Per gli investitori attivi potrebbe essere tempo di valutare un incremento dell’esposizione azionaria: nonostante incertezza e volatilità, il contesto macro potrebbe aprire la strada a nuove opportunità di crescita. L'analisi di Andy Budden. Contenuto sponsorizzato da Capital Group.
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CONTRIBUTO a cura di Andy Budden, Investment director, Capital Group. Contenuto sponsorizzato da Capital Group.
La correzione dei mercati azionari era prevista da tempo. A inizio 2024, la view di consensus era chiara: l’inflazione stava diminuendo, avvicinandosi agli obiettivi a lungo termine delle banche centrali; i tassi di interesse, in forte aumento da marzo 2022, sarebbero scesi e l’economia statunitense avrebbe effettuato un atterraggio morbido evitando la recessione.
Da allora, l’incertezza è stata il sentimento dominante. L’inflazione è diminuita, ma permane oltre gli obiettivi di lungo termine e gli ultimi punti percentuali si sono rivelati più vischiosi del previsto.
Sul fronte delle azioni, i mercati hanno mantenuto un andamento al rialzo, anche se con picchi di volatilità. Tuttavia, gli investitori hanno ancora una serie di domande: la Fed ha atteso troppo a lungo prima di tagliare i tassi? Gli Stati Uniti entreranno in recessione? L’euforia sulle azioni legate all’IA si è spinta troppo oltre? Nonostante l’assenza di risposte concrete, i mercati hanno scelto di essere ottimisti.
I “Magnifici 7” continuano a far parlare di sé. Tuttavia, non è sfuggito il fatto che i rendimenti generati da questi colossi high-tech statunitensi hanno iniziato a evidenziare una significativa dispersione. Potrebbero essere i primi segnali di un ampliamento del mercato?
In parte, la dispersione può essere attribuita al coinvolgimento di queste società nella rapida crescita dell’IA.
Come evolveranno i mercati azionari?
L’IA potrebbe essere il più recente driver dei rendimenti azionari; tuttavia, secondo la nostra analisi dei periodi storici, non è insolito per i titoli tecnologici superare altri settori in scenari simili a quello attuale.
Ai fini di tale analisi, è fondamentale che gli Stati Uniti riescano a evitare la recessione.
L’economista di Capital Group Jared Franz ha recentemente pubblicato un articolo, esprimendo la sua opinione secondo cui l’economia statunitense sta potenzialmente entrando in uno scenario “Benjamin Button”. Franz suggerisce che invece di passare da una fase di fine ciclo a un territorio recessivo, l’economia americana potrebbe ritornare a una fase di “metà ciclo”.
Tale analisi si basa sul divario del tasso di disoccupazione statunitense (la differenza tra il tasso di disoccupazione effettivo e il livello di occupazione al di sotto del quale ci si attenderebbe un aumento dell’inflazione).
L’economia USA potrebbe effettuare un “atterraggio morbido”, con una successiva accelerazione della crescita.
In uno scenario di atterraggio morbido, una gamma più ampia di società e settori potrebbe ottenere risultati positivi e potenzialmente superare i titoli tecnologici.
Valutazioni: guardare oltre i ricavi
Storicamente, le azioni hanno registrato un andamento positivo quando i tassi di interesse hanno iniziato a diminuire e si è riusciti a evitare una recessione. Tuttavia, le valutazioni svolgono un ruolo fondamentale, soprattutto perché i mercati hanno registrato un forte rialzo da inizio 2023. Gli investitori potrebbero chiedersi se le azioni sono troppo costose.
A livello globale, secondo quanto indicato dai P/E forward, a parte gli Stati Uniti, tutte le regioni scambiano attualmente al di sotto della media decennale. A livello settoriale, alcuni settori appaiono costosi rispetto alla media, ma tutti sono molto lontani dai loro massimi storici. Com’era prevedibile, il settore della tecnologia dell'informazione (IT) è il più vicino al P/E massimo, grazie soprattutto al dominio dei Magnifici 7 e all’euforia sull’IA.
Le valutazioni delle azioni statunitensi sono ben al di sopra della media decennale, mentre la crescita degli utili stimata (2025) per le società a stelle e strisce dovrebbe superare significativamente le controparti europee e giapponesi. Pertanto, se contestualizzate, le valutazioni di alcune società USA rimangono interessanti. Tuttavia, riteniamo che la selettività sarà fondamentale.
Implicazioni per gli investimenti
Non è che i titoli tecnologici o le società statunitensi devono essere evitati. Ci sono ancora società tecnologiche che possono potenzialmente generare solidi rendimenti. Inoltre, più a lungo termine l’IA potrebbe avere un impatto profondo su molte imprese di vari settori.
Analogamente, per le azioni statunitensi, il concetto di recessioni progressive non sincronizzate in diversi settori implica che aree selezionate dell’economia a stelle e strisce potrebbero essere vicine a una ripresa.
L’aspetto principale per gli investimenti in società USA e tecnologiche è che i fondamentali contano. Ogni società, indipendentemente dall’area geografica o dal settore, avrà driver di utili diversi e dovrebbe essere considerata per i suoi meriti specifici piuttosto che collettivamente.
Mercati più ampi implicano opportunità diverse
Per il futuro, le tendenze di lungo periodo nella transizione energetica globale, gli sviluppi nel settore sanitario, come i farmaci contro l’obesità, e il riallineamento delle filiere globali suggeriscono opportunità interessanti al di fuori delle Big Tech.
Molte società europee e asiatiche, ad esempio, hanno raggiunto un'ottima quota di mercato in settori quali semiconduttori, aerospaziale, farmaceutico e industriali. Anche le aspettative di tassi più bassi in vari mercati non statunitensi possono rappresentare un fattore di slancio per le azioni globali. Inoltre, con la ripresa della crescita degli utili nei settori non tecnologici, un insieme più diversificato di società potrebbe attirare l'attenzione degli investitori.
Sentiero stretto o autostrada aperta per le azioni?
Nonostante permangano rischi e incertezze, una serie di fattori ci induce a ritenere che gli USA riusciranno a evitare una recessione nei prossimi 12 mesi. Inoltre, a fronte della dispersione tra i titoli dei Magnifici 7 e dell’impatto prodotto dalle tendenze di crescita secolare su una gamma più ampia di società e settori, potrebbe essere giunto il momento per gli investitori attivi di valutare un incremento dell’esposizione azionaria. Complessivamente, anche se non sarà a senso unico, la strada davanti alle azioni sembra tendere più verso un’autostrada aperta che verso un sentiero stretto.