Infrastrutture quotate: un'asset class strategica in un contesto inflativo

Alex Araujo, M&G Investments. Immagine concessa

CONTRIBUTO a cura di di Alex Araujo, gestore del fondo M&G (Lux) Global Listed Infrastructure Fund di M&G Investments. Contenuto sponsorizzato.

La tragedia che si sta consumando in Ucraina ha messo in prospettiva le nostre vite sotto il profilo umano, ma il conflitto militare sta sollevando anche diverse questioni di natura politica ed economica con ripercussioni che si fanno sentire in tutto il mondo.

La situazione geopolitica ha portato in primo piano la pesante dipendenza dell'Europa dal gas russo, trasportato in larga parte da gasdotti che attraversano l'Ucraina e altri Paesi del blocco orientale, proiettando il tema della sicurezza energetica al centro dell'agenda politica. La conseguente impennata dei prezzi del gas sottolinea l'importanza non solo di fonti alternative di fornitura, ma anche di fonti alternative di energia. Dal nostro punto di vista, il settore infrastrutturale è in una posizione privilegiata per fornire soluzioni a lungo termine.

Continuiamo a credere che il gas naturale possa svolgere un ruolo cruciale come carburante di transizione nel processo di graduale abbandono del carbone per contrastare il cambiamento climatico, ma è anche del tutto evidente che le rinnovabili rappresentano una fonte di generazione energetica più sostenibile in un orizzonte di lungo periodo. La nostra strategia nelle infrastrutture quotate non ha alcuna esposizione diretta né alla Russia né all'Ucraina, ma è ampiamente esposta alla crescita strutturale del gas naturale tramite i distributori e le compagnie mid-stream che controllano e gestiscono i gasdotti. Inoltre siamo esposti al tema pluridecennale delle rinnovabili, attraverso i generatori di energia eolica e solare, e ad attività in fase di transizione che stanno avanzando a grandi passi verso la decarbonizzazione.

Con il prezzo del petrolio arrivato a 100 dollari al barile, i timori di inflazione presenti già prima dell'invasione russa hanno continuato ad agitare i mercati finanziari. Spesso l'inflazione viene additata come un rischio potenziale per le infrastrutture quotate e in effetti le strategie concentrate su surrogati dei bond senza crescita e high yield possono trovarsi in difficoltà in un contesto di tassi d'interesse e rendimenti obbligazionari in ascesa, ma ci aspettiamo che gli effetti di lungo periodo per la nostra strategia focalizzata sulla crescita siano decisamente diversi: noi non investiamo in sostituti delle obbligazioni, che per loro stessa natura sono più sensibili all'atteggiamento imprevedibile del mercato nei confronti dei tassi d'interesse.

Dalla nostra prospettiva, l'inflazione è benvenuta: accogliamo con favore un mondo di espansione economica con un'inflazione controllata che offre direttamente o indirettamente una fonte di crescita vitale a molte società di infrastrutture quotate. I ricavi legati all'inflazione sono una caratteristica fondamentale di questa classe di attivi e un fattore importante ai fini dei cashflow e dividendi in costante espansione a cui aspiriamo. Puntiamo a investire in società con una crescita del dividendo potenzialmente superiore all'inflazione del G7.

Ma l'inflazione non è la sola fonte di crescita. Le infrastrutture quotate beneficiano di tendenze strutturali a lungo termine come l'adozione delle energie rinnovabili, il trasporto ecologico e la connettività digitale, tutti temi di grande portata destinati a rimanere in primo piano ancora per molti anni.

I motivi di attrattiva delle infrastrutture, soprattutto nell'area di quelle quotate, non sono passati inosservati. L'anno scorso abbiamo visto tre casi in cui una delle nostre posizioni ha ricevuto una proposta di acquisizione o l'offerta di un premio per una quota della società. Naturgy Energy, leader mondiale nel settore del gas naturale liquefatto (LNG), ha suscitato l'interesse di un consorzio di fondi pensione, mentre Sydney Airport e il gestore di data centre CoreSite hanno ricevuto offerte di acquisizione. Il fenomeno è proseguito nel 2022, quando il 15% della società brasiliana CCR, che gestisce autostrade a pedaggio, è passato di mano a un premio sul prezzo di mercato. Di conseguenza, a marzo le azioni hanno registrato un'impennata del 26% in termini di dollari USA, offrendo il contributo positivo maggiore alla performance. Continuiamo a pensare che CCR dia accesso a un insieme unico di asset di alta qualità nel settore delle infrastrutture di trasporto, con esposizione alla crescita a lungo termine nei mercati emergenti.

Questi esempi di attività societaria sono eventi simbolici che mettono in luce il valore latente insito nelle infrastrutture quotate. Sono sviluppi che forniscono una chiara indicazione di come i cash flow affidabili e in crescita derivanti dagli asset infrastrutturali siano sottoquotati sui mercati finanziari. Gli investitori con un orizzonte di lungo periodo, come quelli nella sfera privata, stanno cominciando ad accorgersene e ad agire sulla base delle loro convinzioni. Da parte nostra, restiamo quanto mai ottimisti sulle opportunità a lungo termine nelle infrastrutture quotate.

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*La performance passate mostrate fino al 31 ottobre 2018 si riferiscono all'indice MSCI ACWI. La performance passata mostrata dal 01 ottobre 2018 si riferisce all'indice MSCI ACWI Net Return.

Fonte: Morningstar Inc., Morningstar Wider Universe al 31 marzo 2022, classe di azioni A in euro, reddito netto reinvestito, sulla base del prezzo di offerta.

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