Il mercato obbligazionario degli ETF è in pieno sviluppo, raggiungendo i 317 miliardi in Europa ad aprile 2021. Cosa ne ha determinato l’attuale accelerazione? Contributo Sabrina Principi, head of Business Development ETF & Index Solutions di BNP Paribas Asset Management. Contenuto sponsorizzato da BNP Paribas Asset Management.
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CONTRIBUTO a cura di Sabrina Principi, head of Business Development ETF & Index Solutions di BNP Paribas Asset Management. Contenuto sponsorizzato da BNP Paribas Asset Management.
Il mercato obbligazionario degli ETF è in pieno sviluppo, come dimostrano le cifre in Europa e a livello mondiale. In queste zone geografiche, questi hanno raggiunto rispettivamente i 317 e i 1.472 miliardi di dollari a fine aprile 2021[1]. Ci troviamo, quindi, in un contesto totalmente diverso dal lontano 2002, anno in cui venne lanciato per la prima volta un ETF fixed income in borsa, cosa ne ha determinato l’attuale accelerazione?
Gli indici obbligazionari sono generalmente costruiti su un universo di investimento molto più ampio di quello azionario, dove ci sono centinaia (se non migliaia) di elementi sottostanti, in alcuni casi scarsamente o per nulla liquidi. Inoltre, contrariamente alle azioni, la maggioranza delle obbligazioni sono scambiate al di fuori dei mercati regolamenti. Tutti fattori che spiegano i quasi dieci anni di ritardo tra il primo ETF su indice azionario del 1993, e il primo ETF obbligazionario.
La liquidità, un vantaggio supplementare
Gli ETF offrono agli investitori una grande flessibilità nella gestione del loro portafoglio grazie ad un'offerta altamente diversificata, alla possibilità di negoziazione continua durante la seduta di borsa, nonché alla liquidità garantita dai diversi attori che operano sui mercato regolamentati. Queste caratteristiche applicate al mondo del reddito fisso assicurano un vantaggio supplementare nell’allocazione della parte obbligazionaria dell’asset allocation. Gli ETF obbligazionari, infatti, permettono di adottare strategie di investimento diversificate mediante un portafoglio assortito in termini di rating, scadenza e duration; facilitano inoltre l’esposizione ad un'ampia gamma di obbligazioni, dai Paesi emergenti a quelle corporate, siano esse con rating più elevato, cioè investment grade, o con rating più basso, high yield. La diversificazione degli indici replicati consente poi una migliore gestione del rischio.
La liquidità di questi strumenti rimane tuttavia il principale motivo di acquisto. Per tradizione, gli ETF obbligazionari offrono una soluzione liquida a un mercato che tipicamente non lo è, e che va incontro a forti criticità in caso di ordini di grandi dimensioni. Un altro vantaggio, risiede, poi nella possibilità di negoziarli in tempo reale. Gli ETF beneficiano, infatti, di un prezzo continuo, il cui livello è permanentemente aggiornato dai market maker.
Test COVID-19 superato
A febbraio e marzo 2020, la pandemia da COVID-19 ha scatenato una forte volatilità sui mercati; se da un lato alcuni operatori temevano una crisi di liquidità, cioè l'incapacità di assorbire i volumi di vendita in breve tempo, dall’altro gli ETF obbligazionari hanno dimostrato un'eccellente capacità di resistere alle turbolenze. Gli investitori hanno, infatti, continuato a negoziarli sui mercati regolamentati anche nelle giornate più difficili, proteggendo, di fatto, il loro portafoglio dal rischio di liquidità. Inoltre, gli investitori di ETF obbligazionari, a differenza dei possessori di singoli bond, hanno potuto monitorare in tempo reale il valore dei loro sottostanti, cosa non sempre possibile sui singoli titoli obbligazionari per assenza di un prezzo di acquisto o di vendita. Durante la crisi, gli investitori hanno potuto apprezzare gli ETF fixed income per la loro liquidità e flessibilità. Per questo motivo, oggi sono utilizzati, più che mai, regolarmente da parte di investitori e gestori di fondi per costruire portafogli che combinano saggiamente la componente core con quella satellite.
La forte attrattiva favorita da un'offerta ricca e diversificata
Il mercato obbligazionario mondiale è circa tre volte più grande del mercato azionario. L'emergere degli ETF obbligazionari in questo segmento era quindi un'evoluzione naturale. I vantaggi che hanno saputo dimostrare durante la pandemia, uniti a un'offerta sempre più ampia, hanno generato importanti volumi di scambi.
L'offerta di obbligazioni indicizzate in Europa raggruppava circa 450 ETF a fine aprile 2021, ripartiti tra obbligazioni societarie (30%), obbligazioni sovrane (28%) e obbligazioni di mercati emergenti (14%)[2]. Tuttavia le gamme di ETF si arricchiscono di mese in mese, in particolare su segmenti high yield e inflazione. A livello mondiale, il patrimonio aggregato degli ETF su indici obbligazionari societari supera ormai quelli degli ETF su obbligazioni sovrane[3]. A dimostrazione che gli investitori sono alla ricerca di rendimenti più elevati rispetto a quelli tradizionalmente offerti dagli ETF sulle obbligazioni societarie, gli ETF sul debito emergente hanno registrato i maggiori afflussi netti dall'inizio dell'anno 2021, con 3,8 miliardi di dollari.
Anche il costo e la semplicità possono essere fattori favorevoli per gli ETF obbligazionari, in quanto l'acquisto di un fondo indicizzato consente di limitare i costi di transazione rispetto all'acquisto di un paniere di diverse centinaia o addirittura diverse migliaia di titoli su un determinato mercato, nell'ambito di una negoziazione di borsa continua, organizzata e regolamentata.
La svolta ESG
Come per gli ETF azionari, l'impatto sociale e ambientale degli investimenti obbligazionari è un criterio di selezione sempre più importante per gli investitori. Questa nuova domanda favorisce la diffusione degli ETF obbligazionari ESG/SRI che integrano un'analisi extra-finanziaria a quelle tradizionali. Da parte sua, BNP Paribas Asset Management ha rafforzato negli ultimi due anni la sua offerta di ETF obbligazionari, concentrandosi in particolare sugli indici obbligazionari ESG o SRI. L'offerta BNP Paribas Easy è stata completata di recente da nuovi ETF su indici SRI di emissioni societarie di tipo high yield, così come sugli indici ESG di emittenti sovrani per la zona euro e quella dei Paesi emergenti. Questo segmento è in pieno sviluppo e l'offerta di ETF obbligazionari ESG, a partire da quelli di BNP Paribas, è destinata a crescere in modo ancora più significativo nei prossimi anni, aprendo ulteriori opportunità di diversificazione per gli investitori, in un mercato in piena espansione.
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[1] Fonte: ETFGI Global ETF ed ETP industry insights, aprile 2021
[2] Fonte: ETFGI European ETF e ETP industry insights, aprile 2021
[3] ETFGI, fine aprile 2021