Esposizioni agli alti dividenti e al fattore value

Simone Rosti notizia
Simone Rosti. Foto concessa (Vanguard)

Contributo a cura di Simone Rosti, country head Italy di Vanguard. Contenuto sponsorizzato.

Con la persistente bassa inflazione e l’accelerazione della digitalizzazione registrata nel corso della pandemia, i titoli growth guidati dai tecnologici sono arrivati a registrare un premio di valutazione rispetto alle azioni value, che si sta ormai avvicinando a valori estremi mai registrati in un quarto di secolo. Come nei cicli precedenti, la recente sovraperformance dei titoli growth ha probabilmente aperto la strada a una ripresa dei titoli value su base relativa. Adesso che assistiamo a una crescente ripresa dell'economia, non sorprende che molti investitori pensino di posizionare i portafogli dei clienti in modo che possano beneficiare di questa rotazione ciclica.

Beneficiare del value, evitando al tempo stesso le trappole di valore

L’attrattiva delle strategie value è che alcuni titoli possono destare un potenziale interesse per i ritorni adeguati al rischio a multipli p/e bassi rispetto agli omologhi growth. Tuttavia possono anche esporre gli investitori a trappole di valore quando le basse valutazioni di una società sono dovute alla debolezza dei fondamentali. Per beneficiare del value, limitando il rischio delle trappole di valore, gli investitori possono dunque guardare alle strategie a dividendo elevato. D’altro canto, alcune di queste esposizioni - come il FTSE All-World High Dividend Yield Index - non si limitano a beneficiare del fattore value (anche se con una sensibilità leggermente inferiore rispetto alle strategie value), ma registrano punteggi elevati per quanto riguarda il fattore di redditività, consentendo una maggiore esposizione ad aziende con una buona profittabilità. 

Questo, tuttavia, dipende dalla metodologia di costruzione degli indici. Gli indici high dividend ponderati per la capitalizzazione di mercato, come il FTSE All-World High Dividend Yield Index, selezionano i titoli che li compongono in base al rendimento da dividendi e li ponderano in funzione della capitalizzazione di mercato, privilegiando le aziende più profittevoli, contraddistinte da un elevato fattore di redditività. Per contro, molti indici value ponderano i titoli che li compongono in funzione del fattore value, senza tener conto della capitalizzazione di mercato, il che può comportare factor loading a bassa redditività.

Un altro elemento da considerare per esporsi sul fattore value è la diversificazione degli indici scelti. Ad esempio, il FTSE All World High Dividend Yield comprende oltre 1.640 titoli, più del quadruplo dell’indice MSCI World Enhanced Value, che ne conta solo 4001. Per via della maggiore diversificazione, gli indici a rendimento elevato possono anche avere una volatilità minore rispetto alle tradizionali strategie value2

Prendendo in considerazione le fortune contrastanti dei titoli growth rispetto a quelli value, gli investitori dovrebbero infine pensare a come ottenere l’esposizione a questi fattori. Le strategie high dividend yield possono rivelarsi qualcosa di più di una semplice fonte di reddito. Permettono anche un'esposizione diversificata in grado di beneficiare del fattore value con una volatilità minore rispetto alle strategie value tradizionali, contribuendo al tempo stesso a limitare le trappole di valore.

1Fonte: Bloomberg. Al 31 maggio 2021 l’indice FTSE All World High Dividend Yield comprendeva 1.642 costituenti, mentre quelli dell’indice MSCI World Enhanced Value erano 400.

2Fonte: Bloomberg. Dati dal 7 ottobre 2014 al 30 aprile 2021. Nel corso del periodo la volatilità annualizzata dell’indice FTSE All World High Dividend Yield era del 14,4%, quella dell’indice MSCI World Enhanced Value del 15,2%.