Metalli strategici e transizione energetica: sfide produttive, domanda in crescita e strategie di allocazione per cogliere le opportunità del 2025. Rame, argento e alluminio al centro della strategia Ofi Invest Energy Strategic Metals. L'analisi di Benjamin Louvet. Contenuto sponsorizzato da Ofi Invest Asset Management.
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CONTRIBUTO a cura di Benjamin Louvet, head of Commodities Funds Management, Ofi Invest Asset Management. Contenuto sponsorizzato da Ofi Invest Asset Management.
Come ogni anno, a novembre si è riunito il comitato d’investimento di Ofi Invest Energy Strategic Metals*. L’obiettivo di questo incontro è stato valutare la performance del fondo, analizzare le condizioni del mercato e prendere decisioni strategiche per l’anno a venire. Di seguito analizziamo in dettaglio ciascun metallo presente nel portafoglio.
Il mercato dei metalli è in trasformazione
La produzione globale di alluminio è cresciuta a un tasso annuo più lento del 2,4% dal 2020 al 2024, rispetto al 4,7% del decennio precedente. Questo rallentamento è dovuto alla chiusura di fonderie di alluminio in Occidente, in particolare in Europa, a causa della diminuzione della competitività e dell’aumento dei costi energetici, aggravati dalla guerra in Ucraina. Il governo cinese ha imposto un limite produttivo di 45 milioni di tonnellate per frenare l’eccesso di capacità, portando a un livello di produzione quasi massimo. I costi energetici influiscono notevolmente sulla produzione di alluminio, con i recenti aumenti dei prezzi della bauxite e dell’allumina dovuti alle interruzioni delle forniture provenienti da Guinea e Australia. La domanda di alluminio è trainata dai settori automobilistico, produzione di lattine per bevande e solare fotovoltaico. Anche il mercato del riciclo dell’alluminio si sta restringendo, mettendo ulteriore pressione sull’offerta. I prezzi attuali, pari a circa 2.600 dollari per tonnellata, sono vicini ai costi medi di produzione in Cina, mentre in Europa superano i 4.000 dollari per tonnellata, con il rischio di ulteriori riduzioni dell’offerta.
Il mercato del rame resta rigido, con tassi di utilizzo delle fonderie che scenderanno dall’80% al 70% entro la fine del 2024. Gli importanti investimenti nella nuova capacità di fusione in Cina non sono accompagnati dalla produzione mineraria, causando carenze di materiale. La chiusura della miniera Cobre Panama ha ulteriormente aggravato l’offerta. Le spese di trattamento e raffinazione sono crollate a livelli storicamente bassi, rendendo le operazioni di fusione non profittevoli. Si prevede una crescita della produzione mineraria di circa il 2% nel 2025, principalmente dalla Repubblica Democratica del Congo, ma questa non basterà a riequilibrare il mercato.
I consumi di zinco stanno crescendo a un ritmo modesto dell’1,5%-2% nel 2024, con la debolezza del settore immobiliare bilanciata da altri utilizzi. La produzione mineraria è diminuita dell’1%-2%, con chiusure significative come quella della miniera Tara in Irlanda. La situazione potrebbe migliorare nel 2025, grazie all’entrata in funzione di nuove miniere e all’aumento della produzione da quelle esistenti. L’utilizzo dell’acciaio zincato nelle turbine eoliche e in altre applicazioni continua a sostenere la domanda.
La produzione di nichel è aumentata significativamente, soprattutto in Indonesia, che ora rappresenta il 60% della produzione globale. La domanda è trainata dal mercato dei veicoli elettrici, in particolar modo in Cina, anche se la transizione verso le batterie LFP sta moderando questa crescita. Diverse miniere in Nuova Caledonia e Australia hanno chiuso a causa dei prezzi bassi e delle tensioni locali. La crescita della produzione in Indonesia dovrebbe rallentare a causa delle nuove quote, influenzando le dinamiche dell’offerta globale.
La domanda di argento è fortemente influenzata dal suo utilizzo nei panelli solari e nelle batterie per veicoli elettrici. Sebbene i progressi tecnologici stiano riducendo la quantità di argento utilizzata per pannello solare, la domanda complessiva resta elevata. La produzione mineraria cresce lentamente, con molte miniere ormai obsolete e meno produttive. Il mercato dell’argento resterà in deficit, con una domanda superiore all’offerta di circa il 20% per il quarto anno consecutivo nel 2025.
La domanda di platino dal settore automobilistico, in particolare per i veicoli diesel, è in calo. Tuttavia, la crescita potenziale nella produzione di idrogeno tramite elettrolizzatori PEM, che richiedono questo materiale, potrebbe sostenere la domanda futura. Il Sudafrica, che produce l’80% del platino a livello mondiale, ha ottimizzato la produzione chiudendo le miniere meno redditizie, mentre la stabilizzazione dell’approvvigionamento energetico locale ha ridotto le interruzioni.
La domanda di palladio è sostenuta dagli standard di emissioni più severi in Cina ed Europa, che ne richiedono l’utilizzo nei convertitori catalitici. Tuttavia, la crescita dei veicoli elettrici ridurrà la domanda a lungo termine, anche se i veicoli ibridi continuano a richiedere quantità significative. La Russia produce oltre il 40% del palladio mondiale e le eventuali sanzioni potrebbero interrompere l’offerta, facendo salire i prezzi.
Il piombo è essenziale per la protezione dei cavi sottomarini utilizzati nei parchi eolici offshore, un settore destinato a crescere con la stabilizzazione dei tassi di interesse. Continua inoltre a essere utilizzato nelle batterie per auto e nelle saldature dei pannelli fotovoltaici, grazie al suo basso punto di fusione.
Decisioni di investimento
L'analisi dettagliata di ciascun metallo evidenzia la complessa interazione tra sfide produttive, driver della domanda e fattori geopolitici che influenzano il mercato dei metalli strategici. Il comitato ha deciso di mantenere l’attuale strategia di allocazione per il 2025, concentrandosi sui metalli cruciali per tecnologie mature con domanda stabile: 30% rame, 16% argento, 16% alluminio, 10% platino, 10% nichel, 10% zinco, 4% palladio e 4% piombo.
L'allocazione resta fortemente orientate verso rame, argento e alluminio, riflettendo la loro centralità nella transizione energetica. Il mercato dei metalli strategici è destinato a una crescita continua, trainata dalla transizione verso le energie rinnovabili e dall’innovazione tecnologica. Il fondo Ofi Invest Energy Strategic Metals è ben posizionato per cogliere queste tendenze, con una strategia di investimento equilibrata e orientata al futuro.
Questo fondo celebrerà il suo terzo anniversario a gennaio e rappresenta una soluzione di investimento originale, allineata al futuro dell’energia senza investire in azioni.
Fonti e note
Fonti: Ofi Invest Asset Management, Bank of America.
*Questo investimento comporta un rischio di perdita del capitale. Per una lista completa e dettagliata dei rischi associati al fondo, si invita a consultare il prospetto sul sito www.ofi-invest-am.com. Il fondo è esposto ai prezzi delle materie prime tramite swap su indici delle commodity. Declini del mercato delle commodity o cambiementi nelle condizioni esogene (come stoccaggo o condizioni climatiche) potrebbero causare una riduzione del valore patrimoniale netto del fondo.
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