Peter De Coensel, CEO di DPAM, analizza l'importanza dell'impegno attivo nell'integrazione ESG. Contenuto sponsorizzato.
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Contributo a cura di Peter De Coensel, CEO di DPAM. Contenuto sponsorizzato.
L'integrazione ESG senza impegno attivo e senza l’esercizio del diritto di voto nelle assemblee manca di credibilità. Le società di gestione patrimoniale sono obbligate, dalla regolamentazione, a produrre un impatto positivo con le proprie scelte d’investimento ponendosi obiettivi di sviluppo sostenibile significativi e misurabili. Ciò richiede un riorientamento del dibattito, che deve passare da un semplicistico esercizio di spunta delle caselle nelle fasi di selezione (questo dentro, questo fuori) a un impegno attivo, concreto e misurabile.
Engagement con le aziende
Sebbene la strategia dell'esclusione consenta di ottenere un risultato chiaro e diretto nell'ambito delle metodologie di screening ESG, posizionare determinate aziende in black list, solo perché non rispettano certi requisiti, potrebbe precludere opportunità d’ investimento in società che hanno comunque compiuto, e stanno compiendo, notevoli miglioramenti sulla strada della sostenibilità. Di conseguenza, questo comportamento frenerebbe, di fatto, il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. L'esistenza stessa di soluzioni d’investimento indicizzate, azionarie passive, obbligazionarie societarie o aggregate, garantisce il finanziamento pubblico alle aziende. Nella migliore delle ipotesi, il potere di voto attribuito agli stakeholders può essere orientato al cambiamento, fornendo sostegno alle risoluzioni degli azionisti. Tuttavia, il più delle volte, per influenzare al meglio le decisioni del consiglio di amministrazione, sono necessari una partecipazione attiva e un impegno collaborativo (attraverso iniziative come Climate 100+, gli UN Human Rights PRI o partnership).
Certo è che questo tipo di coinvolgimento di successo richiede tempo. Il processo inizia con il dialogo continuo tra analisti e gestori o team di gestione e i responsabili delle relazioni con gli investitori. A questa fase più formale di coinvolgimento individuale o collaborativo, con inviti all'azione ben definiti per i consigli di amministrazione, può seguire poi una fase in cui vengono elaborate risoluzioni specifiche per gli azionisti. Una comunicazione aperta e trasparente su queste attività va sicuramente a vantaggio degli azionisti, ma anche delle aziende dello stesso settore. L'impegno attivo può quindi orientare la psicologia del settore verso un efficace cambiamento di strategia.
Engagement con i Paesi
Una politica di impegno attivo nei confronti delle istituzioni governative può incoraggiare i governi a sostenere uno sviluppo di investimenti responsabili. L'impegno con le istituzioni per migliorare la qualità della raccolta dei dati e promuovere la trasparenza in settori come l'istruzione, la sanità o la previdenza sociale fa parte di una corretta azione di sostegno alle politiche governative. Ciò non consiste nel criticare i governi, ma nel porre le domande giuste per distinguere tra promesse e azioni reali. Gli obiettivi climatici e gli impegni assunti dai Paesi nelle conferenze a livello internazionale dovrebbero essere discussi con piani credibili e ben finanziati per raggiungerli.
I governi che guidano la transizione adottando politiche economiche volte alla decarbonizzazione e alla riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche fossili beneficeranno di costi di finanziamento più bassi e di un facile rifinanziamento. I responsabili della gestione del debito dovranno ampliare la loro capacità di emettere obbligazioni verdi e sociali, e le amministrazioni dotarsi di strutture adeguate in grado di monitorare e controllare gli investimenti pubblici. Così come è fondamentale impegnarsi con le aziende che cercano di allineare gli investimenti con le ambizioni e gli obiettivi Net Zero, è necessario un analogo allineamento degli investimenti nel settore del debito pubblico.
Affrontare il cambiamento climatico sarà uno dei fattori chiave per la pace e la sicurezza, oltre che per un migliore controllo del potere d'acquisto. La collaborazione tra fonti di finanziamento pubbliche e private accelererà la transizione e i gestori che si considerano veramente responsabili dovranno impegnarsi con la sessa intensità tanto con i governi, quanto con le aziende.
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