori strumenti utili per costruire e gestire con precisione i loro portafogli. Offrono un grado elevato di granularità e permettono agli investitori di affinare l’esposizione in base alle loro previsioni e considerazioni.
L’indice MSCI USA coglie la notevole forza economica e la capitalizzazione di mercato degli Stati Uniti. Riflette la posizione dominante degli Stati Uniti nei mercati globali, in particolare nel settore tecnologico. L’indice MSCI World ex-USA offre invece opportunità potenzialmente interessanti attraverso una diversificazione più ampia1, valutazioni più contenute e un dividendi più elevati. Questo indice offre punti di ingresso interessanti per gli investitori di tipo “value" e alla ricerca di reddito12.
Attraverso questi strumenti gli investitori globali possono delineare strategie allineate ai loro obiettivi di investimento, alla loro tolleranza al rischio e alle loro prospettive di mercato per investire nei mercati globali, consentendo loro di trarre vantaggio dai mercati globali con precisione e adattabilità.
Come cogliere quest’opportunità
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Fonti e note
[1] La diversificazione non garantisce un profitto né protegge da perdite.
[2] Fonte: MSCI, Amundi al 30/08/2024
[3] Fonte: Bloomberg, MSCI, Amundi. Dati al 30/08/2024. I rendimenti passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri.
[4] Le tendenze di mercato passate non sono un indicatore affidabile di quelle future.
[5] Fonte: Bloomberg, MSCI, Amundi. Dati al 30/08/2024. Le performance passate non sono un indicatore affidabile di performance future.
[6] Fonte: MSCI, Amundi, con “Resto del mondo” si fa riferimento all’indice MSCI ACWI IMI (comprese società a bassa, media e elevata capitalizzazione). Dati al 30/08/2024. Le performance passate non sono un indicatore affidabile di performance future.
[7] Le performance passate non sono un indicatore affidabile di performance future.
[8] Fonte: MSCI, Amundi. Dati al 30/08/2024. Le performance passate non sono un indicatore affidabile di performance future.
[9] Le performance passate non sono un indicatore affidabile di performance future.
Rischi legati all'investimento
È importante che i potenziali investitori valutino i rischi descritti di seguito e nel Documento contenente le informazioni chiave ("KID") del fondo e nel Prospetto disponibile sul nostro sito www.amundietf.com.
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RISCHIO CONNESSO AL SOTTOSTANTE - L'indice sottostante di un ETF può essere complesso e volatile. A titolo di esempio, gli ETF con un'esposizione ai mercati emergenti presentano un rischio di potenziali perdite più elevato rispetto a un investimento nei mercati sviluppati, poiché essi sono soggetti a numerosi rischi imprevedibili relativi ai mercati emergenti.
RISCHIO DI REPLICA - Gli obiettivi del fondo potrebbero non essere conseguiti a causa di eventi inattesi nei mercati sottostanti, i quali inciderebbero sul calcolo dell'indice e sulla replica operativa del fondo.
RISCHIO DI CONTROPARTE - Gli investitori sono esposti ai rischi derivanti dall'utilizzo di uno swap OTC (over-the-counter) o del prestito titoli con la/e rispettiva/e controparte/i. Le controparti sono istituti di credito il cui nome è riportato nel sito web del fondo amundietf.com. Conformemente alla normativa UCITS, l'esposizione alla controparte non può superare il 10% del patrimonio complessivo del fondo.
RISCHIO DI CAMBIO - Un ETF potrebbe essere esposto al rischio di cambio qualora sia denominato in una valuta diversa da quella dei componenti dell'indice sottostante che sta replicando. Le fluttuazioni dei tassi di cambio possono dunque avere un impatto negativo o positivo sulla performance.
RISCHIO DI LIQUIDITÀ - I mercati ai quali è esposto l'ETF possono presentare un rischio. Il prezzo e il valore degli investimenti sono legati al rischio di liquidità delle componenti dell'indice sottostante. Gli investimenti sono soggetti a rialzi e ribassi. In aggiunta, sul mercato secondario la liquidità è fornita da market maker operanti sulle borse valori su cui è quotato l'ETF. In borsa, la liquidità può essere limitata a causa di una sospensione del mercato sottostante rappresentato dall'indice sottostante replicato dall'ETF, di un errore nei sistemi di una borsa valori o di altri operatori di mercato, oppure di una situazione di mercato o evento anomalo in fase di contrattazione.
RISCHIO DI VOLATILITÀ - L'ETF è esposto alla volatilità dei mercati principali rappresentati nell’indice sottostante. Il valore di un ETF può cambiare in modo rapido e imprevedibile e può potenzialmente registrare forti variazioni sia al rialzo che al ribasso.
RISCHIO DI CONCENTRAZIONE - Gli ETF tematici selezionano le azioni o le obbligazioni per il loro portafoglio a partire dall'indice di riferimento originale. Nel caso in cui le regole di selezione siano severe, ciò può portare a un portafoglio più concentrato in cui il rischio è distribuito su un numero inferiore di titoli rispetto al benchmark originale.
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