Caro Shinzo Abe...

Giovanni_Buffa
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Nei giorni scorsi il team di gestori e il management di AcomeA hanno avuto l’occasione di incontrare un alto rappresentante del gabinetto per lo sviluppo economico del governo giapponese. Scopo dell’incontro era approfondire le prossime linee di politica economica, cosiddetta Abenomics, con l’obiettivo di riportare l’inflazione sopra gli attuali livelli prossimi allo zero e metter l’economia su un cammino di crescita sostenibile. A margine dell’incontro ci è stato chiesto di dare la nostra opinione di investitori e osservatori del mercato giapponese circa le maggiori criticità di cui il governo dovrà tenere conto. Ecco i punti che abbiamo sollevato e che potrebbero prossimamente arrivare sulla scrivania del primo ministro Shinzo Abe.

1) Crescita dei salari. Pensiamo che sia fondamentale che la crescita nominale dei salari segua l’andamento dell’inflazione. È vero infatti che, a partire dall’aprile di quest’anno, non si osserverà più l’effetto di rialzo sull’inflazione indotto dall’aumento dell’IVA, ma dobbiamo ancora vedere un aumento stabile dei salari reali perché la domanda interna possa diventare un motore della crescita futura. In particolare, maggiore attenzione dovrà essere posta alla crescita dei salari nelle piccole e medie imprese, considerando il loro ruolo preponderante nell’economia giapponese. Crediamo inoltre che le società debbano essere incentivate ad alzare i redditi e non i bonus di fine anno dal momento che la scelta di consumo si basa sul primo fattore e non su un estemporaneo flusso monetario. La riforma del lavoro svolge quindi un ruolo importante nell’alzare i salari, creando flessibilità, stimolando la concorrenza e crediamo quindi che il governo si stia muovendo nella direzione giusta.

2) Corporate governance. Pensiamo che la riforma della corporate governance giapponese rappresenti davvero una chiave di volta per il rilancio economico e apprezziamo il modo in cui il governo sta affrontando il tema. Giudichiamo molto positivamente le manovre messe in cantiere e ci auguriamo che vengano implementate integralmente. Pensiamo che sia importante considerare in questo ambito anche il riacquisto di azioni proprie (buy-back): molte imprese giapponesi infatti riacquistano le proprie azioni senza però poi cancellarle. In questo modo il beneficio dell’operazione per gli azionisti è di molto ridotto. Complessivamente però, una totale riforma della corporate governance è quello che noi, come investitori esteri, aspettiamo da secoli.

3) Consolidamento fiscale. Apprezziamo gli sforzi del governo giapponese nel ridurre il deficit fiscale, ma pensiamo che, fino a che la domanda interna resterà debole, non dovrebbe essere implementata alcuna stretta fiscale. Ciò nonostante siamo abbastanza preoccupati della sostenibilità di lungo periodo del debito pubblico, in particolare per quel che riguarda la relazione tra spesa per interessi ed entrate fiscali, in uno scenario di innalzamento dei tassi. Il futuro aumento dell’IVA aiuterà a ridurre il gap ma non riteniamo che i cittadini siano pronti per questo. Crediamo che quando l’economia giapponese tornerà a essere su un sostenibile cammino di crescita, la domanda privata così come i consumi saranno in grado di controbilanciare la stretta fiscale, ma probabilmente questo richiederà più tempo del previsto. Il debito governativo è davvero pesante, sia in termini assoluti sia in relazione al PIL, e uno dei maggiori effetti è il drenaggio di risorse economiche lontano da investimenti produttivi. Affrontare in maniera diretta il calo degli investimenti privati rappresenterebbe un modo saggio (e forse più immediato) per affrontare il problema degli scarsi investimenti (più che, ad esempio, degli investimenti diretti esteri che dovranno essere ripagati in futuro).

4) Politica Monetaria. Crediamo che la Banca Centrale Giapponese stia facendo un ottimo lavoro nello stabilizzare i mercati. Ciò nonostante riteniamo che, senza riforme strutturali, il Quantitative Easing risulti più dannoso che utile. Per questo motivo siamo dell’idea che la terza freccia dell’Abenomics debba essere implementata velocemente. Tuttavia, il concetto di libero mercato non dovrebbe mai essere messo in discussione e a tale ragione la BOJ dovrebbe astenersi dall’intraprendere azioni troppo ardite.

5) Politiche su Immigrazione. Questo è uno degli aspetti su cui riteniamo che il governo giapponese possa e debba fare di più, soprattutto in considerazione di un contesto demografico sfavorevole, come quello del Giappone. Crediamo che il paese debba aprire le proprie porte più di quanto immaginato dagli attuali scenari o provare a incentivare la crescita demografica attraverso azioni più incisive. Siamo consapevoli che questo sia un punto molto delicato e di difficile soluzione, soprattutto nel breve periodo.

6) Riforma Agricoltura, Sanità e Elettricità. Approviamo le riforme portate avanti dal governo giapponese in queste aree e concordiamo con il governo di Tokyo nel ritenere che in un paese industriale il costo dell’elettricità sia un punto estremamente importante. Il riavvio degli impianti nucleari, l’apertura del mercato elettrico e la creazione di nuove fonti di energie rinnovabili aiuteranno a raggiungere questo obiettivo. A nostro avviso, il governo dovrebbe prendere in considerazione l’implementazione anche di una riforma terriera.