Il cuore ESG dell’immobiliare quotato

Sabrina Principi, notizia
Sabrina Principi, immagine ceduta (BNP Paribas AM)

CONTRIBUTO a cura di a cura di Sabrina Principi, head of Business Development ETF & Index Solutions di BNP Paribas Asset Management. Contenuto sponsorizzato da BNP Paribas Asset Management.

Siamo convinti che, per essere sostenibile, la crescita economica debba diventare a basse emissioni di carbonio, rispettosa dell'ambiente e inclusiva. Le attività di gestione indicizzata, sensibili alle sfide connesse alla transizione energetica e al rispetto dell'ambiente, sviluppano a ritmo costante nuove soluzioni d'investimento. Proprio per rispondere alle attese di investitori professionali e privati, BNP Paribas Asset Management amplia regolarmente la sua gamma di ETF* attraverso la selezione rigorosa di indici tematici costruiti secondo criteri ESG**. Tenendo sempre le dovute distanze dalle mode del momento, nel presente articolo esaminiamo una tematica ancora poco esplorata, quella dell'immobiliare quotato green.

Numerosi player di ogni settore si adoperano oggi per trovare soluzioni contro il riscaldamento climatico. Il settore dell'edilizia, ad esempio, è nel vivo della riflessione. La posta in gioco è elevata poiché questo settore è responsabile da solo di quasi il 30%[1] delle emissioni totali di CO2. Vi sono poi ulteriori dati particolarmente eloquenti: l'ONU ritiene che tra 40 anni, ogni settimana, saranno costruiti complessivamente edifici pari per superficie a quella dell’intera Parigi[2].

Il settore edile sfrutta già 3 miliardi di tonnellate di materie prime all'anno[3]. È il primo fruitore mondiale di acciaio e rame, nonché il principale utilizzatore di cemento che, dopo l'acqua, è la seconda sostanza più impiegata al mondo. La produzione di calcestruzzo, dal canto suo, origina l’8% delle emissioni mondiali di carbonio[4].

È l’ora di una trasformazione

Il settore immobiliare deve quindi necessariamente trasformare il suo modus operandi. La volontà non manca, non resta che attuare questo profondo cambiamento e soprattutto monitorarne i progressi. Alcune società hanno affrontato di petto la questione climatica e ambientale, anticipando le richieste sempre più severe degli investitori. Ciò ha incentivato la creazione di indici che riuniscono le società più all'avanguardia, così da poterle identificare più facilmente e premiarne l'impegno.

È proprio ciò che ha fatto FTSE Russell con il lancio degli indici FTSE EPRA NAREIT Green, che investono in società immobiliari quotate. Questa iniziativa ha portato BNP Paribas Asset Management a lanciare un ETF conforme a questo approccio innovativo.

L'idea sottostante è quella di permettere agli investitori interessati all'immobiliare quotato di tenere conto dei rischi climatici nelle loro strategie di investimento. Per valutare la performance di sostenibilità delle società selezionate, la metodologia di questi nuovi indici si avvale della geolocalizzazione dei vari beni immobili posseduti dalle società stesse, determinata da GeoPhy, società specializzata in questo tipo di analisi. GeoPhy si occupa della mappatura di oltre 15 milioni di fabbricati al mondo. I dati rilevati, comparati con quelli relativi alla certificazione ambientale degli emittenti, costituiscono la base di una modellizzazione dettagliata del consumo di energia e delle emissioni di carbonio di ogni società, nonché del loro inserimento o meno nell'indice.

L'indice FTSE EPRA Nareit Developed Europe ex UK Green CTB riunisce una sessantina di società europee, situate principalmente in Germania (31% del portafoglio), in Svezia (19%) e in Francia (13%). Le tipologie di attivi variano profondamente in base al Paese: in Germania si dà priorità all'immobiliare residenziale, mentre negli altri Paesi si prediligono gli edifici industriali e i locali destinati a uffici e ad attività commerciali. Questo indice, che esclude il Regno Unito, orienta quindi la ponderazione dei componenti in funzione di tre considerazioni d'investimento sostenibile: la certificazione degli edifici ecologici, il consumo energetico e i dati relativi alle emissioni di carbonio, mirando al contempo al rispetto degli obiettivi del Climate Transition Benchmark (CTB), ovvero ridurre l'intensità di carbonio di almeno il 30% rispetto all'universo d'investimento iniziale e raggiungere un obiettivo supplementare di decarbonizzazione del 7% ogni anno, come definito nell'ambito della tassonomia europea.

La certificazione ambientale costituisce un vero e proprio “booster” per queste società, che in questo modo possono non solo ridurre sostanzialmente la loro impronta carbonio e il loro consumo di energia, ma anche garantire performance finanziarie superiori a quelle delle società non certificate. Di fatto, una migliore prestazione ambientale ne incrementa il valore delle azioni poiché riduce il rischio normativo relativo alle sfide climatiche, aumenta il tasso di occupazione e i redditi da locazione, oltre a diminuire i costi operativi.

Questo ETF sull'immobiliare quotato lanciato da BNP Paribas Asset Management vuole offrire una risposta alle sfide climatiche di un settore fortemente energivoro, in un contesto in cui sempre più investitori cercano soluzioni indicizzate tematiche e al contempo liquide.

È destinato a investitori professionali e privati che ricorrono all'immobiliare quotato per diverse ragioni: copertura contro il rischio di inflazione, forte decorrelazione con gli attivi tradizionali (azioni di altri settori, obbligazioni, materie prime), ma anche dividendi elevati.

Insieme a noi, diventate investitori sostenibili in un mondo che cambia.

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* ETF: Exchange Traded Fund o fondo indicizzato quotato in borsa

** ESG: criteri ambientali, sociali e di governance

[1] Stando alle conclusioni dell'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) al termine della COP 24 in Polonia nel dicembre 2018

[2] Fonte : 20 projets architecturaux contre le changement climatique | Ordre des architectes

[3] Secondo un rapporto dell’OCSE del 22 ottobre 2018 sul consumo di materie prime.

[4] Sulla base di un comunicato pubblicato nel luglio 2018 dall’Associazione mondiale del cemento (WCA).


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