Default del debito pubblico cinese: niente panico

Contributo a cura di Chi Losenior economist, Greater China di BNP Paribas Asset Management. Contenuto sponsorizzato. 

Di recente alcune aziende statali locali (State-Owned Enterprises, o “SOE”) sono risultate insolventi sul loro debito, causando una correzione del mercato obbligazionario cinese e mettendo pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari. I rendimenti sono cresciuti al 3,2% e al 3,3% per i titoli di Stato cinesi a 5 e 10 anni (CGB), rispettivamente, da meno del 2,0% e del 2,5% nel secondo trimestre.

C'è molto di più di quanto sembri

I default delle obbligazioni societarie delle SOE, rari fino a poco tempo fa, si sono verificati principalmente nella Cina settentrionale, in particolare nel Liaoning e nell'Henan. Questa regione viene spesso vista come la “rust belt” del Paese. Riteniamo che i fallimenti riflettano la visione di Pechino secondo cui la ripresa economica post-pandemia è destinata a durare: ciò permetterebbe quindi di ripartire con il deleveraging in tutta sicurezza, ritirando gradualmente le garanzie implicite.

Il governo provinciale dell'Henan è rimasto in silenzio dall'insolvenza della società mineraria statale del mese scorso. Tuttavia, non è da escludere che possa intervenire nel caso in cui le turbolenze del mercato diventino destabilizzanti. In effetti, non è affatto certo che tutti i governi locali stiano ritirando il loro sostegno alle aziende di Stato.

Province come Shanshore, Guizhou e Pechino hanno agito per mantenere il loro supporto. Le obbligazioni emesse dalle società carbonifere della provincia di Shanghai hanno recentemente subito un sell-off a seguito dell'impennata delle preoccupazioni degli investitori, ma il governo provinciale ha rapidamente annunciato che avrebbe offerto il pieno sostegno a tutte le aziende pubbliche locali per prevenire il fallimento.

Anche il governo municipale di Pechino ha promesso il suo pieno sostegno alle aziende di Stato. Guizhou è meno sviluppato della maggior parte delle altre province e la leva finanziaria è elevata, ma finora ha evitato i default poiché il suo governo ha proattivamente pianificato piani di ristrutturazione per preservare la fiducia degli investitori.

La Banca centrale è attendista

Dal punto di vista della Banca centrale, crediamo che la preoccupazione sia quella di non impelagarsi a ripulire il caos dei titoli di stato locali. La recente correzione del mercato può essere vista come un problema di solvibilità piuttosto che come un problema di liquidità.

Se la People's Bank of China dovesse allentare la politica monetaria in risposta alla situazione, questa sarebbe una buona notizia per i titoli governativi e per gli emittenti di credito di alta qualità, ma non contribuirebbe a ripristinare la fiducia nelle aziende pubbliche locali vulnerabili. Al momento, la situazione non è così negativa da richiedere un massiccio salvataggio monetario. Per il momento, la PBoC mantiene una posizione politica neutrale.

Qual è l'impatto sull'economia e sulle banche?

Tutto ciò implica che Pechino sta permettendo alle cattive aziende (comprese le aziende pubbliche locali) di uscire dal sistema. Questo è strutturalmente positivo per il sistema cinese. L'impatto macroeconomico dovrebbe essere gestibile, anche se l'umore del mercato sarà penalizzato temporaneamente dal momento che gli investitori si chiedono dove le autorità definiranno e attueranno i salvataggi.

L'impatto sulle banche cinesi dovrebbe essere limitato, ad eccezione delle piccole banche con bilanci deboli. Il sistema bancario cinese è liquido e la fiducia dell'opinione pubblica è ancora forte. Il coefficiente di capitale medio del sistema è superiore al 10%. Questo è molto di più di quanto richiesto dal regolamento Basilea III.

Alcune piccole banche potrebbero essere a rischio. Alla luce della recente esperienza, Pechino dovrebbe consentire loro di fallire o di essere acquistate da attori più forti.