L’opinione di Andrea Semino (Credit Suisse AM): approccio best-in-class nei portafogli indicizzati. Le ragioni di un successo annunciato

Andrea Semino1025OK
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Contributo a cura di Andrea Semino, product specialist per Credit Suisse AMContenuto sponsorizzato da Credit Suisse AM.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il settore degli investimenti sostenibili rappresenta la principale fonte di finanziamento in grado di stimolare una transizione globale verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Tuttavia la finanza sostenibile è ancora un settore residuale dell’industria del risparmio gestito; al fine di favorire la crescita di questo settore, il fondo monetario sollecita governi ed enti di vigilanza a fare di più per regolamentare il mondo della finanza sostenibile.

L’ultima pubblicazione del Rapporto sulla stabilità finanziaria dell’FMI fotografa le prospettive per la finanza sostenibile: entro la metà di questo secolo saranno necessari nuovi massicci investimenti stimati fino a 20mila miliardi di dollari al fine di ridurre le emissioni mondiali di carbonio e si prevede che circa il 70% di questo finanziamento aggiuntivo arriverà da capitali privati. Per raggiungere questi numeri ambiziosi, i risparmiatori e gli investitori dovranno comprendere meglio come viene utilizzato il loro denaro, sollecitando un maggiore controllo da parte dei regolatori nazionali nei confronti del greenwashing.

Il mercato degli investimenti ESG non è più completamente privo di regole. Per esempio, la Sustainable Finance Disclosure Regulation è entrata in vigore nell'UE nel marzo 2021. La normativa distingue i fondi tra l'articolo 6 (nessuna considerazione dei criteri ESG), l'articolo 8 ("Prodotti finanziari con caratteristiche ambientali o sociali") e l'articolo 9 ("Prodotti finanziari sostenibili con un impatto di sostenibilità previsto"). La "EU Climate Benchmark Regulation" entrata in vigore ad aprile 2020, definisce regole chiare per i cosiddetti "Climate Transition Benchmarks" e "Paris-Aligned Benchmarks". Normativa a parte, uno degli aspetti più sfidanti della finanza sostenibile è la molteplicità di approcci possibili.

Quale obbiettivo cerca di ottenere ciascun investitore?

Vuole semplicemente evitare di investire in aziende che sono in ritardo sull'ESG, o desidera che il suo investimento sostenga un'attività che non sarebbe potuta avvenire senza quell’apporto di capitale? Gli investimenti ESG possono essere utili anche per ragioni puramente finanziarie, per esempio per ridurre i rischi reputazionali legati a scandali socio-ambientali o per migliorare il profilo rischio/rendimento attraverso una migliore governance societaria. A seconda delle preferenze dell’investitore, nell’ambito degli investimenti indicizzati a vocazione sostenibile, distinguiamo tra 3 categorie: strategie basate su esclusioni di determinati settori merceologici non etici, screening di tipo positivo/best in class e strategie focalizzate sull’aspetto ambientale/climatico.

Fonte: ETFbook, elaborazioni Credit Suisse. Dati mensili da gennaio 2020 a settembre 2021

Analizzando le masse e l’andamento dei flussi su ETF europei, notiamo come oltre il 50% degli apporti si concentrano in prodotti a screening positivo/best in class. Questi prodotti non mirano soltanto a escludere alcuni titoli ma utilizzano le metriche ESG (come il rating) per selezionare e/o variare i pesi di ciascun titolo nel portafoglio. 

Diversamente dall’approccio meramente basato su esclusioni, i titoli più virtuosi verranno quindi premiati e sovrappesati. Un esempio è rappresentato dagli indici ESG Leaders di MSCI che combinano l'esclusione di attività economiche controverse con una selezione delle migliori aziende per profilo ESG all’interno dei principali settori economici (approccio best-in-class). Il passaggio best-in-class rende particolarmente interessanti questi prodotti in un’ottica di miglioramento del profilo di sostenibilità, premiando le realtà aziendali con profili socio-ambientali e di governance migliori. Anche per questo motivo, gli indici a screening positivo/best in class presentano un miglior profilo rischio rendimento e un minor rischio di drawdown rispetto ai benchmark geografici tradizionali. 

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Credit Suisse. Dati mensili da settembre 2009 a settembre 2021. Il massimo drawdown è calcolato su base mensile

Nel caso dei mercati emergenti otteniamo il miglioramento rischio rendimento più significativo, principalmente attribuibile alla selezione di aziende con governance maggiormente in linea con gli standard occidentali e quindi meno prone a scandali o nazionalizzazioni.

Con una trentina di prodotti indicizzati ESG e masse per oltre 20 miliardi di Euro, Credit Suisse offre una ricca gamma di prodotti best-in-class. Tra i principali prodotti della nostra gamma ESG, ricordiamo gli ETF su azionario statunitense (CSIF (IE) MSCI USA ESG Leaders Blue UCITS ETF) e globale (CSIF (IE) MSCI World ESG Leaders Blue UCITS ETF) e i fondi indicizzati focalizzati su Europa (CSIF (Lux) Equity EMU ESG Blue), Giappone (CSIF (Lux) Equity Japan ESG Blue) e paesi emergenti (CSIF (Lux) Equity Emerging Markets ESG Blue). Con questa gamma, puntiamo a soddisfare i bisogni di investitori che, oltre alla ricerca di un futuro più sostenibile, tengono conto anche dei classici obiettivi d'investimento come sicurezza, liquidità ed efficienza. 

Pubblicità di natura finanziaria

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