Il debito infrastrutturale impact nel 2024, perché?

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Bérénice Arbona, foto ceduta (La Financiere de l'Echiquier)

CONTRIBUTO a cura di Bérénice Arbona, responsabile debito infrastrutturale, LBP AM. Contenuto sponsorizzato da La Financiere de l'Echiquier.

Debito in aumento, inflazione shock, mercato dell’energia messo a soqquadro. Nonostante i numerosi cambiamenti macroeconomici avvenuti nel 2023, il debito infrastrutturale ha dato prova di resilienza come dimostrano l'incremento dei volumi di mercato in Europa, +17% rispetto al 2022, e la stabilità dei prezzi e del mercato. Sono dati che riflettono altresì la fiducia degli investitori nei confronti di questa asset class.

È quanto emerge dalla nostra strategia a impatto climatico che investe nelle tecnologie a basse emissioni di CO2 o di decarbonizzazione. Per LBP AM, il debito infrastrutturale a impatto climatico rappresenta una delle soluzioni più rilevanti per soddisfare le attuali aspettative degli investitori che cercano resilienza e redditività.

Resilienza

Nel contesto attuale fatto di complessità e incertezze per via dei tassi di interesse, e di un’inflazione ancora elevata, della volatilità sui mercati liquidi e di tensioni geopolitiche crescenti, gli investitori sempre di più ricercano degli asset resilienti.

Il debito infrastrutturale, asset class difensiva che ha saputo dimostrare la sua resilienza, offre, secondo noi, una buona protezione di fronte all'inflazione grazie alla natura degli asset sottostanti, avvantaggiati da forti barriere all'ingresso e da un quadro normativo favorevole. Meno sensibili ai cicli economici, all'inflazione e alle fluttuazioni del mercato, questi asset possono spesso beneficiare del sostegno del settore pubblico, regolamentazione tariffaria, concessioni o partnership pubblico-privato.

Redditività corretta per il rischio

Le infrastrutture vantano oggi rendimenti stabili del 5-6% circa sul debito senior, a prescindere dai multipli di uscita. Questa asset class, sostenuta dai mercati dei tassi d'interesse e degli spread, ha tratto beneficio diretto dal rialzo dei tassi d'interesse. Il premio di illiquidità o di complessità si conferma interessante per i gestori che sono in grado di cogliere l'alfa dei mercati privati.

È persino aumentato rispetto all'universo del credito corporate liquido, i cui spread si sono contratti negli ultimi sei mesi(1). Si è avuta la dimostrazione del basso tasso di default dell'asset class durante la crisi del COVID e il valore delle garanzie fa sì che il debito infrastrutturale offra dei tassi di recupero elevati.

La diversificazione è un altro fattore che riveste grande rilevanza per gli investitori. È necessario, a tal fine, coniugare diversi criteri geografici, settoriali e di profilo di rischio per riuscire a individuare le operazioni con il miglior profilo rischio-rendimento sul mercato, pur rimanendo allineati con le strategie sottoscritte dagli investitori.

Decarbonizzazione ed ESG

Sono sempre più numerosi gli investitori che cercano di investire in asset che diano un contributo positivo e misurabile alla transizione energetica e alla neutralità carbonica. All'enorme fabbisogno di investimenti necessari per affrontare le sfide del cambiamento climatico corrispondono opportunità di investimento altrettanto massicce e diversificate nelle infrastrutture. L'esigenza di costruire nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile va di pari passo con la necessità di finanziare settori innovativi emergenti come l'idrogeno, le batterie di accumulo o i progetti di efficienza energetica.

L'esperienza e l’expertise del gestore si rivelano certamente essenziali per definire strutture di finanziamento adeguate al profilo di rischio di questi asset, ma lo sono altrettanto la credibilità della società di gestione in campo ESG e la sua capacità di produrre una reportistica extra-finanziaria solida: elaborazione dei dati per l'intero portafoglio, analisi extra-finanziaria rigorosa che tiene conto delle esternalità negative, oltre alle classiche analisi legali e finanziarie. La nostra strategia di impatto climatico beneficia di tutti questi vantaggi e soddisfa gli standard più elevati.

La nostra strategia a impatto climatico

La nostra strategia Art. 9 SFDR, lanciata nel 2022, soddisfa i requisiti più stringenti, in linea con le convinzioni del nostro Gruppo. L'obiettivo? Ridurre le emissioni di gas a effetto serra e contribuire all'obiettivo dell'accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale sotto ai 2°C grazie a investimenti a lungo termine in infrastrutture e, più specificamente, in tecnologie a basse emissioni di carbonio o di decarbonizzazione.

Un approccio chiaro all'universo d'investimento

Il punto di partenza per definire l'universo d'investimento consiste nell’individuare le principali fonti di emissioni di gas a effetto serra in Europa, ossia la produzione di energia primaria e l'utilizzo di tale energia, nei trasporti e negli edifici soprattutto. Il team di gestione determina quindi il tipo di infrastrutture ammissibili facendo leva sulla nuova tassonomia europea.

Le stesse sono classificate in tre segmenti: soluzioni per la decarbonizzazione del mix energetico, ossia le energie rinnovabili come il fotovoltaico, i parci eolici o l'energia geotermica e l'economia circolare; elettrificazione degli utilizzi, ferrovia, colonnine di ricarica per veicoli elettrici, e la riduzione dei consumi di energia attraverso l’efficienza energetica con, ad esempio, le soluzioni di accumulo o le smart grid.

L'impatto viene misurato a livello di ogni asset e del portafoglio, utilizzando tre indicatori di performance chiave: la percentuale di ricavi allineati alla tassonomia, l'impronta di carbonio e l'allineamento con lo scenario di riscaldamento limitato a 2°. Questo requisito di trasparenza è imprescindibile per noi, impact investor.

Quali sono le tipologie target di finanziamento?

La strategia punta a finanziare sia progetti infrastrutturali sia aziende il cui profilo di rischio è compatibile con quello dell’asset class: attivi a lungo termine essenziali per gli enti locali, visibilità sui flussi di cassa. Ci interessiamo sia di progetti in costruzione (greenfield) sia di infrastrutture in esercizio (brownfield). Intendiamo coprire l'universo nel modo più approfondito possibile, in un ambito rassicurante grazie all'applicazione di regole di granularità e di diversificazione molto rigorose.

La selezione, chiave di volta in un mondo che cambia

In un mondo in continuo mutamento, la selettività è, a parer nostro, la chiave di volta. Mentre si moltiplicano le opportunità ed emergono nuovi parametri, essere selettivi richiede un expertise fine per poter investire in strategie definite con gli investitori strutturando al contempo i finanziamenti, insieme agli sponsor, perché il profilo di rischio sia adeguato al progetto. Il rigore e la selettività dei gestori sono essenziali affinché questa asset class continui a mantenere le sue promesse di stabilità e solidità nel tempo.

Ancorché sia importante, secondo noi, posizionarsi in operazioni proprietarie e grandi transazioni, il rischio di concentrazione merita l'attenzione degli investitori. Un altro punto di forza è la capacità di offrire una buona granularità per i portafogli, che richiede un lavoro di origination molto impegnativo, onde individuare le operazioni giuste nei posti giusti e offrire una strategia diversificata ad alto valore aggiunto.

Nonostante le incertezze macroeconomiche e geopolitiche persistenti, un dato rimane: le infrastrutture sono centrali nella transizione energetica europea. Consapevoli di queste sfide e delle opportunità che presentano, gli investitori necessitano di rendimenti e di un track record. Un altro punto di forza depone a favore dell’investimento quando, oltre a queste due condizioni, un investitore riesce a giustificare un investimento in soluzioni conformi almeno all'articolo 8 del regolamento SFDR, o addirittura all'articolo 9, e a generare un impatto .

Un team di esperti senior nel debito infrastrutturale

Bérénice Arbona, responsabile del team Debito Infrastrutturale di LBP AM, vanta 20 anni di esperienza nel finanziamento di progetti infrastrutturali per istituti bancari e sponsor industriali.

  • Il team asset tangibili e infrastrutture private di LBP AM è composto da sei gestori con un’esperienza pluriennale nel debito infrastrutturale e profili complementari in termini settoriali e geografici.
  • Uno dei primi team dedicato al debito infrastrutturale creato da un asset manager europeo nel 2012.
  • Una solida ed estesa rete di relazioni: banche, sponsor, consulenti, ecc.
  • Una forte capacità di origination e di strutturazione.

Masse gestite a fine marzo 2024

  • 1,9 Md€ di AuM
  • otto fondi in gestione, tra cui la nostra strategia a impatto climatico, attualmente in fase di raccolta fondi.
  • 3,1 Md€ investiti dal 2013 in oltre 60 progetti, di cui più della metà ammissibili alla tassonomia europea e legati alla transizione energetica.

Fonti e note:

(1) Indici ITraxx Crossover e High Yield


Informazioni importanti:

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