Il taglio dei tassi a sorpresa sulla scia del Coronavirus

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David Roberts, Head of Global Fixed Income e Phil Milburn,Head of Investment Strategy (Global Fixed Income), Liontrust

Contributo a cura di David Roberts, head of Fixed Income e Phil Milburn, head of Investment Strategy (Global Fixed Income), Liontrust. Contenuto sponsorizzato.

La maggior parte dei dati economici ha mostrato un inizio d'anno con un'attività in forte ripresa dai venti contrari derivanti della guerra commerciale del 2019. Vale la pena ricordare infatti che prima della diffusione del Coronavirus le prospettive di crescita erano molto migliorate.

L'impatto economico dell'epidemia sarà senza dubbio grande nel primo trimestre del 2020, ma se sarà significativamente dannoso per la crescita globale per l'intero anno dipende da una miriade di fattori; questo dibattito nei mercati è inquadrato intorno alla questione di una possibile ripresa a "V".

Ad un estremo, se la vaccinazione su cui stanno lavorando Gilead e altri si dimostrerà efficace, questa crisi passerà ovviamente molto rapidamente. I mercati finanziari però sono chiaramente preoccupati per l'altro scenario estremo, in cui il Coronavirus diventa una pandemia globale.

Molti si aspettavano una reazione politica per aiutare le economie in caso di una flessione sostenuta, ma la Federal Reserve e la Bank of Canada hanno sorpreso i mercati con tagli dei tassi di emergenza. È davvero raro che la Fed cambi politica tra una riunione e l'altra e non si è mai sentito di tagliare i tassi il giorno dopo che il Dow Jones ha registrato il suo più grande aumento di punti in un decennio, mentre le azioni sono rimbalzate.

Le pressioni del presidente Trump e le preoccupazioni per il fatto che le azioni fossero tornate ai livelli di ottobre sembravano troppo forti per il presidente della Fed, Jerome Powell. La nostra opinione è che l'impatto del Coronavirus potrebbe essere un grave shock economico. Tuttavia, è quasi impossibile capire come la politica monetaria possa cambiare il corso di tale impatto; forse potrebbe attenuarlo leggermente, ma cambiare corso, non c'è alcuna possibilità.

Abbiamo bisogno di una politica fiscale aggressiva; dobbiamo creare la domanda ora. Se le risposte monetarie riducono la propensione all'azione politica/fiscale, come hanno fatto dal 2009, allora potremmo trovare una recessione che incombe.

Il problema non è quello di finanziare progetti a lungo termine, ma di aiutare le imprese a superare questi tempi difficili. Un approccio molto più efficace sarebbe quello di offrire al sistema bancario una temporanea forte spinta di liquidità. Per la maggior parte delle grandi imprese, la crisi sta solo creando un colpo di P&L e non una minaccia esistenziale. Tuttavia, alcune aziende potrebbero soffrire di un grosso problema di capitale circolante e avranno bisogno di denaro extra per far fronte alla crisi fino a quando la domanda, o l'offerta di cose come i componenti di produzione, non tornerà.

Se il sistema bancario è in grado di fornire alle aziende redditizie i finanziamenti aggiuntivi temporanei di cui hanno bisogno, allora la fase ascendente della "V" sarà probabilmente più rapida e più incisiva. Gli stimoli fiscali avranno un'efficacia maggiore.

Per alcuni politici, questa crisi fornirà un cavallo di Troia per aumentare la spesa. In tutta l'Asia e in gran parte dell'Europa ci si dovrebbe aspettare che gli assegni governativi siano più disponibili nei prossimi mesi. Anche la Germania ha discusso che, in extremis, la linea nera del pareggio di bilancio potrebbe essere sacrificata; questo richiederebbe una maggioranza di due terzi, quindi non trattenete il fiato, ma aspettatevi un surplus fiscale ridotto.

Questo è tutto per il futuro, naturalmente, e per ora, dobbiamo chiederci:

1.         La situazione è già così grave da farci prendere dal panico, è questo che ci dice la Fed?

2.         E' davvero questa la prima di una serie di mosse possibilmente coordinate che almeno attenuerà e, nella migliore delle ipotesi, eviterà la recessione?

Sebbene queste siano le grandi domande per la maggior parte dei detentori di attività a rischio, è un po' più facile per gli investitori in obbligazioni di base. A meno che non si veda un nuovo e aggressivo allentamento quantitativo, è probabile che si verifichi quanto segue:

Lo steepening della curva: se funziona, il taglio della Fed darà impulso all'attività economica alla fine, quindi le obbligazioni a lunga scadenza potrebbero essere un incidente, in attesa che accade, soprattutto se l'inflazione si fa sentire.

- Le obbligazioni protette dall'inflazione (linkers del Regno Unito, TIPs degli Stati Uniti) dovrebbero avere un giorno di sole. Il Regno Unito sembra costoso, ma negli Stati Uniti l'inflazione a 10 anni ha un prezzo di appena l'1,4% e anche prima di questo taglio l’indice dei prezzi al consumo era ben al di sopra del 2%.

Quindi, per la maggior parte degli asset è difficile dire: è un motivo per farsi prendere dal panico, o un motivo per credere che la Fed ti copra le spalle? Per gli investitori obbligazionari, la risposta è incerta, però le obbligazioni a scadenza breve e inflation-linked potrebbero esser meglio che altre.