Green Zone: la transizione energetica

Franz Welponer (foto concessa) Natixis IM
Franz Welponer (foto concessa) Natixis IM

CONTRIBUTO a cura di Franz Welponer, managing director, head of Wholesale, Italy, Ticino, Malta, Greece & Cyprus di Natixis Investment Managers. Contenuto sponsorizzato.

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Mentre i governi salgono sul treno della transizione energetica, si moltiplicano le opportunità d'investimento offerte dal passaggio dai combustibili fossili ad alternative
più 'pulite'.

Inondazioni record, ondate di caldo soffocante, la peggiore siccità dal Medio Evo: sono solo alcuni dei fenomeni atmosferici estremi che quest'anno hanno colpito l'Europa, mettendo in evidenza quanto sia urgente mettere mano ai cambiamenti climatici. 

Pur riconoscendo i progressi compiuti, il cammino verso la neutralità carbonica entro il 2050 richiederà un impegno enorme. Per esempio, per avere qualche possibilità di raggiungere gli obiettivi fissati per le emissioni di anidride carbonica, gli investimenti annuali in energia pulita dovranno triplicare e portarsi ad almeno 4 trilioni di dollari entro il 20301.

C'è assoluto bisogno di soluzioni innovative: secondo le stime dell'Agenzia internazionale per l'energia (AIE), il 60% circa della riduzione delle emissioni dovrà provenire dalle nuove tecnologie; a dire il vero, sono già disponibili innovazioni esaltanti in ambiti come le energie rinnovabili, l'idrogeno verde, l'elettrificazione, lo stoccaggio di energia, l'agricoltura verticale, la carne coltivata in laboratorio e perfino la gestione dei rifiuti.

Però, in un contesto in cui è la necessità a stimolare l'innovazione, non mancheranno certo ulteriori novità rivoluzionarie, con nuove opportunità per gli investitori più abili. Ma, mentre la rivoluzione verde prende forma, che cosa devono sapere gli investitori? E dove sono le opportunità?

Indietro non si torna

L'innovazione nel settore energetico non è una novità: dalla rivoluzione industriale basata sul carbone, che trasformò radicalmente il mondo spingendolo verso i combustibili fossili su cui si regge tuttora la società moderna, l'evoluzione del consumo di energia non si è mai fermata. Oggi viviamo però le fasi iniziali di un'altra rivoluzione, che potrebbe rivelarsi addirittura più vasta e dirompente.

A fare da guida c'è l'Europa dove, secondo l'AIE, l'eolico e il solare rappresentano già la principale fonte di energia, dopo avere superato di recente il gas naturale2. Inoltre, con il piano REPowerEU che mira a ridurre la dipendenza dell'Europa dal gas russo, l'energia da fonti rinnovabili è destinata a raddoppiare nei prossimi otto anni3.

Queste condizioni dovrebbero preludere a una maggiore sicurezza energetica interna nel breve termine e, forse, a un calo dei prezzi nel tempo; infatti, quando la capacità aumenta, i prezzi delle energie rinnovabili in genere scendono, tanto che, ultimamente, nel Regno Unito il prezzo delle rinnovabili era un quarto rispetto a quello del gas naturale4.

Una capacità di rinnovabili raddoppiata aiuterà anche l'UE a realizzare l'ambizioso Piano per l'obiettivo climatico 2030, con cui intende abbattere le emissioni di gas serra facendole scendere entro il 2030 almeno del 55% rispetto ai livelli del 1990.

Un obiettivo di enormi proporzioni, che richiede investimenti massicci: per esempio, la Commissione Europea stima che, per raggiungere questi traguardi, all'UE servano ulteriori investimenti per 350 miliardi di dollari all'anno, oltre a 130 miliardi di dollari per altri obiettivi ambientali5.

In sostanza, l'UE, e gran parte del mondo, mira a raggiungere la neutralità carbonica ('Net Zero') entro il 2050, condizione che le permetterà di diventare completamente neutra in termini di emissioni di carbonio entro la metà di questo secolo.

Nel frattempo, al di là dell'Atlantico, la nuova legge in materia climatica, fiscale e sanitaria, curiosamente chiamata 'Inflation Reduction Act', rappresenta l'atto legislativo più significativo in materia climatica mai emanato negli Stati Uniti.

Attraverso l'introduzione di una nuova tassazione minima sulle società e una riscossione più efficace delle imposte, questa Legge si prefigge di realizzare circa 790 miliardi di dollari tra nuove entrate e risparmi. E, aspetto fondamentale, stanzia 369 miliardi di dollari per l'economia legata all'energia pulita, principalmente sotto forma di crediti d'imposta, sovvenzioni, prestiti e politiche di sostegno6.

Grazie all'enfasi posta su elettricità pulita, trasporto elettrico e sequestro e stoccaggio del carbonio, i risultati potrebbero essere consistenti, anche se la cifra totale sembra piccola rispetto alle migliaia di miliardi necessari per finanziare l'intera transizione energetica. La società di consulenza ambientale Repeat Project calcola che i 369 miliardi di spesa potrebbero abbattere le emissioni del 42% circa rispetto ai livelli del 2005 entro il 20307. Energy Innovation8 e Rhodium Group9 hanno pubblicato cifre analoghe.

Dopo anni di scelte francamente deludenti, i governi iniziano finalmente a fare sul serio in materia di transizione energetica. Restano naturalmente molte incertezze, ma indietro non si torna.

Nuovi investimenti

Mentre il mondo ha intrapreso la più grande trasformazione energetica da oltre un secolo, dove sono le opportunità per gli investitori? Nei prossimi anni si apriranno probabilmente enormi possibilità di crescita in aree quali il sequestro e lo stoccaggio del carbonio (CCS), l'energia pulita, l'idrogeno e altri settori più di nicchia come l'agricoltura verticale. In tutti questi ambiti, stiamo per assistere a un'ondata imponente di spesa e di investimenti.

L'exploit più vertiginoso potrebbe riguardare proprio l'energia pulita: secondo Repeat Project, il totale degli immobilizzi di capitale in questo segmento potrebbe toccare 4,1 trilioni di dollari entro il 2035, 2,7 volte più di quanto ipotizzato fino a poco tempo fa10. Secondo le stime, anche gli investimenti nei settori cosiddetti "maturi" raddoppieranno fino a raggiungere 385 miliardi all'anno entro il 2030, mentre è anche previsto un incremento dei flussi verso settori ancora in fase nascente, come l'idrogeno e il CCS11.

Da qui potrebbero derivare effetti a catena altrettanto enormi. L'aumento della domanda di veicoli elettrici e di sistemi di accumulo a batteria darà slancio alla domanda di materie prime essenziali quali il rame, il litio, il cobalto e il nichel. Molti di questi minerali scarseggiano già, perciò il loro prezzo potrebbe salire nel tempo, con conseguente vantaggio per l'industria mineraria12.

Per aiutare i paesi a recuperare il ritardo e a raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica entro il 2050, potrebbe essere necessario ricorrere anche ad altri settori energetici, come il nucleare, soprattutto perché è improbabile che ci si possa riuscire con le sole energie rinnovabili. Per quanto si tratti di una forma di energia costosa e controversa, i paesi stanno comunque iniziando lentamente a riavvicinarsi al nucleare.

Di recente, il Regno Unito ha dato il via libera alla costruzione di una nuova centrale sulla costa del Suffolk13, il Giappone ha ventilato l'ipotesi di un ritorno al nucleare dopo il disastro di Fukushima14 e l'UE lo ha addirittura inserito nella Tassonomia Verde, aprendo uno spiraglio a ulteriori investimenti in futuro15. Si tratta di un gigantesco capovolgimento di fronte che, con ogni probabilità, dopo dieci anni di delusioni, ridarà ossigeno alle società produttrici di uranio e alle utility nucleari.

Si prevede anche una forte domanda di crediti di carbonio e sul mercato sono già presenti fondi pensati per aiutare gli investitori ad acquisire un'esposizione verso tutti questi settori. Comunque, scovare le prossime Tesla, Vestas Wind Systems o Enphase Energy sarà tutt'altro che facile e nessuno sa con certezza quali saranno le società o i settori che riusciranno a sbaragliare gli avversari entro il 2030, men che meno entro il 2050.

É invece plausibile che gli investitori vogliano esplorare tipologie di fondi diverse, azionari, obbligazionari o perfino di credito privato, e investire a fianco di un gestore esperto che li possa aiutare a cogliere questa opportunità epocale.

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Comunicazione di marketing.


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Fonti e note
1 Fonte: Agenzia internazionale per l'energia, https://www.iea.org/reports/net-zero-by-2050
2 Fonte: Agenzia europea dell'ambiente, https://www.eea.europa.eu/ims/share-of-energy-consumption-from
3 Fonte: Commissione Europea, https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal/repowereu-affordable-secure-and-sustainable-energy-europe_en
4 Fonte: Clean Technica, https://cleantechnica.com/2022/07/17/uk-offshore-wind-costs-4-times-less-than-gas-fired-thermal-generation/
5 Fonte: Commissione Europea, https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/speech_21_3506
6 Fonte: World Economic Forum, https://www.weforum.org/agenda/2022/08/why-the-u-s-inflation-reduction-act-is-an-important-step-in-the-transition-to-clean-energy/
7 Fonte: Repeat Project, https://repeatproject.org/docs/REPEAT_Summary_Report_022822.pdf
8 Fonte: Energy Innovation, https://energyinnovation.org/publication/modeling-the-inflation-reduction-act-using-the-energy-policy-simulator/
9 Fonte: Rhodium Group, https://rhg.com/research/climate-clean-energy-inflation-reduction-act/
10 Fonte: Repeat Project, https://repeatproject.org/docs/REPEAT_Summary_Report_022822.pdf
11 Fonte: Repeat Project, https://repeatproject.org/docs/REPEAT_Summary_Report_022822.pdf
12 Fonte: Appian Capital Advisory, https://appiancapitaladvisory.com/insights-the-critical-minerals-shortage/
13 Fonte: Reuters, https://www.reuters.com/business/energy/uk-gives-development-consent-sizewell-c-nuclear-plant-2022-07-20/
14 Fonte: Financial Times, https://www.ft.com/content/b380cb74-7b2e-493f-be99-281bd0dd478f
15 Fonte: Reuters, https://www.reuters.com/business/environment/eu-green-finance-advisers-walk-out-protest-2022-09-15/