Azionario europeo: l’inflazione sarà transitoria per un periodo prolungato?

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John Bennett. Foto concessa (Janus Henderson Investors)

CONTRIBUTO a cura di John Bennett, portfolio manager e director of European Equities di Janus Henderson Investors. Contenuto sponsorizzato da Janus Henderson Investors.

Durante l'estate del 2021 il fattore chiave sui mercati azionari, europei e non, è stato la ripresa dei titoli growth rispetto ai titoli value. Un altro fattore è l'accentuazione della sovraperformance dei titoli growth rispetto ai value. Ciò rappresenta indubbiamente un fattore sfavorevole per noi. Non siamo prevalentemente votati al value, né totalmente dedicati al growth, adottiamo sempre uno approccio misto, ma siamo indubbiamente orientati più al segmento value che al growth.

Se guardiamo all'andamento durante e alla fine dell'estate è emersa una reale opportunità per gli investitori in Europa. A mio giudizio, verso la conclusione dell'estate, l'estensione o l'inasprimento delle valutazioni dei titoli growth ha raggiunto livelli decisamente eccessivi. In effetti ritengo che al momento l'area vulnerabile dei mercati, per la verità estremamente vulnerabile direi, sia quella dei titoli growth con valutazioni elevate. Mentre parliamo osservo invece una grande opportunità sul fronte opposto.

Il sovrapprezzo che gli investitori pagano per la cosiddetta sicurezza è estremo. Ho visto titoli, un particolare gruppo di cosiddetti titoli growth, salire da 25 volte gli utili a 35 - 45 e anche 55 volte gli utili. E a mio giudizio, nel caso di alcuni di essi, siamo ormai alla follia. Si tratta di un gruppo piuttosto esteso.

Value europeo

Ora è possibile rammaricarsene, ma possiamo anche entusiasmarci un po', se guardiamo al versante opposto. E parlo di acquistare, non intendo gli avanzi, perché questo termine ha connotazioni decisamente diverse, bensì gli altri titoli rimanenti. I titoli rimasti indietro perché in aree considerate "fuori moda". A mio avviso è proprio questa la singola e grande opportunità che osservo. Ma forse è proprio la ragione per cui sono più entusiasta del solito. Riscontro un'opportunità colossale nel segmento value europeo.

E ciò è interessante perché si associa sempre ad alcune sfide. Parlo dell'investitore attento al valore, quale mi sono sempre considerato. A dire il vero negli ultimi tempi i vincenti sono stati gli investitori meno attenti al valore. Ma penso che l'investitore attento al valore, come me, abbia una straordinaria opportunità nel segmento value europeo. Uno dei problemi per l'investitore value, o attento al valore, è che deve essere paziente e disposto a restare isolato perché spesso deve andare controcorrente. Intervenire al momento giusto. Mi sono trovato solo molte volte nella mia carriera nel campo degli investimenti. È così.

Inflation is coming

In pratica esistono responsabili delle strategie con convinzioni radicate, economisti iperconvinti, osservatori di mercato irriducibili, gestori di fondi e selezionatori di titoli trincerati nelle loro posizioni. E quando ci si arrocca sulle proprie posizioni, si tende a sostenere le proprie opinioni. I gestori value sostengono, e i gestori deep value potrebbero sostenere, che l'inflazione sta arrivando. E il gestore growth convinto delle proprie posizioni rifiuterà questa tesi, presterà ascolto al mercato obbligazionario, dirà che va tutto bene, di operare tranquillamente, che la situazione lo consente. Ho sempre detto che non bisogna mai arroccarsi sulle proprie posizioni. Evitare sempre la polarizzazione.

A mio giudizio, come minimo, l'inflazione sarà transitoria per un periodo prolungato. E qual è la linea di demarcazione tra transitoria e non? Al momento siamo in un contesto in cui tutti hanno fiducia, indipendentemente dal fatto che sia mal riposta, nella capacità delle banche centrali di controllare la situazione, di controllare il mercato obbligazionario. Margaret Thatcher, una volta affermò come non sia possibile governare i mercati perché alla fine sono i mercati che ci governano. E il mercato obbligazionario ha dato ampia dimostrazione di essere in grado di andare controcorrente.

Non dovremmo sorprenderci qualora il mercato obbligazionario registrasse turbolenze e dimostrasse che le banche centrali in pratica non lo controllano. Non è mai possibile controllare i mercati, sono i mercati che ci controllano. Non il contrario. Di conseguenza, non mi sorprenderei troppo se i mercati cominciassero a preoccuparsi di un'inflazione transitoria per un periodo prolungato, ossia un'inflazione integrata nel sistema e ci trovassimo da qui a un anno, nell'autunno 2022, con dati sull'inflazione superiori alle previsioni. Qualora ciò succedesse, e molto prima che succeda, potremmo facilmente assistere a turbolenze sul mercato obbligazionario. E ci sarebbe da divertirsi.

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