High yield statunitensi

E Il mercato high yield americano è il più grande, liquido e maturo di tutti i mercati globali di high yield, con una capitalizzazione di circa 1,4 miliardi di dollari (su un totale di 2,2 miliardi di dollari globali). E’ anche il mercato che offre il maggior livello di varietà di emissioni, emittenti, settori e qualità creditizia. Una delle differenze rispetto al mercato high yield europeo è la sua inferiore qualità creditizia media, per il forte peso che hanno compagnie con rating CCC o inferiore.

La maggior parte dell’indice si concentra sul settore industriale, mentre le compagnie finanziarie e, soprattutto, le utilities occupano una parte molto minore. Particolarmente rilevante è il peso del settore dell’energia nell’indice high yield americano, settore che negli ultimi tempi è stato determinante per definire il comportamento di alcuni fondi rispetto ad altri, in funzione della sua ponderazione. 

Fondi Marchio
Parvest Bond USA High Yield  
Pioneer US High Yield  
BGF USD High Yield Bond  
AXA WF US High Yield Bonds  
GS Global High Yield Portfolio  
Pictet US High Yield SFP_C

 

Il debito high yield ha registrato buone performance nonostante il forte e generalizzato calo dei mercati obbligazionari degli ultimi due mesi, a fronte della crescita dei rendimenti offerti dal debito pubblico. Durante la prima parte del 2015, con dati del 5 di giugno, sia l’indice high yield europeo che l’americano presentano rendimenti positivi, anche se l’americano è in leggero vantaggio (il 3,3% del Barclays US High Yield 2% Issr Cap contro il 2,7% del Barclays European HY 3% Issuer Constrained). 

Negli Stati Uniti, durante l’ultimo mese, il debito con rating B è stato il più redditizio, mentre i bond con qualità peggiore (CCC e inferiore) non sono riusciti a chiudere in positivo. 

Il peso dell'energia 

Tra i diversi settori, quelli che nel mese di maggio hanno offerto i maggiori rendimenti sono stati il lusso e i servizi finanziari. Al contrario, il settore dei beni di consumo è stato il peggiore. In ogni caso, il settore che quest’anno ha determinato la performance di molti fondi è quello dell’energia, influenzato dall’evoluzione del prezzo del petrolio e che rappresenta circa il 15% dell’indice americano. I differenziali offerti dall’high yield americano si sono mantenuti praticamente stabili, con un leggero ribasso di tre punti base, fino ai 433 punti base, di fronte ai 483 punti della fine del 2014. Il rendimento offerto all’investitore (la yield) continua ad essere molto interessante, un 5,92%, molto più del 3,09% del debito corporate di alta qualità. 

DISTRIBUZIONE PER PAESI 
Portafoglio medio totale din ogni trimestre e prime posizioni di ogni singolo ad aprile, in percentuale.
Fondi selezionati da Allfunds Bank. Fonte: Allfunds Bank.

Per paesi Ottobre Gennaio Aprile
Stati Uniti 78,66 79,29 77,77
Lussemburgo 3,36 3,59 3,74
Canada 3,1 2,81 3,5
Unione Europea 2,73 2,42 2,65
Regno Unito 1,93 1,88 1,99
Paesi bassi 0,97 1,07 1,27
Australia 0,95 0,93 0,88
Irlanda 1,04 1,01 0,86
Bermuda 0,52 0,77 0,85
Svizzera 0,72 0,73 0,77
Francia 0,65 0,71 0,71
giappone 0,73 0,8 0,69
germania 0,54 0,27 0,6
Nuova Zelanda 0,13 0,23 0,34
Italia 0,35 0,27 0,33
Isole caiman 0,23 0,28 0,26
Messico 0,11 0,1 0,11
Brasile 0,09 0,1 0,1
Austria 0,03 0,03 0,1
Singapore 0,1 0,11 0,09
Finlandia 0,1 0,1 0,09
spagna 0,1 0,07 0,08
Isole Marshall 0,05 0,06 0,06
Norvegia 0,08 0,05 0,06
Cipro 0,06 0,05 0,04
Altri 2,67 2,27 2,06

 

I flussi, a loro volta, hanno attraversato diverse fasi nell’anno. A gennaio, grazie all’annuncio delle nuove misure adottate dalla Banca Centrale Europea (BCE), si è prodotto un forte aumento degli investimenti verso questo tipo di asset, specialmente verso gli ETF. Questa tendenza si è protratta anche a febbraio e si è interrotta in marzo, davanti alla caduta del prezzo del petrolio e all’aumento dei rendimenti del Tesoro americano. Gli investitori sono tornati a scommettere su questi asset ad aprile, quando si sono registrate entrate di flussi, ma la raccolta è scesa di nuovo a maggio, con flussi in uscita per 2,04 miliardi di dollari. 

Il mercato primario continua ad essere attivo. A maggio sono stati emessi 33,3 miliardi di dollari, portando così la cifra totale dell’anno a 167 miliardi  (l’anno scorso nel mercato high yield americano si sono registrate emissioni per 356 miliardi). Il fenomeno più notevole è stato l’aumento delle emissioni  per finanziare operazioni di M&A e, in minor misura, di quelle destinate ad attività di rifinanziamento. 

I default hanno raggiunto a maggio i 1,1miliardi di dollari, a causa soprattutto delle compagnie relazionate con attività minerarie e metallurgiche. Dall’inizio del 2015, hanno dichiarato il fallimento solo 13 compagnie e il tasso di default si colloca all’1,6%. JP Morgan crede che questo tasso salirà fino al 3% nel 2016, una cifra che continuerebbe ad essere molto inferiore al 3,8% della media storica.  

DISTRIBUZIONE PER QUALITÀ CREDITIZIA DEL FIXED INCOME
Portafoglio medio totale din ogni trimestre e prime posizioni di ogni singolo ad aprile, in percentuale. Fondi selezionati da Allfunds Bank. Fonte: Allfunds Bank.

Per rating Ottobre Gennaio Aprile
B+ 14,34 13,66 14,22
B 12,04 12,96 12,81
B- 12,7 11,92 11,97
BB- 9,67 10,49 11,25
CCC+ 10,78 10,16 9,42
BB 9,7 9,04 9,29
BB+ 5,03 5,74 5,19
CCC 4,25 4,03 4,25
BBB- 1,3 1,89 1,91
AAA 1,26 1,26 1,3
CCC- 0,59 0,33 0,39
BBB 0,35 0,52 0,3
Otros 17,99 18 17,7

 

La principale fonte di valore aggiunto di questa tipologia di asset è la scelta corretta delle emissioni, ed è a questo che il team dedica la maggior parte del suo tempo. Evitare i default è la chiave. Anche se è vero che, a seguito della crisi finanziaria, esiste una maggior preoccupazione per l’inclusione di una certa visione macro sui settori, la qualità e le regioni, l’analisi fondamentale in profondità continua ad essere importantissima per il successo della gestione di questi fondi. 

 Quest’anno la volatilità del mercato è alta, come conseguenza dei rischi macroeconomici. Tuttavia, le alte valutazioni dell’high yield americano e il suo rendimento, superiore al 5%, stanno provocando un aumento della domanda di questi asset. 

In Europa, inoltre, questa crescita ha tratto beneficio dalle misure del Quantitative Easing (QE) della BCE. La maggior parte dei gestori, anche se prevede rendimenti medi a una cifra, è ottimista: le valutazioni elevate, una certa crescita economica, i fondamentali ancora solidi e i tassi di default ancora moderati giustificherebbero l’investimento in questi asset.