Stephen Dover e Kim Catechis discutono il ruolo dei fattori demografici nella crescita economica e sottolineano l'importanza di investire nella formazione della popolazione. Contenuto sponsorizzato da Franklin Templeton.
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CONTRIBUTO a cura di Stephen Dover, CFA, chief market strategist e head e Kim Catechis, investment strategist, Franklin Templeton Institute. Contenuto sponsorizzato da Franklin Templeton.
La saggezza convenzionale punta ai fattori demografici costituiti dalla fascia di età giovanile come un motore di crescita dell’economia. La tesi è che le popolazioni giovani indicano una forza lavoro in crescita, che suggerisce aumenti della produttività in un futuro più lontano. La realtà è più complessa.
Molti osservatori affermano che la contrazione della popolazione cinese è un indicatore del rallentamento economico del paese. Tuttavia popolazioni con una buona istruzione possono contrastare l’impatto negativo dell’invecchiamento tramite una formazione aggiornata e un adeguamento della forza lavoro a nuove tecnologie. In Cina, due lavoratori che vanno in pensione avranno un totale di circa sei anni di istruzione formale. Sono sostituiti da 1,6 lavoratori giovani, che hanno un totale di circa 14 anni(1) di istruzione formale. Il paese sta sviluppando le capacità della sua forza lavoro per default.
Una popolazione giovane è chiaramente un elemento positivo per un paese, tuttavia questi devono anche godere di una buona salute che consenta loro di lavorare ed essere in grado di apprendere le capacità richieste nel mercato del lavoro. Non abbiamo bisogno di milioni di dottori di ricerca, ma piuttosto di un bacino di giovani con una formazione relativamente buona, poiché sono più facilmente impiegabili.
Data la tendenza verso l'automazione e l'impiego dell'intelligenza artificiale (IA), la crescita dell’economia della conoscenza è il motore della domanda di lavoratori qualificati. Una forza lavoro giovane e ben istruita tende ad attirare investimenti in aree produttive ad alto margine, fornendo il motore positivo per la crescita dell’economia.
Pensioni e assistenza sanitaria
In tutto il mondo sta crescendo un’ondata di passività, trainata da popolazioni in via di invecchiamento che implicano costi decisamente superiori per l’assistenza sanitaria e le pensioni. Non si tratta del numero di giovani; ciò che è importante secondo noi è la direzione della politica. I governi che stabiliscono politiche che incoraggiano i risparmi per le pensioni e investono in misure per l’assistenza sanitaria hanno meno probabilità di dover affrontare problemi.
La Figura 1 illustra il costo incrementale delle misure per l’assistenza sanitaria fino al 2050, espresso come percentuale del prodotto interno lordo (PIL) del 2022. I colori indicano la posizione di ogni paese riguardo alla distanza dal punto ottimale del dividendo demografico(2).
Figura 1: impatto economico e fiscale delle popolazioni in via invecchiamento
Valore attuale netto della spesa necessaria per pensioni
I paesi con un dividendo demografico precoce rischiano anche una notevole crescita delle passività nella prossima generazione. Ad esempio, l’Arabia Saudita ha una popolazione relativamente giovane, ed entro il 2050 deve finanziare l’equivalente di più del 160% del PIL del 2022 per le pensioni.
Un altro esempio è la Cina: un gigante dell’economia con una popolazione che si sta contraendo e una passività corrispondente al 95% del PIL del 2022. L’impatto delle decisioni politiche è molto chiaro nei pochi paesi della nostra selezione che essenzialmente hanno finanziato in eccesso i propri obblighi pensionistici. Tra questi rientrano Estonia, Danimarca, Svezia e Australia.
Figura 2: Impatto economico e fiscale delle popolazioni in via invecchiamento
Valore attuale netto della spesa necessaria per l’assistenza sanitaria
La Figura 2 qui sopra dimostra la differenza tra le passività per l’assistenza sanitaria ad esempio tra Nigeria e Stati Uniti. Quanto più a lungo vivono le persone, tanto più ripetutamente dovranno ricorrere all’assistenza sanitaria, e, pertanto, tanto più aumenteranno i costi. Nel Regno Unito, la copertura delle passività per l’assistenza sanitaria nel 2050 richiederà un equivalente di più del 64% del PIL del 2022.
Negli Stati Uniti, l’equivalente è il 150% del PIL del 2022. La nostra opinione è che il punto relativo alla politica resta la variabile più importante. Tra i paesi che abbiamo selezionato qui, la Svezia è quello meglio preparato per far fronte all’invecchiamento della popolazione, a causa della sua azione politica storica.
Conclusioni
La visione tradizionale dei fattori demografici come motore della crescita economica secondo noi non è più appropriata. Quest’ipotesi è superata dai fattori qualitativi. Per i paesi con una popolazione in via di invecchiamento, la sfida principale è assicurare un perfezionamento continuo degli standard di formazione, poiché le loro economie sono sempre più trainate dalla conoscenza e dalla tecnologia. Analogamente, la sfida è correlata alla formazione anche per i paesi con popolazioni più giovani, considerando che devono offrire qualcosa in più rispetto alla convenienza dei costi legati all’unità di lavoro.
Tuttavia il contesto globale economico e geopolitico ha ridotto le opzioni di cui possono disporre i responsabili della politica, considerando che le attività diversificano le catene di fornitura e reagiscono a incentivi per l’investimento, vedasi ad esempio l’Inflation Reduction Act del governo degli Stati Uniti. Ciò significa che paesi con un alto tasso di fertilità non possono limitarsi a seguire la vecchia falsariga che prevede di attirare l’investimento diretto dall’estero in settori che richiedono una manodopera numerosa; devono invece cercare di fare leva sulle proprie ricchezze minerarie o la posizione strategica.
Tenendo conto delle differenze culturali e di ricchezza tra i paesi, i modelli dei consumi in generale saranno diversi. Quest’evoluzione dei risparmi e degli investimenti determinerà i tassi di interesse reali, i tassi di cambio reali e persino i rendimenti sugli investimenti. I fattori demografici non sono una questione di destino, ma possono determinare dei parametri.
Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. I titoli azionari sono soggetti a fluttuazioni dei prezzi e a possibili perdite del capitale investito. Gli investimenti internazionali sono soggetti a rischi speciali, tra cui fluttuazioni valutarie e incertezze sociali, economiche e politiche, che potrebbero aumentare la volatilità. Tali rischi sono amplificati nei mercati emergenti. Gli investimenti in aziende in un paese o regione specifici possono avere una maggiore volatilità rispetto a quelli più ampiamente diversificati geograficamente.
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Fonti e note
1. Fonte: Ninth National Workforce Survey, All-China Federation of Trade Unions; National Bureau of Statistics.
2. Secondo la definizione dell’United Nations Population Fund vi è un dividendo demografico, vale a dire un periodo di
crescita economica accelerata che può sopravvenire quando un paese ha una popolazione crescente di lavoratori, essendo
questi generatori produttivi di ricchezza economica.
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